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Covid/ Draghi: rimuovere i blocchi all'export di vaccini e aumentare la produzione

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"Una sospensione temporanea, circoscritta, ben definita" dei brevetti sui vaccini anti-Covid "non dovrebbe costituire un disincentivo" alla ricerca. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, rispondendo al Question time della Camera ad un'interrogazione del Movimento 5 stelle sulla disciplina dei brevetti dei vaccini.

"La posizione espressa dal presidente Usa, Biden, si chiarirà nei prossimi giorni -ha proseguito il premier- ma è evidente che nasce da una semplice considerazione: c'è uno sbilanciamento tra la posizione delle grandi case farmaceutiche che hanno ricevuto imponenti sovvenzioni governative e quella dei Paesi più poveri al mondo che o non hanno accesso o non hanno denaro per poter comprare i vaccini. L'indirizzo verso cui si muove questa dichiarazione degli Stati Uniti quindi va condiviso".

Per Draghi c'è ovviamente un rischio che va evitato, che "la sospensione dei brevetti rappresenti un disincentivo alla ricerca e alla produzione dei vaccini". "La questione -ha spiegato ancora Draghi- rimane più complessa che non la sola liberalizzazione dei vaccini, perchè non assicura la produzione dei vaccini, soprattutto quelli di nuovi generazione su cui noi facciamo massimo assegnamento, cioè quelli basati sulla tecnica Mrna: è complessa, richiede tecnologia, specializzazione, organizzazione, non è facilmente replicabile anche disponendo del brevetto".

In ogni caso "prima di arrivare ad una liberalizzazione dei brevetti è meglio rimuovere il blocco dell'export che Usa e Gb tengono, aumentare la produzione e individuare nuovi siti anche nei paesi poveri". Insomma, "bisogna accelerare il passo sullo sblocco dell'export accanto alla riflessione sulla liberalizzazione dei brevetti", nonché "finanziare quelle iniziative che provvedono all'acquisto dei vaccini, quindi l'iniziativa Covax: l'Italia ha stanziato 86 milioni e nel prossimo decreto Sostegni ci sarà un aumento significativo del nostro contributo".


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