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Non autosufficienza/ L'intervista a Maria Teresa Bellucci: «Assistenza a 3 milioni di anziani e troveremo più fondi per la riforma»

di Barbara Gobbi (da Il Sole-24Ore)

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24 Esclusivo per Sanità24

L'Italia è la prima nazione in Europa e la seconda nel mondo dopo il Giappone per numero di anziani: realizzare politiche integrate sociosanitarie è un'emergenza non più rinviabile anche considerando che già oggi gli over 65 sono 14 milioni e i non autosufficienti sfiorano i3 milioni, per avviarsi a quota 5 milioni nel 2030. Va ridisegnato il complesso dei servizi utili a dare conforto a queste persone che inevitabilmente avranno bisogno di cura e assistenza e il Governo Meloni ha intenzione di farlo di concerto con tutti i ministeri competenti. È un grande disegno, di cui per il momento abbiamo tracciato la cornice, che sarà riempita di contenuti in un'ottica finalmente di Legislatura e con il supporto degli altri attori istituzionali e delle organizzazioni sul territorio». Maria Teresa Bellucci, prima viceministra al Lavoro e Politiche sociali con delega a Povertà, Inclusione sociale, Terzo settore e immigrazione è tra gli artefici del Ddl delega per gli anziani approvato il 19 gennaio. Un testo che attua il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Cosa cambia rispetto alla versione adottata dal Governo Draghi?
Allora era stato gettato un primo seme ma quel testo era nato a Palazzo Chigi al di fuori dei dicasteri competenti e forse anche nella consapevolezza che l'esecutivo non avrebbe potuto realizzarlo. Nel nostro Ddl permane l'attenzione all'integrazione sociosanitaria e a figure come i caregiver, ma noi abbiamo voluto rendere più intelligibili e coordinate le misure, dettagliando il riferimento ad aspetti importanti come il cohousing e il turismo. Inoltre abbiamo inserito temi come le cure palliative e l'hospice. Poi è chiaro che questa è una delega in cui si traccia il perimetro: in Parlamento potrà essere perfezionata e migliorata - tanto più che il tema non è certo divisivo - e poi troverà la messa a terra con i decreti attuativi a fine 2023.
Tra le priorità c'è l'Assistenza domiciliare agli anziani, per cui l'Italia è ancora fanalino di coda
La situazione è difficile, con una media intorno al 3% nelle Regioni. Il primo passaggio è stabilire un dialogo tra ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e ministero della Salute: pare incredibile ma fino a tre mesi fa la regola era "tavoli separati". Questo Governo ha già attivato a Palazzo Chigi un tavolo interministeriale sulle politiche per la terza età. Parliamo di temi molto eterogenei: si mira a tracciare a 36o gradi le politiche in termini di prevenzione, cura, trattamento, supporto e inclusione. Il lavoro tra ministeri, Regioni, enti locali e attori di Terzo settore e società civile non è una strada facile, anche perché mai percorsa, ma di sicuro è la più proficua.
Intanto, il Ddl prevede un Comitato (Cipa) subito operativo, con ruolo di regista
Il Cipa innanzitutto si dedicherà all'esame dei dati disponibili che arrivano dai singoli ministeri, cercando di mettere a sistema le informazioni proprio in vista dell'integrazione sociosanitaria. È la premessa per poter disegnare politiche attive per gli anziani.
A che punto sono i Livelli essenziali delle prestazioni sociali?
I Leps vanno completati e questo spetta al mio ministero insieme alla Conferenza Unificata. L'importante è scongiurare quanto è accaduto per i Lea sanitari, che anche se scritti sulla carta sono parzialmente inapplicati. In questo senso , è forte il segnale di attenzione del Governo Meloni, il primo ad assegnare a un viceministro la delega per le Politiche sociali.
C'è un cambio di passo anche con il nuovo "assegno anziani"?
Abbiamo previsto che il non autosufficiente possa scegliere tra beneficiare di un trasferimento economico oppure godere di un sistema di servizi. Potremmo anche immaginare una sperimentazione per verificare quale strumento possa raggiungere meglio l'obiettivo. Che è sempre - lo voglio ricordare - quello di far accedere le persone alla terza fase della vita senza farle sentire uno scarto, isolato o escluso dalla società e dalla comunità. Tutto il resto sono percorsi, da definire anche guardando alle altre nazioni.
Le risorse: oltre a riorganizzare i tanti Fondi esistenti ne andranno recuperate di nuove?
La legge tiene conto dei Fondi che sono stati attivati fino a oggi e di certo il Pnrr è uno strumento importante, che aiuta e promuove. Ma nelle Finanziarie che si avvicenderanno l'obiettivo condiviso con gli altri dicasteri e con il ministero dell'Economia sarà di individuare altri soldi.
Già nel prossimo Def?
Penso di sì: c'è consapevolezza che per dare le gambe a una legge come questa bisogna individuare risorse nuove. Ciò nel contesto di un Governo di Legislatura in cui tutte le misure dialogano tra loro.


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