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Schillaci, su sanità digitale e terapie digitali aumentare il passo sfruttando la grande occasione del Pnrr

di Red. San.

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«La sanità digitale e lo sviluppo delle innovazioni tecnologiche nel campo della medicina sono fondamentali. La pandemia e il Pnrr hanno impresso un'accelerazione al processo di digitalizzazione della sanità italiana, che fino al pre pandemia stentava a prendere piede. Basti considerare che la recente mappatura condotta dal ministero della Salute su tutte le esperienze di telemedicina attive nel 2021 ha fotografato l'attivazione di 369 esperienze di telemedicina contro le 282 del 2018 e proprio rispetto a quell'anno sono raddoppiati i progetti di telemonitoraggio, l'incremento esponenziale della televisita e tuttavia ci sono purtroppo differenze significative tra le Regioni. Occorre premere sull'acceleratore per poter disegnare una sanità più moderna, inclusiva e vicina ai cittadini per poter garantire elevati standard assistenziali a tutti». Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenuto a Roma al ministero alla presentazione del documento programmatico e dell'Intergruppo Parlamentare sanità digitale e terapie digitali, guidato dall'onorevole Simona Loizzo. «La digitalizzazione delle cure - ha aggiunto - è sinonimo di una sanità che sa offrire un'assistenza di prossimità anche e soprattutto agli over 65 che nel 2050 saranno il 35% della popolazione italiana ed è un modo efficace per ridurre i tempi di attesa e i ricorsi spesso impropri ai Pronto soccorsi. Investire nella sanità digitale significa dare concretezza al concetto di multidisciplinarietà, facilitare lo scambio di informazione tra gli operatori e realizzare quell'integrazione tra ospedale e territorio che è sempre più necessaria per una presa in carico appropriata delle cronicità. Davanti ai tanti benefici sia in termini di esiti di cura sia di efficienza economica, è prioritario alzare il passo per implementare nei tempi prestabiliti i progetti e le iniziative previsti nel Pnrr».
E il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha sottolineato il ministro della Salute, è «un'occasione irripetibile per incrementare la diffusione della telemedicina così come del Fascicolo sanitario elettronico, che secondo una rilevazione condotta dall'Osservatorio digitale del Politecnico di Milano nel 2021 era utilizzato solo dal 12% dei cittadini mentre addirittura il 62% non ne aveva mai sentito parlare. Questo è un gap da colmare considerato l'importanza che riveste nella capacità di erogazione e monitoraggio dei Lea, per i quali di recente dopo oltre sei anni la Conferenza Stato-Regioni ha raggiunto l'Intesa».
Le sfide per il territorio. Schillaci ha ricordato la pubblicazione del decreto di ripartizione tra le Regioni per potenziare l'assistenza domiciliare, che nel 2026 dovrà coprire almeno il 10% della popolazione over 65 e allo stesso tempo, ha spiegato, «stiamo lavorando alla realizzazione della Piattaforma nazionale di telemedicina, progetto che grazie alla collaborazione con Agenas pone l'Italia all'avanguardia rispetto ad altre nazione Ue per l'utilizzo del Pnrr e questo consentirà in concreto di gestire l'erogazione dei servizi di telemedicina. A sua volta il portale nazionale per la diffusione della telemedicina gestito dal ministero - ha affermato - avrà un ruolo centrale di informazione e formazione per i cittadini, i professionisti sanitari e le imprese del settore nonché una funzione di monitoraggio sull'effettivo uso della telemedicina nell'assistenza sanitaria su tutto il territorio nazionale».
L'ammodernamento degli ospedali e le terapie digitali. Nel complesso, il Pnrr consentirà anche di ammodernare il parco tecnologico e digitale ospedaliero, di rendere gli ospedali più sicuri e sostenibili e anche di rafforzare il sistema di raccolta e analisi dei dati, «che sono sempre più strategici - ha rilevato il ministro - per un'efficace programmazione sanitaria e per la ricerca e la prevenzione delle malattie. Credo che sia fondamentale portare avanti questa rivoluzione culturale che è in atto, guardare alle innovazioni con coraggio e interesse e avere uno spirito di collaborazione con l'Europa anche per approcciarci in modo corretto alle terapie digitali: sono dispositivi medici - ha proseguito Schillaci - che negli Usa si stanno diffondendo rapidamente tanto che nel solo 2022 l'Fda ha approvato l'utilizzo nella pratica clinica di circa 99 terapie digitali di cui la maggior parte in ambito cardiovascolare e radiologico. Aprono scenari che meritano grande attenzione ma anche prudenza nel bilanciare lo slancio tra le promesse delle tecnologie e dell'Intelligenza artificiale e la solidità delle evidenze scientifiche. Ogni strumento che afferisce alle tutela della salute deve essere sottoposto a un rigoroso vaglio scientifico».
Le terapie digitali rappresentano la nuova era nella quale gli interventi terapeutici per molte patologie sono guidati da software basati su evidenze scientifiche frutto di sperimentazioni cliniche rigorose che, rendendo possibili percorsi di cura basati su interventi cognitivo-comportamentali personalizzati sui singoli pazienti, migliorano enormemente gli esiti clinici relativi ad un ampio spettro di patologie. Dalle malattie croniche come il diabete, all’asma o all’ipertensione, dalle malattie mentali alle dipendenze (che rappresentano ad oggi i veri ambiti di patologia in cui le prime DTx sono state sviluppate, testate ed autorizzate), fino alla possibilità di incidere in modo determinante anche nei percorsi riabilitativi; solo per citare alcuni degli ambiti sanitari nei quali le terapie digitali possono potenziare le risposte terapeutiche.
Le direttrici intorno alle quali il lavoro dell’Intergruppo dovrà svilupparsi saranno molteplici, a partire dalla necessità di promuovere tutte le sinergie istituzionali che possano contribuire a definire un comune indirizzo regolatorio per le terapie digitali, oltre ad assicurare un accesso omogeneo, a livello sia nazionale che regionale, agli strumenti della sanità digitale. Di primaria importanza poi sarà dall’interazione dell’Intergruppo con gli altri organismi parlamentari e istituzionali europei che sono impegnati in questi specifici ambiti.


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