Europa e mondo

Covid: la pandemia potrebbe durare almeno 8 anni senza vaccini ai Paesi più poveri

di Aldo Morrone*

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24 Esclusivo per Sanità24

In Italia abbiamo somministrato oltre 18 milioni di dosi di vaccini. Per poter avvicinarci alla cosiddetta immunità di comunità (o di gregge), o comunque vaccinare almeno il 70% della popolazione italiana, sarebbe necessario raggiungere la quota di oltre 85 milioni. E se ogni giorno continuassimo a somministrare almeno 350 mila dosi, ci vorrebbero non meno di 6-7 mesi. Forse potremmo raggiungere quella percentuale a dicembre.

Cosa accade negli altri Paesi? Gli USA hanno somministrato il più alto numero di dosi (225 milioni) ma, in rapporto alla popolazione, è Israele il Paese che ha vaccinato di più. Al 24 aprile 2021 sono state inoculate nel mondo 549.735.772 prime dosi e 235.331.045 sono state le persone vaccinate con 2 dosi, cioè il 3,2% dell'intera popolazione. In Libia, in Niger, in Sud Sudan e in Camerun, per esempio, la percentuale di popolazione vaccinata è dello 0,01, rispetto a Israele che ha una percentuale del 119%. Abbiamo oggi i mezzi per correggere questo grande squilibrio. Oppure pensiamo di vaccinare solo il Nord del mondo e lasciare il Sud in balia dell'infezione da SARS-CoV-2?

Il Covax è un pool creato nel giugno 2020 con l'obiettivo di garantire che anche i Paesi più poveri abbiano accesso ai vaccini. A guidarlo è l'OMS, insieme con Cepi e Gavi Alliance. Dentro Covax si trovano governi, organizzazioni internazionali e filantropiche, società civile, settore privato, e anche case farmaceutiche, per distribuire due miliardi di dosi entro la fine del 2021 ai Paesi più poveri.

Covax avrebbe raggiunto 74 Paesi con 33 milioni di fiale, ma la sua missione è stata ostacolata dalle realtà politiche e dalla mancanza di coraggio. Inoltre rigide normative sui brevetti e sul trasferimento di tecnologia hanno rallentato lo scale-up del vaccino tanto necessario alla sua produzione, e probabilmente si applicheranno le stesse barriere per i nuovi trattamenti come gli anticorpi monoclonali. Le comunità politiche che rappresentano solo il 16% di tutta la popolazione mondiale si sono assicurate il 70% delle dosi disponibili per i cinque principali vaccini nel 2021. Di conseguenza, dozzine di Paesi devono ancora somministrare una singola dose, mentre altri hanno già immunizzato ampie proporzioni delle loro popolazioni.

La pandemia potrebbe durare almeno 8 anni senza vaccini ai Paesi impoveriti.
Le aziende farmaceutiche dovrebbero avere il potere di decidere chi ha accesso a cure o vaccini e a quale prezzo? Nonostante abbiano beneficiato di circa 100 miliardi di euro in aiuti pubblici, le Big Pharma mantengono il monopolio della produzione per ottimizzare i profitti.

L'erogazione di fondi pubblici per la ricerca scientifica dovrebbe sempre essere accompagnata da garanzie sulla disponibilità e prezzi accessibili a tutti, a partire dalle popolazioni più fragili. Esistono precedenti importanti. Non solo la battaglia per il libero accesso ai farmaci anti-retrovirali all'inizio del Duemila. Durante la Seconda guerra mondiale, il governo Usa riuscì a incrementare la produzione di penicillina grazie alla collaborazione tra aziende e università pubbliche, senza badare alla proprietà intellettuale.
È indispensabile sospendere i brevetti per i vaccini anti Covid. Il virus continuerà a circolare e a mutare, vanificando gli sforzi economici e i sacrifici di tutti. È in gioco il futuro di tutti.
Ma sarà sufficiente Covax e la sospensione dei brevetti per vaccinare l'intera popolazione mondiale? Oppure dovremo fare i conti con un'altra ipotetica realtà? Per quanto tempo infatti durerà la protezione del vaccino? Probabilmente, solo alcuni mesi, poiché gli unici che determinano protezione per tutta la vita sono quelli per le infezioni come il morbillo. È noto che l'immunità naturale per i Coronavirus umani non funziona. È possibile pensare allora che l'immunità di comunità per il COVID-19 possa essere solo un miraggio? Saremmo capaci di vaccinare miliardi di individui che vivono in Paesi privi di sistemi socio-sanitari, di laboratori e di infrastrutture? Avremmo la capacità di produzione di vaccini per tutti? Saremmo in grado di contrastare le nuove varianti, quando sembra che solo i vaccini RNA messenger possano farlo in tempi ragionevoli?

Forse dovremmo prepararci a un nuovo scenario, come suggerito da molti studiosi: il COVID-19 potrebbe diventare endemico e in quel caso, sarebbero necessarie vaccinazioni periodiche come quelle anti-influenzali.

Nel frattempo dovremmo però cambiare radicalmente i nostri modelli di sviluppo economico per evitare un nuovo salto di specie, che tengano conto della transizione ecologica, parola oggi così di moda, ma di cui ancora poco conosciamo lo sviluppo.

*Specialista in Dermatologia tropicale, infettivologica e Medicina delle Migrazioni
Direttore scientifico Istituto San Gallicano IRCSS di Roma


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