Europa e mondo

Lancet, con anti-pneumococco -24% polmoniti in bimbi del Gambia

L'uso del vaccino contro lo pneumococco in Gambia ha ridotto del 24% i casi di polmonite nei bambini e del 61% i casi gravi. Lo riporta la prima valutazione completa dell'impatto della vaccinazione antipneumococcica (PCV) in un Paese a basso reddito, appena pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet Infectious Diseases.
Ogni anno, fino a un milione di bambini di età inferiore ai cinque anni muoiono per polmonite, rendendo questa malattia la causa più comune di morte nell'infanzia a livello mondiale.

In particolare a pagarne le conseguenze sono i bimbi di Paesi in via di sviluppo, a causa della maggiore vulnerabilità derivante dalla povertà e dalla malnutrizione. Di qui l'investimento del Gambia nell'introdurre vaccini pneumococcici coniugati (PCV) contro la polmonite, attraverso il programma Gambian Expanded on Immunization (EPI). Per determinare l'impatto del vaccino, il Progetto di Sorveglianza Pneumococcale, svolto da ricercatori dell'Università di Otago (Nuova Zelanda), ha arruolato 18.833 pazienti, provenienti da Basse, area rurale nell'est del Gambia.
Nel corso di un monitoraggio di 8 anni si è visto, utilizzando lastre a raggi x ai polmoni, che l'uso del vaccino ha ridotto del 24 per cento la polmonite nei bambini e i casi di polmonite molto grave del 61 per cento. In questo modo, «si salvano vite e si riduce un considerevole onere economico sul sistema sanitario e sulle famiglie. In particolare il vaccino impedisce preferenzialmente le forme più gravi di polmonite associate alla più elevata mortalità», afferma Philip Hill, del Centro per la Salute internazionale dell'Università di Otago. Per questo, concludono i ricercatori, «bisogna sostenere l'introduzione del vaccino nei Paesi a basso reddito».


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