Dal governo

I ricercatori Irccs e Izs ancora precari, appello al Governo per la stabilizzazione

di Associazione Ricercatori in Sanità – Italia

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24 Esclusivo per Sanità24

Questi ultimi anni ci hanno obbligato a repentini cambi di abitudini, di ruoli, di Governi, ma una cosa rimane stabile nel tempo: la precarietà del personale di ricerca sanitaria degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) pubblici e degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS). Numeri da vergognoso guinness dei primati: biologi, chimici, fisici, farmacisti, statistici, ingegneri, data manager, grant officer, infermieri, tecnici e tanti altri lavoratori della ricerca sanitaria pubblica precari ormai da decenni e precari al 100% delle unità. Una media nazionale di anzianità di servizio precaria di circa 12 anni collezionando contratti atipici quali borse di studio, p.iva e CoCoCo prima del cd contratto Piramide a tempo determinato. Picchi oltre i 30 anni di anzianità di servizio precario per questo personale, all’80% donne (si veda grafico allegato per la distribuzione percentuale degli anni di precariato). Numeri che mettono i brividi, colmi di contributi pensionistici non riconosciuti, ferie non pagate, congedi parentali inesistenti, maternità nascoste, TFR non versati, e che si scontrano col paradosso di quanto indispensabile sia il lavoro di questi professionisti per diagnosi e terapie innovative di malattie gravi e invalidanti dell’adulto e del bambino, speranza di cure future per malattie oggi ancora incurabili, ma anche prevenzione e contenimento di epidemie e zoonosi tra cui Covid-19 e peste suina.
Personale della ricerca sanitaria pubblica di esperienza e altamente specializzato, spesso con dottorati di ricerca oltre lauree specialistiche, che in un vergognoso rimpallo fra il Ministero della Salute (che gestisce i fondi di ricerca) e le Regioni (che si occupano delle dotazioni organiche, attualmente solo di assistenza) ancora oggi non trova un adeguato riconoscimento all’interno del SSN. Personale escluso dalla stabilizzazione dei sanitari del Covid prevista dalla scorsa Legge di Bilancio, esclusi dalle stabilizzazioni regionali previste dall’applicazione della Legge Madia perchè non esiste ancora una pianta organica della ricerca negli Istituti che per Statuto devono svolgere ‘ricerca sanitaria d’eccellenza’. Istituti di Ricerca senza ricercatori: un ossimoro in essere.
Piuttosto che sanare definitivamente questo deplorevole e kafkiano quadro lavorativo, la L. 205/17 Art.1, commi 422-434, ha infatti istituito il cosiddetto contratto ‘Piramide della Ricerca’, ideato e reso attuativo rispettivamente dagli ex Ministri Lorenzin e Speranza. Un contratto di lavoro a tempo determinato di 5 anni, rinnovabile per altri 5 solo previo superamento di obiettivi scientifici sfidanti (e verifica della disponibilità economica) a fronte di una retribuzione da tecnico. Tale contratto, già discutibile per personale neolaureato, è stato paradossalmente imposto come unica prospettiva a lavoratori che avevano già accumulato da un minimo di 3 fino a 30 anni di precariato atipico IRCCS/IZS.
Quando la pezza è peggio del buco, questi sono i frutti che si raccolgono: dei 1800 firmatari del contratto Piramide a fine 2019, oggi sono rimasti meno di 1290 unità. Oltre il 25% del personale storico della ricerca sanitaria pubblica ha abbandonato gli Istituti in soli due anni, regalando al settore privato competenze ed eccellenza formatesi con i soldi dei contribuenti. Intanto, cervelli attirati dall’estero per cui ci sarebbero fondi dedicati: 0.
Che l’esperimento socio-lavorativo della Piramide della Ricerca applicata a lavoratori altamente specializzati e di esperienza fosse fallimentare è stato sancito, nero su bianco, dall’OdG multipartitico corale della Commissione Affari Sociali della Camera il 25 maggio 2022 (seduta n. 701 9/3475-A/5- https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=9/3475-A/5&ramo=C&leg=18 ): ‘..la 205/17 ha sortito esattamente l’effetto contrario delle intenzioni della legge ed ha di fatto regolarizzato, anziché arginare, l’abuso dei contratti a termine, gettando le basi per una sorta di precariato a vita’. Tale OdG impegna quindi il Governo a risolvere questa indegna condizione lavorativa ‘alla prima occasione favorevole - anche in sede di esame della prossima Legge di Bilancio - attraverso una proposta normativa volta allo stanziamento di risorse per consentire la stabilizzazione del personale ricercatore e il personale di supporto alla ricerca sanitaria degli IRCCS e IZS pubblici italiani e l’istituzione di un ruolo dirigenziale della ricerca’.
Nel decreto legislativo di Riforma IRCCS, recentemente licenziato in via preliminare dallo scorso CdM, si trova qualche importante segnale per la ricerca sanitaria tra cui i principi secondo cui nelle piante organiche degli IRCCS deve risultare almeno il 35% di personale “ricercatore” (art 7, comma 1, lettera b1), i 10 anni di contratto a termine previsti dal percorso di formazione della Piramide possono essere ridotti in caso di valutazione positiva (art.10, comma 1) e gli IRCCS devono definire il numero di posti destinati alle attività di ricerca per l’inquadramento a tempo indeterminato del personale della ricerca sanitaria assunto con il c.d. contratto della Piramide (art 10, comma 2). Auspichiamo che tale DL venga presto approvato dalla conferenza Stato-Regioni e dalle commissioni parlamentari competenti appena insediate in quanto questo renderebbe il percorso della Piramide più attrattivo per le nuove leve che intendono entrare ora nel sistema della ricerca sanitaria.
L’attuale abuso di contratti a termine dei lavoratori storici della ricerca sanitaria pubblica non verrebbe invece minimamente scalfito nemmeno dall’approvazione del DL Riordino IRCCS. L’applicazione del percorso della Piramide della Ricerca al personale già storico degli Istituti ha, di fatto, violato sia le norme Italiane sia quelle sovranazionali (Direttiva europea 70/99) secondo cui “i contratti a tempo indeterminato sono e continueranno ad essere la forma comune dei rapporti di lavoro” mentre il contratto a termine dovrebbe avere solo carattere di eccezionalità secondo “ragioni obiettive per la giustificazione del rinnovo dei suddetti contratti o rapporti” definendo “una durata massima totale dei contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato successivi”. Condizioni che per i lavoratori con alle spalle indefiniti anni o decenni di contratti atipici non sono rispettate.
La nomina dell’On. Gemmato, firmatario del suddetto OdG del 25 Maggio scorso, come Sottosegretario al Ministero della Salute è però motivo di speranza per i lavoratori precari storici della ricerca sanitaria pubblica. Avendo già chiara la situazione attuale, il nuovo Governo potrà finalmente cambiare rotta nella gestione di tale personale e, nel rispetto delle norme anti abuso di contratti a termine, inserire nel prossimo disegno di legge di bilancio “...la stabilizzazione del suddetto personale ai sensi dell'articolo 20 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n.75, considerando gli interi periodi coperti da rapporti di lavoro flessibile e borse di studio, anche in deroga ai vigenti limiti di spesa per il personale degli enti del Servizio sanitario nazionale” come si legge nell’OdG.
Consapevoli delle difficoltà attuali che vive il nostro Paese, ricordiamo che la copertura finanziaria è già presente. Vi è un finanziamento strutturale per il personale della ricerca sanitaria previsto dalla L. 205/17 (90 milioni/anno a partire dal 2021), sufficiente per coprire sine die il costo dei contratti dei lavoratori storici attualmente esistenti. Un eventuale ulteriore finanziamento servirebbe invece per reclutare nuove leve, anche da inserire nel percorso della Piramide della Ricerca, per tentare di recuperare il grave abbandono di personale della ricerca sanitaria dagli IRCCS pubblici e IZS.
Vogliamo quindi riporre fiducia nel nuovo Governo perché i biologi, gli ingegneri, i farmacisti, gli statistici, gli infermieri, gli amministrativi e le tante altre figure professionali che lavorano da decenni nell’innovazione della sanità pubblica italiana possano trovare quest’anno il giusto inquadramento.


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