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Recovery plan: la sanità scommette su assistenza territoriale e innovazione

di Red.San.

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Sono due le mission per la sanità: potenziare la rete territoriale e spingere su innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale. Due capitoli ai quali l'ultima bozza del Recovery plan che sarà discussa dal Consiglio dei ministri assegna rispettivamenti 7 e 9,63 miliardi per un totale di 15,63 mld ai quali vanno aggiunti 1,71 mld del React Eu e 2,39 dal Fondo complementare per un totale complessivo per la sanità di 19,72 mld.

La nuova rete sanitaria territoriale potrà contare sull'istituzione di Case della Comunità come perno delle prestazioni sul territorio in ambito socio-sanitario (2 mld), l'assistenza domiciliare al fine di migliorare le prestazioni offerte in particolare alle persone vulnerabili e disabili, anche attraverso il ricorso a nuove tecnologie (4 mld) e il potenziamento di strutture per l'erogazione di cure intermedie attraverso gli ospedali di comunità (1 mld). Nel capitolo Innovazione spicca l'investimento di 4 mld per l'ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, nonché l'istituzione di un Centro di eccellenza per le epidemie con la dote di 1 mld.

Assistenza territoriale
Obiettivo del recovery plan è aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, il 10 percento della popolazione di età superiore ai 65 anni. L'obiettivo è attivare 602 Centrali Operative Territoriali (COT), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l'interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza. Attualmente lo standard del 10% per l'assistenza a domicilio è raggiunto solo in quattro 4 regioni.

Ospedali sicuri
Un investimento da 1,64 miliardi di euro per ospedali "sicuri e sostenibili" finalizzati anche a realizzare 675 interventi per l'adeguamento alle normative antisismiche. "Per l'attuazione di questo investimento si prevede la definizione di un Piano di azione - spiega la bozza - da sviluppare entro il 2021 al fine di consentire, una volta perfezionate le procedure di appalto, di completare gli interventi entro il secondo trimestre del 2026. La distribuzione della spesa associata a questo investimento, che ammonta a 1,64 miliardi (di cui 1 relativo a progetti già in essere), risulta contenuta all'inizio del periodo, dedicato principalmente all'elaborazione del Piano e all'espletamento delle procedure. Interventi relativi a questo investimento - si precisa - sono finanziati per ulteriori 1,45 miliardi con risorse nazionali".

Contratti per specializzazioni
Previsto l'incremento dei contratti di formazione specialistica per affrontare il cosiddetto 'imbuto formativo', vale a dire la differenza tra il numero di laureati in medicina e il numero di posti di specializzazione post-lauream previsto e garantire così un adeguato turnover dei medici specialisti del Ssn". In particolare saranno finanziate: "Borse di studio di medicina generale: ogni anno del triennio 2021-2023 sarà pubblicato un decreto governativo di assegnazione delle risorse economiche alle Regioni per finanziare 900 borse di studio aggiuntive all'anno per corsi specifici di medicina generale di durata triennale (per un totale di 2.700 borse aggiuntive). Questa distribuzione temporale assicura il completamento degli ultimi corsi entro metà 2026" e saranno finanziati "4.200 contratti di formazione specialistica aggiuntivi, per un ciclo completo di studi (5 anni) a partire dal 2020".

Tac, risonanze e mammografi
L'investimento di 1,91 mld prevede "la sostituzione dei macchinari con l'acquisto di 3.133 nuove grandi apparecchiature ad alto contenuto tecnologico (Tac, risonanze magnetiche, acceleratori lineari, sistema radiologico fisso, angiografi, gamma camera, gamma camera/Tac, mammografi, ecotomografi) caratterizzate da una vetustà maggiore di 5 anni". Per questo obiettivo - riporta l'ultima bozza del Pnrr - è prevista "una spesa complessiva di 1,19 miliardi di euro: 0,60 miliardi destinati alla sostituzione di 1.568 apparecchiature entro il terzo trimestre del 2023, e altri circa 0,60 miliardi per la sostituzione delle restanti 1.565 apparecchiature entro la fine del 2024".

Case della comunità entro 2026
Si prevede "l'attivazione di 1.288 Case della comunità entro la metà del 2026, che potranno utilizzare sia strutture già esistenti sia nuove. Il costo complessivo dell'investimento è stimato in 2 miliardi di euro. Entro il primo trimestre del 2022 è prevista la definizione di un Contratto istituzionale di sviluppo che vedrà il ministero della Salute come autorità responsabile per l'implementazione e il coinvolgimento delle amministrazioni regionali e di tutti gli altri enti interessati". La Casa della comunità" diventerà la casa delle cure primarie e lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, in particolare ai malati cronici. Nella Casa della Comunità sarà presente il punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie".

Posti letto in terapia intensiva
Il Recovery plan per "il rafforzamento strutturale degli ospedali del Ssn" prevede "l'adozione di un piano specifico di potenziamento dell'offerta ospedaliera tale da garantire: il potenziamento della dotazione di posti letto di terapia intensiva (+3.500 posti letto per garantire lo standard di 0,14 posti letto di terapia intensiva per 1.000 abitanti) e semi-intensiva (+4.225 posti letto); la separazione dei percorsi all'interno del pronto soccorso (l'intervento è previsto su 651 pronto soccorso); l'incremento del numero di mezzi per i trasporti secondari (+84 ambulanze)". Per questo obiettivo si prevede "una spesa complessiva pari a 1,41 miliardi di euro entro il secondo semestre del 2026", aggiunge il documento.


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