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Istat: la popolazione residente scende a 58,983 milioni nel 2021 (-0,4%). Blangiardo: «Salto indietro di 15 anni». Il Covid pesa sui decessi. Nascite: -1,3%

di Radiocor Plus

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La dinamica demografica del 2021 continua a essere negativa: al 31 dicembre la popolazione residente è inferiore di circa 253mila unità rispetto all'inizio dell'anno (-0,4%) e si attesta a 58.983.122; nei due anni di pandemia il calo di popolazione è stato di quasi 616 mila unità soprattutto per effetto del saldo naturale. Lo comunica Istat. Le nascite sono ancora in calo nei 10 mesi dell'anno, ma si osservano segnali di ripresa negli ultimi due mesi; calano dell'1,3%le nascite rispetto al 2020, per la prima volta sotto 400 mila e sono 399.431 i bambini iscritti in Anagrafe. I decessi restano ancora su livelli elevati rispetto al periodo pre Covid. Segnali positivi per i movimenti migratori, in aumento rispetto al 2020 (+2,7% il tasso migratorio con l'estero), e per i matrimoni, raddoppiati su anno, ma anche in questo calo la ripresa non è sufficiente a recuperare quanto perso nel primo anno di pandemia.
«La popolazione aveva superato i 61 milioni, andava verso una situazione di crescita. Ora circa 59 milioni di residenti vuol dire tornare indietro al 2008, perché il confine di questa soglia si era superato allora. Si tratta di un salto indietro di circa 15 anni», ha commentato il presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo, in conferenza stampa dopo la pubblicazione dei dati.
L'impatto del numero di morti da Covid-19 sulla dinamica demografica è rilevante anche nel 2021, sia in termini quantitativi che geografici: sono circa 59 mila, pari all'8,3% dei decessi totali per il complesso delle cause, in calo rispetto al 2020 quando se ne erano contati 77 mila, il 10,3% del totale. Anche il totale dei decessi (709.035) risulta in diminuzione rispetto all'anno precedente (oltre 30 mila decessi in meno), ma è significativamente superiore alla media 2015-2019 (+9,8%).
Per quanto riguarda i flussi migratori, nel 2021 si contano 1.743.216 iscrizioni in anagrafe e 1.686.703 cancellazioni; i movimenti tra comuni hanno coinvolto 1,412 milioni di persone, +5,9% su anno; se si considera la media del periodo 2015-2019 l'aumento dei trasferimenti interni nel 2021 è del 3,9%. Le ripercussioni sono state molto più rilevanti sui movimenti migratori internazionali, che restano comunque al di sotto della media 2015-2019; le iscrizioni dall'estero (286.271 nel 2021) crollano nei cinque mesi dell'anno rispetto alla media dello stesso periodo per il 2015-2019 (-17,7%), poi recuperano nel corso del 2021 pur restando sempre sotto la media del quinquennio pre Covid (-3,8% nella fase di transizione e -5,3% nella terza ondata); le cancellazioni verso l'estero (129.482) mostrano aumenti rispetto agli stessi periodi pre-pandemia.



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