Dal governo

Pharma & Life Sciences Summit del Sole 24 Ore/ Speranza: più risorse nella prossima legge di Bilancio

di Ernesto Diffidenti

S
24 Esclusivo per Sanità24

"Il primo segnale della lezione ricevuta dal Covid è stata l’importante scelta di investire più risorse sul Servizio sanitario nazionale. È un primo passo ma bisogna fare ancora molto di più, bisogna impegnarsi sin dalla prossima legge di Bilancio perché le risorse crescano ancora in maniera significativa". Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un video messaggio al Pharma & Life Sciences Summit del Sole 24 Ore. "Sul Fondo sanitario nazionale - ha sottolineato - ci sono 124 miliardi: significa che abbiamo messo 10 miliardi in tre anni dopo che per molti anni si metteva un miliardo all'anno". Alle risorse ordinarie, "si aggiungono quelle risorse straordinarie: Pnrr e fondo complementare assegnano circa 20 miliardi al comparto salute". E poi, per la prima volta nella storia della programmazione europea del nostro paese, c'è un Pon salute di 625 milioni "che investiremo per rafforzare gli screening per la salute mentale e per la medicina di genere nelle Regioni con maggiori difficoltà di sviluppo".

Dopo le risorse il ministro ha affrontato il tema delle regole. "Una sfida che dobbiamo giocare insieme - ha sottolineato - è quella di provare a superare un modello storico di programmazione della spesa sanitaria del nostro paese che è stato costruito all'inizio degli anni 2000 su silos chiusi e tetti di spesa dei quali il più insopportabile è naturalmente quello sul personale". "Noi abbiamo iniziato a rompere questo schema - ha aggiunto - così come abbiamo iniziato a modificare alcuni tetti, a cambiarli ma dobbiamo lavorare ancora per superarli definitivamente".

La ricerca, infine. "Andremo a costruire a Siena la centrale, il cervello fondamentale del nostro paese in ambito di ricerca - ha detto Speranza -. Sarà un vero e proprio hub antipandemico quello di Siena, dove chiameremo le migliori competenze migliori scienziati, e del quale stiamo in queste ore definendo lo statuto". Per il ministro "è importante che una personalità di primo piano come Antony Fauci abbia offerto all’Italia la disponibilità di collaborare con questa impresa e con questa iniziativa. Io penso che ci indichi la strada: la lezione del Covid non deve essere sottovalutata e, come diceva Papa Francesco con alcune parole luminose, peggio di questa crisi c'è solo il rischio di sprecarla".

Dal canto suo Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, ha dato atto a questo governo "di provare a cambiare la governance con la speranza nel giro di qualche anno di essere fuori dalle logiche di tetti e silos". "Possiamo fare di più nella ricerca - ha evidenziato - ma abbiamo bisogno di regole certe che ci rendano più veloci e al passo con gli altri competitori". "Investiamo 700 milioni nella ricerca - ha ricordato il presidente di Farmindustria - e il 22% degli studi clinici è fatto in Italia. Nel 42% si tratta di biotecnologie e per la maggior parte di malattie rare. E' una ricerca produttiva". Sono state 79 le nuove autorizzazioni di farmaci nel corso della pandemia e altre 96 sono in arrivo nel 2022.

Anche per Annarita Egidi, componente del Consiglio di Presidenza di Federchimica Assobiotec , "le risorse non sono tutto ma servono anche le regole". In questa direzione l'auspicio è che si proceda "verso una semplificazione che valorizzi tutte le parti del processo dalla ricerca all'accesso al paziente".

"Il governo ha capito fin dall'inizio che la farmaceutica è strategica sia per la salute dei cittadini che per l'economia dell'Italia", ha detto Giovanni Tria, presidente della Fondazione Enea Tech e Biomedical. "La fondazione Enea Tech - ha ricordato - gestirà due fondi: il primo è di venture capital ma il secondo è un attore nuovo e dovrà intervenire per creare poli di specializzazione e intervenire dove ci sono criticità". Secondo Tria "la ricerca non è innovazione: bisogna fare più brevetti anche creando infrastrutture che aiutino in questa direzione sia le università che gli Irccs".

Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità, si è soffermato sul Pnrr che "sta investendo molte risorse sulla ricerca con i risultati che saranno visibili nei prossimi anni". "Dobbiamo creare un ecosistema della sanità dove ognuno deve rispettare il proprio ruolo ed essere proattivo - ha aggiunto - e sviluppare tutti i settori della ricerca anche quelli meno collegati al tema attuale della pandemia ma che in realtà hanno ricadute importantissime perché in grado di cambiare la storia". In questa direzione "è importantissima la fase di valutazione e monitoraggio".

Anche per Sergio Dompé, presidente esecutivo di Dompé Farmaceutici e coordinatore della Task Force Healthcare & Life Sciences, B20, "non abbiamo scelta di credere e investire nel Piano nazionale di ripresa e resilienza concentrandoci su chi ha maggiori potenzialità di successo". In questa direzione il Servizio sanitario nazionale "base di coesione sociale" può rappresentare "un motore di sviluppo della conoscenza grazie alla sua enorme banca dati". "Occorre, tuttavia una maggiore collaborazione tra pubblico e privato per superare gli steccati e arrivare ad una soluzione veloce, così come è successo con i vaccini - ha concluso - e più investimenti sulla salute, prerequisito e base indispensabile per sviluppare anche l'economia". D'altra parte già oggi le scienze della vita "rappresentano il 13% del Pil nazionale e la Lombardia da sola fa quasi il 50% di tutte le sperimentazioni cliniche internazionali".

I lavori del Pharma & Life Sciences Summit, giunto alla terza edizione, sono stati aperti dal direttore del Il Sole 24 ore, Fabio Tamburini, e hanno visto la partecipazione, tra gli altri, di Andrea Russo, Energy, Industry & Life Sciences Division Director, Capgemini Engineering e Paul Stoffels, CEO Galàpagos NV, nonché di rappresentati delle istituzioni e delle aziende ospedaliere che hanno discusso di farmaci innovativi, telemedicina e intelligenza artificiale.


© RIPRODUZIONE RISERVATA