Europa e mondo

Flop cure transfrontaliere. Otto europei su 10 non sono informati. Solo 177 le richieste di rimborso in Italia

di B.Gob.

La direttiva europea sulle cure transfrontaliere è pienamente operativa e sugli Stati membri, da due anni a questa parte, ha avuto l’effetto virtuoso di implementare trasparenza, attenzione alle riforme di sistema, Hta e cooperazione reciproca. Peccato che i cittadini, i veri destinatari del provvedimento pensato per favorire l’eccellenza assistenziale al di là dei confini naturali, e delle inefficienze, di ogni Paese, siano poco o niente informati. Quindi restano a casa.

A fare il punto sulla direttiva 2011/24/UE è il report appena prodotto dalla Commissione Europea: meno di due cittadini su 10 si considerano informati sul proprio diritto di ricevere cure all’estero e appena uno su 10 è consapevole dell’esistenza dei Punti nazionali di contatto, pensati proprio per fornire tutte le informazioni necessarie garantendo qualità e sicurezza. La regola della macchia di leopardo non viene meno neanche in questo caso, come sempre accade per la sanità: la consapevolezza crolla dal 24% registrato a Malta (comunque solo un quarto dei cittadini) al 6% della Gran Bretagna. L’Italia fa appena un po’ meglio, fermandosi al 10%.

La conseguenza è presto detta: la mobilità dei pazienti sulla base della programmazione regolamentata dalla direttiva resta bassa, molto al di sotto del potenziale registrato da un’indagine Eurobarometro, secondo cui la metà degli europei (il 49%, per la precisione), esprimono la disponibilità di andare in un altro Paese per poter ricevere trattamenti adeguati. Difetta anche la cruciale informazione sui diritti al rimborso per le prestazioni ricevute: soltanto 17 dei 21 Paesi che hanno previsto l’autorizzazione preventiva sono in grado di fornire informazioni adeguate sulle domande di autorizzazione. Risultato: una manciata di 560 richieste di autorizzazione, delle quali solo 360 sono andate a buon fine. L’Italia ha ricevuto 177 richieste e ne ha autorizzate 103.
La musica cambia in caso di prestazioni non soggette ad autorizzazione preventiva: Filandia, Francia e Lussemburgo registrano rispettivamente 17.142, 422680 e 117962 rimborsi. Ma questi numeri aggregano sia i dati della direttiva sia quelli degli altri meccanismi che erogano prestazioni sociali. Negli altri 20 Stati che insieme ai tre citati non precrivono autorizzazione preventiva, sono stati erogati 39.826 rimborsi direttamente riconducibili alla direttiva. La gran parte in Danimarca, dove il numero dei rimborsi è pari a 31.032.


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