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Cabina regia Covid: incidenza a 58 casi per 100mila (da 41) e balzo Rt a 1,57, quasi tutte le Regioni a rischio moderato. «Delta preoccupa, vaccinarsi e restare cauti»

di Radiocor Plus

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24 Esclusivo per Sanità24

«Nella settimana 19-25 luglio l'epidemia da Covid-19 rialza decisamente la testa: l'incidenza di casi per 100mila abitanti passa da 41 a 58 mentre l'indice di trasmissibilità Rt balza a 1.57 da 1,26. È quanto riporta l'ultimo monitoraggio della Cabina di regia ministero della Salute-Istituto superiore di Sanità. «Quasi tutte le Regioni/Province autonome sono classificate a rischio epidemico moderato», scrivono gli esperti, anche se «l'attuale impatto della malattia Covid-19 sui servizi ospedalieri presenta tassi di occupazione e numero di ricoverati in area medica e terapia intensiva sostanzialmente stabili». Nel dettaglio, l'occupazione da parte di pazienti Covid dei reparti di terapia intensiva si conferma al 2%, mentre in area medica si è arrivati al 3%, in ogni caso ben al di sotto delle soglie rispettivamente del 10% e del 15% fissate dall'ultime decreto Covid per il passaggio in "fascia gialla". Quanto alla variante delta, la circolazione «è in aumento in Italia ed è ormai prevalente. Questa variante - rilevano ministero e Iss - sta portando a un aumento dei casi in altri Paesi con alta copertura vaccinale, pertanto è opportuno realizzare un capillare tracciamento e sequenziamento». L'indicazione è analoga a quella della settimana scorsa: «Raggiungere una elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazione è necessario per limitare in tempi brevi la circolazione del virus sostenuta da varianti emergenti con maggior trasmissibilità. Sulla base dei dati e delle previsioni Ecdc, della presenza di focolai causati dalla variante virale delta in Italia e delle attuali coperture vaccinali, è opportuno mantenere elevata l'attenzione, così come applicare e rispettare le misure necessarie per evitare un aumento della circolazione virale».
«Credo che nel giro di un mese bisognerà decidere se ri-vaccinare e chi e in quali tempi. Probabilmente le persone immunodepresse potranno essere ri-vaccinate con un'unica dose di richiamo, mentre le persone anziane, i più fragili e gli operatori sanitari, c'è una discussione in corso anche in ambito europeo ma non abbiamo ancora deciso quando. Non si sa ancora se sarà necessario, nel caso di una terza dose, somministrare un vaccino adattato alle varianti - su cui di fatto le aziende stanno già lavorando - e in particolare a quella sudafricana o gamma che ha un fenomeno di immuno-evasione maggiore immunitario o a quella indiana, la delta», ha affermato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza nel presentare gli ultimi dati della Cabina di regia sul Covid-19. «Gli studi - ha aggiunto - ci dicono intanto che fino a 9 mesi dalla vaccinazione le risposte immunitarie sono in grado di proteggere la maggior parte delle persone dalle forme piu' gravi di malattia». «Intanto - ha affermato il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro - va detto che anche un vaccinato, che è protetto all'88% e vede ridotti drasticamente i rischi di ospedalizzazione e decesso, se diventa positivo può trasmettere il virus. Un dato ribadito da Antony Fauci negli Stati Uniti e che anche in Italia ci deve suggerire di completare nei tempi più rapidi possibili la campagna vaccinale - considerando varianti molto più aggressive della alfa come la delta - e di mantenere comportamenti prudenti».


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