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Covid/ Vertice Ue, Draghi sollecita un'accelerazione sulle vaccinazioni. il premier: «Dare priorità alle prime dosi»

di Radiocor Plus

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L'Ue deve andare più veloce sul fronte delle vaccinazioni. Lo ha sollecitato, si apprende da fonti italiane, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento al summit in videoconferenza dei capi di Stato e di Governo della Ue, la cui prima sessione è stata dedicata alla risposta europea al Covid. In un altro passaggio, indicano le stesse fonti, Draghi avrebbe rimarcato la necessità di avere un approccio inflessibile con le aziende inadempienti. Per rallentare la corsa delle mutazioni - è stato il senso dell'intervento di Draghi - occorre aumentare le vaccinazioni. Serve un'azione coordinata a livello europeo, rapida e trasparente. Per Draghi le aziende che non rispettano gli impegni non dovrebbero essere scusate. Il presidente del Consiglio ha sollecitato un approccio comune sui test e a un coordinamento per l'autorizzazione all'export. Parlando delle modalità di vaccinazione, il capo del Governo ha anche messo in rilievo la possibilità di dare priorità alle prime dosi, alla luce della letteratura scientifica. L'8% dei cittadini Ue ha ricevuto una prima dose, il 3% entrambe, ha fatto sapere intanto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Durante il vertice sono stati auditi i manager delle aziende interessate per fare il punto sui vaccini mancanti: la carenza e il conseguente recupero delle dosi è la priorità per completare la campagna vaccinale al più presto anche in considerazione delle varianti che rischiano di minacciare l'efficacia di almeno alcuni sieri. E allora dall'Ema arrivano le indicazioni ai produttori in un documento sui vaccini già autorizzati da verificare e "riadattare" alle mutazioni del virus.
A tracciare la sintesi era stato il commissario europeo agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, durante la sua lectio magistralis 'Rebuilding Trust' all'Università Luiss: «Vincere la pandemia - ha detto - è la base per poter ricostruire un percorso di fiducia, sappiamo che la vinceremo questa battaglia grazie ai vaccini e ai possibili progressi nelle terapie. Ma sappiamo che abbiamo sottovalutato l'imponenza del compito di produrre centinaia di milioni di dosi di questi vaccini in poche settimane». E ha proseguito: «Ma abbiamo anche qualche buona notizia, i no vax si stanno rivelando una minaccia piuttosto marginale e ci sono nuovi vaccini in arrivo e la sfida dalla prossima primavera ruoterà su efficacia alle varianti e logistica di distribuzione».


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