Europa e mondo

Epatite C, Oms: Egitto record, curati 670mila pazienti

Oltre 670mila malati di epatite C in Egitto hanno ricevuto i farmaci innovativi in grado di eradicare il virus. Più di qualsiasi altro paese a reddito medio-basso e un numero pari quasi al totale dei pazienti affetti in Italia da questa malattia. E' quanto emerge dal primo rapporto globale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Rapporto globale sull'accesso ai farmaci per l'epatite C. Nel 2015, infatti, circa 170.000 egiziani sono stati trattati, nella sanità pubblica, con i super farmaci e altri 500mila da gennaio a settembre 2016. In Italia, a luglio, le persone curate o in cura erano 51mila (dati Aifa).
La prevalenza di HCV in Egitto è tra le più alte al mondo (il 7% tra 18 e 59 anni). Inizialmente il virus è stato diffuso attraverso il riutilizzo di siringhe ma tuttora il controllo delle infezioni è inadeguato. Le basi per la risposta al problema sono state poste una decina di anni fa, quando è stato istituito un Comitato nazionale per il controllo dell'epatite virale, che nel 2012 ha lanciato un Piano d'azione ad hoc. Anche grazie a questo, l'Egitto è stato il primo paese a negoziare una forte riduzione del prezzo del Sofosbuvir: 300 dollari per una fornitura di 28 giorni, il prezzo più basso in assoluto. Inoltre per questioni di brevetto, è stato possibile diversificare l'approvvigionamento e includere nella produzione un'azienda locale che ha abbassato il prezzo a 51 dollari. «Diversi fattori - sottolinea l'Oms - hanno reso programma HCV dell'Egitto un successo: alto livello di impegno da parte del governo; elevato livello di consapevolezza tra la popolazione; un Comitato Nazionale per attuare piani e programmi; una rete nazionale di centri di trattamento; la produzione locale di generici e biosimilari a prezzi accessibili; la predominanza di un singolo genotipo, che facilita la selezione dei regimi di trattamento».


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