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«Salviamo il soldato Ssn, universalità a rischio»: le proposte di Action Institute al vaglio degli esperti

Il Titolo V ha di fatto annullato l'universalità del Ssn. E il Sud rischia per colpa dei tagli linerai di veder tagliate le prestazioni. Con risultati che se non sono paragonabili a quelli della Gercia dove la mortalità neonatale è aumentana del 25%, quella infantile del 40%, la suicidabilità del 36% e i suicidi del 45%. Fatto sta che i tagli e l'impossibilità spesso dei cittadini di ricorrere alle cire per ragioni economiche i suoi primi effetti li ha già avuti e, ad esempio, l'aspettativa di vita dei cittadini di Napoli e Palermo è quattro anni inferiore a quella dei cittadini di Bologna e Trento. E servirebbe un po' più di "centralismo" per garantire prestazioni uniformi uguali per tutti perché altrimenti è invetabile che le Regioni con alcune marce in più lascino indietro quelle impantanate nei problemi economici e nei piani di rientro.

Tutti d'accordo quindi sulla necessità di tutela dell'universalità alla presentazione della "Healthcare Roadmap 2030" di Action Institute , il think thank che ha messo in fila la sua ricetta in cui si suggerisce un insieme organico di interventi, cui mettere mano da subito.

La priorità quindi è preservare universalità ed equità del Servizio sanitario nazionale. Ma perché l'obiettivo sia effettivamente raggiungibile occorre mettere in campo una serie di azioni e di riforme organiche.

Tra le priorità, indicate nel testo - anticipato nei mesi scorsi da Il Sole-24Ore Sanità - di cui si è dibattuto oggi a Roma in occasione di una tavola rotonda organizzata nella sede dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato indicazioni, una serie di passi obbligati per attrarre in Italia medici formati all'estero, trasformare il Ssn in una calamita per ricercatori e specialisti, con l'ambizione di cambiare il sistema andando a incidere su alcune delle problematiche più urgenti. Serve intanto, affermano da Action Institute, cambiare rotta su spese e risorse, con costi certi e la libertà per il paziente di scegliere il proprio ospedale. Garantendo comunque un Ssn universale ed equo, dove il privato può dare un contributo ma solo dopo aver modificato l'aspetto normativo.

«Dal documento emergono alcuni temi chiave - afferma Giovanni Pitruzzella, presidente dell'Antitrust - si suggerisce di ridurre il condizionamento della politica sulle nomina dei dirigenti Asl, di distinguere nettamente tra chi propone regole e chi acquisisce i servizi. Infine, di premiare le regioni in base al servizio che erogano». Una delle criticità evidenziate dal documento «è la gestione delle risorse umane del Ssn, come i primari e i dirigenti delle Asl - afferma Carlotta de Franceschi, presidente Action Institute - su queste servirebbe una netta separazione tra politica e sanità».

Parzialmente critico con le indicazioni contenute nella Roadmap è il presidente dell'Agenas Giovanni Bissoni, per cui se è vero che si tratta di «un documento molto importare e condivisibile in tante parti», su alcuni punti esprime qualche perplessità. «Il tema della libera scelta del paziente - precisa infatti - è centrale ed è un valore e un diritto. Il problema è come il Ssn può rafforzare tutto questo».

«Nella sanità c'è sempre stata diffidenza verso un sistema concorrenziale - chiosa Roberto Chieppa, segretario generale dell'Agcm - ma l'apertura ad altri soggetti non può che fare bene, sempre garantendo la trasparenza».

Critico con il governo è invece Walter Ricciardi, ordinario di sanità pubblica dell'Università Cattolica di Roma: «Sulla salute e sulla sanità io non ho ancora sentito una parola dal Governo Renzi». Eppure, ricorda, «l'orizzonte 2030 è lontano ma ci dobbiamo muovere, altrimenti saremo un Paese che esporta medici, dopo averli formati spendendo molto, ma che cureranno pazienti non italiani all'estero».

I contenuti e le finalità del paper (VEDI TESTO CORRELATO). La Roadmap si articola in quattro capitoli. I primi due sono dedicati all'analisi dei risultati raggiunti, alle aree di miglioramento da affrontare e delle loro determinanti. La seconda parte del testo delinea la visione al 2030 e i valori fondanti su cui basare i pilastri di riforma del sistema: (i) rafforzamento della governance con l'obiettivo di rafforzare le tutele e la capacità di governo e controllo del sistema anche minimizzando conflitti di interesse e interventi arbitrari della politica (ii) empowerment dei pazienti attraverso accresciuta trasparenza ed elevata disponibilità pubblica di dati sanitari con obiettivo di favorire la piena capacità di scelta dei pazienti in termini di luogo di cura e medico, consentire loro di disporre dell'informazione necessaria per le migliori scelte di stile di vita e gestione efficace dei trattamenti a cui sono sottoposti, esercitare una tensione positiva all'aumento di produttività di chi eroga i servizi, consentire di legare il rimborso delle prestazioni al valore delle stesse e consentire alle aziende di settore di rendere più produttivi gli investimenti e portarne più rapidamente i benefici ai pazienti; (iii) definizione di un chiaro sistema di incentivi e consequence management con l'obiettivo di orientare chi gestisce i servizi a ottimizzare la performance sanitaria fornendogli adeguati poteri di gestione; (iv) revisione del modello di finanziamento in base ai risultati e non ai costi sostenuti al fine di incentivare/premiare i comportamenti virtuosi. Infine nel caso delle Regioni in Piano di rientro, e di più per quelle commissariate, si propone da un lato di operare una ristrutturazione del debito pregresso e dall'altro operare un vero e proprio turnaround gestionale di queste Regioni reimpostandone la programmazione su tre dimensioni: (a) struttura (b) governance (c) capacità manageriali.

La Roadmap 2030 è stata sottoposta all'attenzione di politici e istituzioni, dopo un lungo lavoro di confronto a monte, con l'obiettivo di mettere a punto gli step per la sua realizzazione. In quest'ottica si inseriscono gli altri due documenti, elaborati successivamente da Action Institute, dal titolo "Empowering Healtcare Management" e "Sanità. Come spezzare il circolo vizioso". Testi in cui è ribadita la filosofia di Action Istitute, all'insegna dell'art. 32 della Costituzione e articolata in quattro "credo":
1. Crediamo che la Salute del cittadino debba essere la priorità ed il principale punto di riferimento per misurare ogni proposta relativa al SSN.
2. Crediamo che in special modo in questo momento storico, si debba prestare particolare attenzione a soluzioni che tutelino le categorie più deboli valorizzando la Sanità come forma particolare di welfare e che siano un motore di sviluppo, crescita ed innovazione per il Paese.
3. Crediamo che le limitate risorse fiscali, l'invecchiamento della popolazione, il peso crescente delle malattie croniche da un lato e dall'altro la concomitanza delle opportunità derivanti dalla rivoluzioni in corso nel mondo della medicina, digitale e comunicazione, ci impongano una forte riflessione, ben oltre gli sprechi da eliminare, sulla sostenibilità del sistema preservandone la qualità, l'uniformità delle prestazioni e la relativa equità non in senso puramente nominale ma nei fatti tutti i giorni.
4. Crediamo che occorra trovare un equilibrio concreto e virtuoso tra autonomia e decentramento regionale (art. 5 della Costituzione) ed uniformità dei diritti fondamentali (art. 32 della Costituzione).