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Covid/ Gli Usa raccomandano la sospensione vaccino Johnson&Johnson dopo casi di coaguli. Con il fiato sospeso la campagna in Europa e in Italia

di Red. San.

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Negli Stati Uniti Fda e Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CdC) hanno raccomandato una sospensione nella somministrazione del vaccino monodose Johnson&Johnson dopo che sono stati riscontrati alcuni casi di coaguli nel sangue di individui vaccinati. Lo ha riportato per primo il New York Times sottolineando che la Food and Drug Administration e i Centers for Disease Control smetteranno di usare il vaccino nei siti federali e solleciteranno gli Stati a fare altrettanto in attesa delle indagini che seguiranno sull'affidabilità e sicurezza del vaccino.

Lo stop alla somministrazione si sarebbe imposto dopo che in sei donne giovani under 50 vaccinate - su 7 milioni di iniezioni fatte - si è sviluppata una rara patologia che ha provocato l'insorgenza di coaguli di sangue nelle due settimane successive alla vaccinazione. Il 14 aprile il CdC avvierà uno studio sui sei casi di eventi avversi che hanno portato allo stop nella somministrazione. Solo una settimana fa la Fda aveva deciso che non c'era correlazione con gli eventi avversi.

Dal canto suo J&J ha annunciato la decisione "di ritardare in modo proattivo" il lancio del suo vaccino contro il covid in Europa. In un comunicato il gruppo americano indica che sta esaminando questi casi con le autorità sanitarie europee" e che sta lavorando "a stretto contatto con esperti medici e autorità sanitarie". J&J aggiunge inoltre di sostenere "fortemente la comunicazione aperta di queste informazioni agli operatori sanitari e al pubblico".

Proprio oggi era stato annunciato dal commissario per l'emergenza, generale Francesco Paolo Figliuolo, l'arrivo in Italia delle prime 184mila dosi del vaccino J&J, attesissimo anche perché monodose e di facile conservazione. Questo ennesimo potenziale inceppamento nella campagna vaccinale anti Covid rischia di comportare, se si dovesse decidere anche in questo caso dopo quanto successo con AstraZeneca la somministrazione dai 60 anni, una difficoltà oggettiva nella copertura delle fasce d'età più giovani.

Dal canto suo, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha riunito Cts e Aifa ed è in contatto con Ema. "Valuteremo nei prossimi giorni - ha spiegato - appena Ema e gli Usa ci daranno notizie più definitive, quale sarà la strada migliore da seguire ma io penso che anche questo vaccino dovrà essere utilizzato perchè è un vaccino importante". Per Speranza, le decisioni delle autorità americane sulla sospensione e dell'azienda stessa di ritardare conseguentemente la distribuzione in Europa sono "scelte precauzionali". "Il nostro auspicio - ha concluso - è poter al più presto sciogliere questi nodi e poter usare anche questo vaccino".

Nel corso della registrazione in tv di Porta a Porta, Speranza ha inoltre sottolineato l'importanza del criterio delle fasce d'età per le priorità delle vaccinazioni anti-Covid. "Le Regioni devono stare a questa impostazione - ha detto - perchè chi è più anziano rischia di perdere la vita".


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