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Telemedicina: fondamentale la realizzazione di buone pratiche nazionali e linee guida

di Claudio Testuzza

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24 Esclusivo per Sanità24

L’Intelligenza Artificiale (A.I.) intesa come la capacità di un elaboratore elettronico (machine learning) di recepire, elaborare e interpretare mediante algoritmi informatici i complessi calcoli matematici di una grande quantità di dati, simulando artificialmente quanto avviene nel processo di apprendimento e di elaborazione della mente umana - si applica ormai in molti ambiti della nostra vita quotidiana ma recentemente, va sempre più affermandosi come utile strumento in medicina.

Nell'attuale pratica clinica, l’Intelligenza Artificiale viene, infatti, già utilizzata in ambito radiologico, neurologico e cardiologico dove con essa è possibile: riconoscere i quadri radiologici suggestivi di ictus celebrale o di tumori del cervello; riconoscere un elettrocardiogramma normale con estrema precisione ma anche interpretare un elettrocardiogramma patologico; identificare con buona attendibilità, sull’elettrocardiogramma, le aritmie cardiache permettendo di prevenire l'ictus celebrale e lo scompenso cardiaco mediante l'immediata attivazione delle terapie appropriate.

Se poi all’Intelligenza Artificiale si aggiunge anche la possibilità di trasmettere le immagini e gli elettrocardiogrammi da remoto, mediante la telemedicina, dai presidi sanitari del territorio ad un centro di riferimento, si può ben comprendere come avere tali strumenti possa permettere di progettare e realizzare davvero una nuova organizzazione della Sanità più efficiente, superando gli schemi ormai non sostenibili dell'organizzazione sanitaria attuale.

Tuttavia per i professionisti della salute uno dei punti fermi da cui partire per ridisegnare l’assistenza sanitaria, in un’ottica di capillarità e continuità terapeutica, è senz’altro l’implementazione della teleassistenza, ma come integrazione alle visite in presenza, e non come approccio sostitutivo. A questo fine è fondamentale la realizzazione di buone pratiche nazionali o linee guida (vere e proprie best practices italiane) nell’ambito della Telemedicina. Indicazioni chiare anche su come le prestazioni digitali possano essere intercalate a quelle in presenza al fine di massimizzare l’appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici.

Tutto ciò deve provenire da un attento studio scientifico, confrontato, poi, con l’esperienza professionale quotidiana, con la collaborazione delle Società/Associazioni scientifiche e con le Associazioni dei pazienti. Nel Recovery Plan sono stati previsti 7 miliardi di euro per reti di prossimità, strutture e Telemedicina e di questi, in particolare, 1 miliardo è dedicato specificatamente alla Telemedicina e, per l’ammodernamento tecnologico e digitale ospedaliero, più di 2,6 miliardi. A questo riguardo rileviamo che sarà l’Agenas a governare l’ampio processo di digitalizzazione della sanità.

Primo passo sarà quello di realizzare la piattaforma nazionale di telemedicina, che gestirà i servizi nazionali abilitanti per l’adozione nei territori I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza saranno erogati, quindi, alle Regioni che attiveranno servizi di telemedicina selezionati dagli specifici bandi.

E’ stato, inoltre, deciso di costituire, all’interno di Agenas, una struttura dedicata alla governance della sanità digitale, con l’iniziale supporto del MITD. L’Agenas avrà così la responsabilità di stabilire e rendere obbligatori standard omogenei per tutte le piattaforme pubbliche di sanità digitale al fine di consentire la portabilità dei dati sanitari, certificare soluzioni tecnologiche e governare l’interoperabilità e la scalabilità a livello centrale.

L’identificazione delle specifiche applicazioni per i servizi di telemedicina - come la televisita, il telecontrollo, il teleconsulto, il telemonitoraggio - sarà affidata a livello regionale tramite Regioni capofila, con l’obiettivo di selezionare applicazioni innovative e scalabili secondo requisiti definiti dalla piattaforma nazionale.


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