Salute, ambiente e risparmio energetico per un nuovo Rinascimento italiano: il Manifesto lanciato da tre studiosi

di Manuela Perrone

È possibile un nuovo Rinascimento italiano? Proprio mentre Roberto Orsi della London School of Economics ci dà per spacciati , tre studiosi di discipline diverse - un medico esperto in invecchiamento e nutrizione, un economista e un ingegnere ambientale - lanciano un nuovo paradigma di sviluppo economico ecosostenibile per rimettere al centro la salute dell'uomo e dell'ambiente e la valorizzazione del capitale culturale, artistico e naturale del Paese.

Nel Manifesto che hanno messo a punto, che si può sottoscrivere sul blog del Ceis Tor Vergata , Luigi Fontana, Vincenzo Atella e Daniel M Kammen suggeriscono una strada ambiziosa per uscire dall'impasse che paralizza l'Italia: puntare a «un disegno sistemico, integrato e trandisciplinare che coinvolga i migliori "cervelli" di cui dispone l'Italia».

Quale sviluppo
La premessa dei tre studiosi è netta: «L'attuale modello economico di sviluppo proposto dai Paesi industrializzati e in via di sviluppo non è sostenibile». La corsa a estrarre più risorse per produrre più cibo, più farmaci, più energia è ancora possibile ma «avrà conseguenze disastrose sulla salute dell'uomo e dell'ambiente, e in ultima analisi sul benessere sociale ed economico dell'intero pianeta». Gli effetti sono già sotto gli occhi di tutti: l'epidemia di obesità e di patologie croniche associate agli scorretti stili di vita, il crescente inquinamento ambientale, il riscaldamento globale, lo sfruttamento sconsiderato delle risorse energetiche e naturali.

Il Rinascimento insegna
C'è una lezione tutta italiana, sostiene il Manifesto, che dovremmo recuperare dal cilindro della memoria. Quel fermento partito da intellettuali e artisti nell'Italia del '400 che segnò il passaggio dal Medioevo all'era moderna prima nella penisola e poi nel resto d'Europa. Un'eredità che il mondo intero ci riconosce. Oggi come allora - è la proposta - l'Italia può essere rilanciata «come attore principale di un Nuovo Rinascimento che ponga al centro delle politiche sociali e industriali la valorizzazione della salute dell'uomo e dell'ambiente, il capitale culturale, artistico e naturale per uno sviluppo economico duraturo perché ecosostenibile».

La chiave del risparmio energetico
Come ampiamente illustrato in un articolo pubblicato on line , Fontana, Atella e Kammen considerano l'efficienza energetica il principio unificante per la salute umana, ambientale e globale. E immaginano un'Italia completamente diversa dall'attuale, fatta di città verdi e silenziose, di auto sospinte da motori ibridi elettrici e a idrogeno, da elettrodomestici azionati grazie al vento e al sole. Un'Italia senza discariche, con un sistema agricolo ecosostenibile, con una pressione fiscale ridotta grazie al taglio della spesa pubblica improduttiva. Un'Italia fatta da cittadini sani perché mangiano cibo salutare, perché possono contare su reti sociali utili, perché lavorano di più. Anche per merito dei turisti provenienti da ogni angolo del mondo che prendono l'Italia a modello.

Realtà o fantascienza?
Non ci stanno a passare per visionari, i tre studiosi. E spiegano: «Molte delle conoscenze scientifiche per azzerare l'inquinamento, per prevenire con adeguati stili di vita la maggior parte delle malattie croniche (e i costi sociali connessi), per costruire case super coibentate che non consumano ma producono energia, automobili super-leggere in fibre di carbonio a trazione elettrica/idrogeno, e molti altri miglioramenti necessari per vivere una vita lunga, sana e felice sono già disponibili e sono state proficuamente applicate in una misura che va ben oltre la sperimentazione prototipale». Quel che manca è «l'applicazione integrata di queste conoscenze a favore della salute dei cittadini e dell'ambiente». Come a dire: gli strumenti e il know how esistono, ma non sono usati. Per colpa di «una visione riduzionistica e arretrata».

Apocalittici contro integrati
La celebre dicotomia che Umberto Eco aveva individuato a proposito della cultura di massa si ripropone qui. Da un lato c'è la visione apocalittica di Orsi, dall'altro ci sono le idee di Fontana, Atella e Kammen, già sottoscritte da tanti altri studiosi e intellettuali tra cui Umberto Veronesi. I tre esperti continuano a ricordare il passato per invitare a non mollare: «Le condizioni di partenza del Tardo Medievo in Italia non erano certo migliori di quelle che abbiamo oggi, ma i nostri antenati furono capaci con le loro idee di influenzare e cambiare il mondo. Le ingenti risorse accumulate fino a quel punto furono investite per costruire palazzi, chiese e monumenti, per commissionare dipinti, statue e opere letterarie, determinando così un fermento culturale e la creazione/attrazione di capitale umano. La situazione oggi si ripete. Esistono ingenti capitali che aspettano solo di essere diretti da una visione strategica e non da interessi di breve periodo».