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Covid: nuovo vademecum alle scuole su prevenzione e gestione dei contagi. Sima: misure contraddittorie

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Il ministero dell’Istruzione ha inviato alle scuole un vademecum con le principali indicazioni per il contrasto della diffusione del Covid-19 in ambito scolastico in vista dell'avvio dell'anno 2022/2023. "Il testo - spiega il ministero - sintetizza i documenti elaborati dall'Istituto superiore di sanità nelle scorse settimane, già inviati alle scuole e ai loro dirigenti, e la normativa vigente".

Il documento è presentato mediante slides illustrative che riportano le misure di prevenzione non farmacologiche di base da attuare, sin dall’inizio dell’anno scolastico 2022 – 2023, e le faq predisposte sulla base delle richieste di chiarimenti presentate dalle istituzioni scolastiche a partire dalla gestione dei casi di positività, didattica digitale integrata e alunni fragili.

Secondo i medici della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), tuttavia, il vademecum non risolve "il vero e proprio caos in Italia, con la responsabilità della gestione dei contagi scaricata sulle spalle di presidi e personale scolastico". "Le nuove indicazioni fornite dal ministero non sembrano adatte a gestire correttamente l’emergenza Covid all’interno delle aule scolastiche – spiega il presidente Alessandro Miani -. È consentita la permanenza a scuola a bambini e studenti con sintomi respiratori di lieve entità, ma non si capisce chi deve stabilire i sintomi e sulla base di quale parametri. Viene poi lasciata alla totale discrezionalità dei singoli l’adozione di strumenti di protezione, e dovranno essere presidi e personale scolastico, che non hanno alcuna competenza medica, a capire se una sintomatologia sia o meno compatibile con il Covid, e adottare le misure del caso. Una situazione di generale incertezza che, alla riapertura degli istituti scolastici, rischia di avere ricadute sul fronte della salute pubblica e sui contagi".

"Si chiede inoltre ai presidi di intervenire sul risparmio energetico nelle aule e contemporaneamente si dice loro di aprire le finestre come unica misura per areare i locali e quindi mitigare il rischio airborne del virus - aggiunge -. Sembra un cortocircuito istituzionale in cui si indicano strategie opposte per contenere i consumi di energia e al tempo stesso aumentarli. In questo contesto chi poi potrà sapere quando e per quanto tempo sarà necessario aprire le finestre e nei mesi invernali quanta energia in più dovremo consumare per il riscaldamento se per ridurre i contagi in aula bisogna areare con ventilazione naturale? Sima da oltre un anno e mezzo suggerisce di dotare le aule di sensori smart di CO2 a semaforo, scientificamente validati, per poter essere allertati sulla necessità e durata delle azioni di areazione e ricorda che in un suo studio realizzato in scuole pugliesi nel 45% degli Istituti la sola ventilazione naturale non è stata sufficiente a mitigare il rischio Covid-19".

Insomma, secondo Miani sulle scuole "si sta abbattendo l'ennesimo scarico di responsabilità e per il terzo anno consecutivo di pandemia l'inizio dell'anno scolastico potrebbe essere foriero di rischi per le famiglie in ottica Covid e malanni stagionali".


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