Europa e mondo

Il caso AstraZeneca: fondati dubbi scientifici o una guerra tra Stati?

di Licia Soncini *

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24 Esclusivo per Sanità24

L'incidenza di eventi tromboembolici nei soggetti che hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca non è più alta rispetto all’incidenza nella popolazione non vaccinata. Parola di Emer Cooke, direttrice esecutiva di Ema.
E allora di che stiamo parlando? Perché il vaccino di AstraZeneca è stato sospeso?
AstraZeneca è un’azienda con migliaia di dipendenti e molti prodotti in listino, fra cui diversi salvavita, che avrà danni di immagine e reputazione a lungo termine per una gestione improvvisata, a voler essere buoni, da parte delle Autorità regolatorie di mezza Europa. A voler essere meno buoni invece non può non venire il sospetto che l’azienda UK sia stata vittima di una vera e propria guerra di politica industriale fra Stati. Con buona pace delle belle promesse e dei buoni intenti di collaborazione (se ne esce tutti insieme era lo slogan, ricordate?), fatti quando la pandemia infuriava.
Ripercorrendo per sommi capi la storia recente, il vaccino AstraZeneca doveva essere il primo a dover arrivare sul mercato. Poi sono cominciati gli intoppi. Prima ci sono stati ritardi autorizzativi (un anomalo ritardo da parte della FDA nello sblocco dello studio US interrotto a causa di un evento avverso non correlato al vaccino), poi sembrava che fosse meno efficace degli altri vaccini, evenienza smentita dai fatti quando le vaccinazioni sono iniziate, poi si diceva che fosse stato testato solo su una fascia di popolazione, cosa che ha portato le autorità ad autorizzarne l’uso solo per alcune fasce di età, in Italia lo abbiamo autorizzato prima per gli under 55, poi abbiamo alzato la soglia ai sessantacinquenni, ma con la raccomandazione di preferire gli altri vaccini per le fasce di popolazione più fragili e vulnerabili. Perché? Ci sono problemi di sicurezza? O di efficacia?
Quindi è toccato alla polemica sui quantitativi delle forniture, causata sicuramente da errori di stima dell’azienda ma anche dal blocco delle importazioni da India e US. E, se è vero che il Ceo di AstraZeneca poteva evitare di fare polemica con le Autorità europee, è anche vero che le Autorità europee potevano evitare di addossare tutte le responsabilità all’azienda, diventata un troppo comodo capro espiatorio. Tutti hanno sbagliato nella gestione di una pandemia che non eravamo pronti ad affrontare, e ancora oggi, lo dimostrano tanto per fare un esempio le varianti del virus, andiamo avanti per approssimazioni progressive. Quello che sarebbe auspicabile, che in un primo momento c’è stato e ha permesso di dare la migliore risposta possibile all’emergenza, è la collaborazione fra Autorità e aziende e lo sforzo congiunto di tutte le parti in causa.
Non è poi mancato lo scoop con il sospetto del mercato illecito delle forniture. Abbiamo aperto una finestra su un mondo incredibile, associato le aziende ad un traffico illecito, ignorato i loro esposti alle autorità, e poi tutto è svanito nel nulla.
E alla fine sono cominciati i casi di morti sospette che sono state messe in relazione temporale con la vaccinazione ipotizzando un nesso di causalità privo di qualsiasi evidenza. Come dimostrato dalla statistica sull’incidenza delle trombosi fra popolazione vaccinata e non vaccinata, come ribadito da Ema che oggi ci dice che il vaccino AstraZeneca è sicuro
È davvero troppo per pensare che sia solo casualità. Grandi manovre di diplomazia vaccinale sono in corso da tempo, stando a quanto riportato sul sito di ISPI; Stati Uniti e Giappone sono pronti a finanziare un miliardo di dosi del vaccino Johnson&Johnson, prodotte in India e distribuite dall’Australia in tutto il sud-est asiatico; secondo il Financial Times l’iniziativa nasce come controffensiva americana ai progetti di esportazione di vaccino da parte di Pechino e Mosca. Mentre il fronte europeo è diviso e frammentato: Austria, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca trattano con la Russia per avere forniture di Sputnik e la Danimarca produrrà vaccini di seconda generazione con Israele. E le immunizzazioni nei Paesi europei procedono a rilento.
In altre parole, il mercato europeo è contendibile e l’Europa è divisa da tanti interessi di parte. La sospensione del vaccino AstraZeneca è riconducibile a questo. Ma se è comprensibile che Macron difenda Sanofi e la Germania curi gli interessi di BioNTech, meno comprensibile è la posizione italiana che ha finanziato lo sviluppo del vaccino anglo-svedese, attraverso l’accordo di AstraZeneca con la IBRM di Pomezia.
Intanto il vaccino AstraZeneca ha dimostrato “sul campo” una efficacia di oltre il 94 per cento, il costo del vaccino è di 2,9 euro per dose, (a copertura dei costi sostenuti per sviluppo e produzione perché AstraZeneca ha scelto di non avere profitto fino al termine della pandemia) e l’azienda fornirà il suo vaccino anche a Paesi a basso e medio reddito fino alla fine della pandemia, assicurando la copertura delle forniture in più di 188 Paesi attraverso partnership con varie organizzazioni non governative.
La sospensione del vaccino AstraZeneca per fortuna è stata breve il suo impatto sulla campagna vaccinale sarà recuperato in pochi giorni, dicono a Palazzo Chigi.
Speriamo. Intanto però molte persone, magari già un po’ in dubbio non si presenteranno all’appuntamento per farsi vaccinare. E qui c’è da dire che il generale Figliuolo l’ha pensata bene, regolando quello che un parroco siciliano aveva fatto con buon senso popolare già all’inizio della campagna vaccinale, distribuendo i vaccini avanzati a causa delle defezioni ai volontari che si presentavano. D’altra parte in tutte le guerre ci sono disertori e volontari. E #iomimettoinfila.

* Presidente Nomos Centro Studi Parlamentari


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