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Covid/ Brusaferro: la diffusione del virus cresce in tutte le Regioni, priorità a non vaccinati e terze dosi

di Ernesto Diffidenti

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24 Esclusivo per Sanità24

"Vediamo un'Europa divisa in due con i confini orientali dell'Italia che si tingono di rosso evidenziando una crescita della circolazione del virus anche nel nostro Paese dove comunque la diffusione resta meno alta rispetto agli altri paesi europei". Lo afferma il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, commentando i dati del monitoraggio settimanale della cabina di regia Iss-ministero della Salute. "C'è anche un netto aumento - aggiunge - del valore dell'indice Rt ormai sopra 1 in tutte le regioni e dell'incidenza che in quasi tutte le regioni supera i 50 casi per 100mila abitanti". I comuni dove si è registrato almeno un caso positivo sono saliti da 4.271 a 4.647. "Negli ultimi sette giorni - continua Brusaferro - le fasce di età dove si è assistito ai maggiori contagi sono 30-39 e 40-49, dove c'è la quota di popolazione non vaccinata più significativa, e quelle più giovani ancora senza vaccino", dunque gli under 12. Questo significa "che bisogna proseguire con la vaccinazione, anche con le terze dosi".

Per Brusaferro, infatti, "l'efficacia vaccinale rimane molto elevata per ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi, superando il 90% di efficacia, mentre si abbassa significativamente a partire dal sesto mese. Per questo è importante aderire, man mano che passano i sei mesi, alla terza dose in base alle modalità raccomandate dal ministero".

Rispetto alle varianti del virus Sars-CoV-2, "ci troviamo in una fase stabile, dove la variante dominante è la Delta. Viene anche monitorata la Delta plus, che presenta casi un po' sparsi in tutto il Paese. Ma, comunque, è una variante oggi minoritaria".

"Siamo nella terza settimana consecutiva in cui sta aumentando in modo generalizzato il numero di nuovi casi di Covid - conclude Brusaferro - e l'indice Rt è sopra la soglia epidemica, dunque è importante agire in modo preciso su due azioni per contenere la circolazione del virus: vaccinare la platea che non ha iniziato ancora il ciclo vaccinale e mantenere elevata la copertura immunitaria a partire dalle categorie a cui è raccomandato, oltreché essere prudenti, usare le mascherine e prevenire le aggregazioni".

Anche per il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, "la situazione va seguita con attenzione: bisogna completare la campagna vaccinale e procedere con la terza dose a partire dalle categorie più a rischio ed i sanitari". "Non possiamo escludere un ulteriore aumento dei casi nelle prossime settimane - sottolinea - ma questo potrebbe non essere accompagnato da una crescita dei casi in terapia intensiva grazie all'effetto dei vaccini e le misure prese. Ma se si dovesse alzare l'incidenza, alcune regioni bianche potrebbero diventare gialle, ma è impossibile adesso dire quando ci sarà il picco dei casi ". Insomma, è difficile fare previsione sia per il Natale che per la prossima stagione sciistica. "Noi confidiamo nel fatto che le misure che sono state prese in Italia sono state più importanti rispetto a quelle prese in altri Paesi - conclude Rezza - come il Green pass che non ci dà rischio zero però riduce il rischio di trasmissione dell'infezione negli ambienti chiusi".


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