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Epatite C/ I pazienti a Renzi: «Subito un fondo per i farmaci salvavita». E il Pd fa un'interrogazione al ministro Lorenzin.
Mentre le associazioni chiedono con forza al Governo di stanziare fondi speciali per i superfarmaci in grado di debellare l'epatite C, nel pomeriggio è arrivata l'interrogazione parlamentare del Pd al ministro Beatrice Lorenzin: «È necessario che si arrivi presto in tutti i Paesi della Ue a un prezzo unico per i farmaci innovativi per curare l'epatite C, i quali hanno dimostrato di essere altamente efficaci, ma anche altrettanto costosi. È urgente, inoltre, l'inserimento nel sistema sanitario nazionale del farmaco Sovaldi atteso in Italia da circa 400 mila malati». Il ministro della Salute Lorenzin risponderà domani all'interrogazione a risposta immediata del Gruppo Pd alla Camera. Intanto, a margine di un convegno il direttore generale di Aifa,
I pazienti «Subito un fondo ad hoc»
Che il Governo si faccia promotore subito di «un fondo dedicato da 700 milioni di euro in dieci anni per i nuovi farmaci salvavita contro l'epatite C, altrimenti sarà impossibile debellare questa malattia, che fa 20 morti al giorno in Italia». Lo chiedono le principali associazioni di pazienti e medici in un appello pubblicato su pagina a pagamento del quotidiano La Repubblica, indirizzato al premier Matteo Renzi e al Consiglio dei Ministri. Una serie di nuovi farmaci molto costosi, ricordano gli esperti, promette di eradicare definitivamente il virus. Il primo di questi è appena stato approvato dal'Aifa, e altri sono in arrivo nei prossimi mesi. «Si tratta di un fatto storico, inimmaginabile fino a pochi anni fa - sostiene il documento sottoscritto da Epa C e Alleanza contro l'epatite ma anche da Lila, Plus e associazione Nadir, attive nel campo del'Hiv - ma che non sarà mai realizzato senza azioni mirate. Curare tutte le persone con epatite C significa anche risparmiare svariati
miliardi di euro ora spesi per gestire le conseguenze della malattia non curata». In Italia si stimano 300-500mila diagnosi di epatite C, ma circa un milione di persone potrebbe avere il virus senza saperlo. «A nome di tutte le persone affette - conclude il documento - chiediamo un fondo speciale per i farmaci salvavita». L'Aifa pochi giorni fa ha concluso la trattativa per il Sofosbuvir, il primo dei farmaci di nuova generazione, secondo alcune indiscrezioni per la cifra di 37mila euro a paziente. Secondo il direttore generale dell'agenzia Luca Pani i fondi esistenti possono bastare al massimo per quest'anno, mentre per i prossimi serve un finanziamento speciale.
Riportare il tema in Europa. «Dopo le dichiarazioni in pompa magna del ministro Lorenzin la questione del fondo per i farmaci per l'epatite C si è arenata». La denuncia è di Alessandra Cerioli, presidente della Lila, la Lega italiana per la Lotta all'Aids. «Noi collaboriamo da anni con le associazioni che si occupano di epatite C, anche per il fatto che il 30% dei sieropositivi ha anche l'infezione da Hcv - spiega Cerioli -. Già durante le riunioni con le industrie per la contrattazione sul prezzo si era capito che le cifre necessarie sarebbero state molto alte, ma il ministero è comunque in ritardo. Lorenzin ci aveva promesso che avrebbe portato la questione in consiglio dei ministri, e che ci sarebbe stata una norma ad hoc per il fondo nella legge di Stabilità, ma non si è visto nulla. Il problema principale è che noi in Italia non abbiamo idea di quanti pazienti si dovranno trattare - sottolinea Cerioli -. Non c'è una stima precisa del numero di malati e della loro gravità. Noi stiamo organizzando un evento sull'Aids in occasione del semestre europeo, e in quella sede chiederemo che venga messo all'ordine del giorno anche il tema dell'epatite C».
Il Governo risponda.
«Ogni giorno noi medici vediamo morire un malato di cirrosi che si poteva salvare con il farmaco - afferma Andrea Gasbarrini, epatologo e fondatore dell'associazione Alleanza per l'Epat -. La trattativa dell'Aifa si è conclusa a fine settembre, e da allora non si sa più nulla. Il ministro Lorenzin deve dare una risposta. Bisognerebbe avere il coraggio di dire che non ci sono i soldi per comprarlo, e invitare chi può a vendersi la casa, oppure stanziare almeno un piccolo budget per i casi più
urgenti». In Italia sono circa 10-12mila i pazienti che ne avrebbero bisogno urgentemente, mentre i malati in totale sono circa 1,5 milioni.
«C'è gente che non può aspettare - ribadisce Gasbarrini -. Sia noi medici che i pazienti sappiamo che il prezzo è alto, e per quello siamo stati noi a fare un elenco dei casi più urgenti e a dire di iniziare con quelli, ma una risposta ci deve essere».