Dal governo

Pnrr: il nuovo Governo apre il cantiere sulla non autosufficienza e vecchiaia

di Claudio Testuzza

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24 Esclusivo per Sanità24

Nei prossimi giorni verrà ripreso il dibattito fra Governo e Sindacati, interrotto dalla crisi di governo e l’insediamento del nuovo esecutivo, su i possibili interventi sulle pensioni. L’obiettivo di scongiurare i limiti della legge Fornero può essere un argomento di grande interesse se, comunque, si pensasse che ogni aumento del debito pensionistico ricadrà sulle prossime generazioni. Sarebbe, quindi, opportuno affrontare, anche, il tema dei cittadini più anziani e fragili. Tema prospettato dal disegno di legge delega approvato nell’ultimo Consiglio dei Ministri del passato Governo che si spera non venga tralasciato dal nuovo.
La riforma, è prevista, anche con le sue tempistiche, dal Pnrr (punti 5 e 6, dedicati agli interventi per l’assistenza degli anziani non autosufficienti). Sarà quindi il nuovo Governo a sviluppare l’iter di riforma, sulla base appunto del DDL approvato, affinché si arrivi ad una ridefinizione dell’intero sistema che riguarda la gestione della non autosufficienza delle persone anziane in Italia.
Il progressivo allungamento della vita media ma anche la diffusione di malattie croniche o fatti di stretta attualità sanitaria, come la pandemia di COVID-19, obbligano a fare i conti con i rischi connessi alla non autosufficienza.
Vivere di più non significa necessariamente vivere meglio. Secondo l’ultima indagine Istat sullo stato di salute degli anziani, nel 2019 e quindi prima della pandemia, circa un terzo degli over 75 presentava una grave limitazione dell’autonomia che, per un anziano su 10, incide sia sulle attività quotidiane di cura personale che su quelle di vita domestica ( 8,5 % nell’UE22 ). Nel dettaglio, sono circa 3 milioni e 860mila gli anziani con gravi difficoltà nell’attività funzionali di base ( il 28,4 % della popolazione di 65 anni e più ): 2 milioni 833mila ( 20,9 % ) hanno gravi difficoltà nel camminare, salire o scendere le scale senza l’aiuto di una persona o il ricorso ad ausili; 1 milione 874mila (13,8%) riferiscono gravi difficoltà nell’udito o nella vista anche con l’uso di ausili; 1 milione e 113mila (8,2%) hanno gravi difficoltà nella memoria o nella concentrazione
Varie sono e potranno essere le coperture offerte dal welfare pubblico ed anche quelle complementari della Long Term Care ( LTC ).
La legge delega si occupa degli anziani in generale. L’obiettivo dichiarato è quello di promuovere politiche per l’invecchiamento attivo, ma anche lo sviluppo di contesti urbani e piccoli centri che prevedano abitazioni adeguate, l'accesso alla mobilità, luoghi di socializzazione, la solidarietà tra le generazioni, il rafforzamento dell'assistenza domiciliare e il contrasto alle forme improprie di istituzionalizzazione.
Altro obiettivo è quello relativo all'introduzione, su base volontaria, in via progressiva e sperimentale di un'indennità unica universale volta a riequilibrare il sistema degli interventi tra erogazioni monetarie e offerta di servizi. Fermo restando la disciplina attuale dell'indennità di accompagnamento; la promozione del riordino e la semplificazione delle agevolazioni contributive al fine di sostenere e promuovere l'occupazione di qualità nel settore dei servizi socioassistenziali e le misure finalizzate a favorire e sostenere le migliori condizioni di vita individuali dei caregiver familiari. Segnalando, poi in particolare, l’assistenza socio-sanitaria, delegata alle Regioni, che prevede l’assistenza residenziale agli anziani ( RSA ) e ai disabili, l’assistenza non-residenziale (strutture semi-residenziali e assistenza domiciliare) e l’assistenza rivolta ai soggetti affetti da dipendenze ( alcolisti e tossicodipendenti ) o patologie psichiatriche. In questo caso, dunque, la prestazione consiste nell’erogazione di servizi per il tramite del SSN, indipendente dall’età e dal reddito. Sul territorio nazionale, alle RSA pubbliche si affiancano anche strutture di tipo privato. In questa seconda eventualità, l’onere della retta è solitamente a carico dell’ospite o dei suoi familiari anche in forma intermediata in caso di adesione ad assistenza sanitaria integrativa laddove preveda coperture con la Long Term Care.
Non ancora particolarmente diffuse, pur a fronte di un aumento del rischio di non autosufficienza, sono le polizze assicurative Long Term Care (LTC), che proteggono dal rischio temporaneo o definitivo di perdita di autosufficienza, intesa, per l’appunto come perdita della capacità di svolgere le più semplici attività di vita quotidiana. Non necessariamente dovuta a malattia o infortunio, ma imputabile anche a senescenza. Con la polizza Long Term Care si ottiene il diritto al versamento di una rendita periodica quando si verifica la non autosufficienza. L’importo della rata può essere prestabilito, in modo forfettario o può variare in base al grado di autosufficienza.
In alternativa si può ricevere il pagamento di un capitale , il rimborso delle spese di assistenza ricevute ovvero un’assistenza diretta presso istituti di cura convenzionati.
La sottoscrizione di polizze LTC è fiscalmente agevolata. In particolare il Decreto del Ministero delle Finanze del 22 dicembre 2000 estende anche alla Long Term Care la detrazione d’imposta del 19% sui premi versati, fino ad un massimo di 1.291 euro anno.
Non necessariamente, la copertura LTC viene però fornita in via autonoma.
Può essere, ad esempio, associata ad altre coperture assicurative o a forme di previdenza complementare e di assistenza sanitaria integrativa. In questo caso, la legge prevede che la normativa specifica di riferimento sia quella di ciascuna forma previdenziale o assicurativa. In questo caso, cioè, i contributi versati a un fondo pensione o a un fondo sanitario a fronte di una copertura assicurativa LTC beneficeranno del più favorevole regime di deducibilità dal reddito complessivo o di esclusione dalla formazione del reddito di lavoro dipendente secondo gli ordinari plafond annuali della previdenza complementare e dell’assistenza sanitaria integrativa, pari rispettivamente a 5.164,27 euro e 3.615,20 euro. Una particolare attenzione spetta anche alla Legge di Bilancio per il 2017 che, escludendo dal reddito di lavoro dipendente i premi per prestazioni LTC, ha, di fatto, gettato le basi per una maggiore diffusione della copertura del rischio di non autosufficienza all’interno dei piani di welfare aziendale.
Dunque, ciascuno secondo proprio ruolo e modalità, anche le Casse di Previdenza, come è il caso dell’Enpam, la Cassa previdenziale dei Medici, e i Fondi pensione e i Fondi sanitari possono offrire coperture legate al rischio di non autosufficienza.


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