Europa e mondo

Briand (Oms), Omicron va studiata, delta resta prevalente perciò vaccinarsi. L'Organizzazione: migliorare il sostegno all'Africa

di Barbara Gobbi

S
24 Esclusivo per Sanità24

«La variante Omicron si è appena presentata, non ci sono prove che sia più aggressiva della delta, che è dominante in Europa: i vaccini per quest'ultima sono efficaci e quindi è particolarmente importante che soprattutto le persone a rischio come anziani e fragili si proteggano adesso. Allo stesso tempo la scienza farà il necessario per raccogliere le informazioni necessarie sulla nuova variante». Così Sylvie Briand, direttrice del dipartimento malattie infettive dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in un intervento televisivo. «Oggi - ha aggiunto - le misure che abbiamo a disposizione sono particolarmente importanti per contrastare il virus, sia il vaccino sia le misure non farmacologiche come le mascherine e l'igiene». Quanto alla scelta di chiudere le frontiere a chi proviene da Paesi dove sia presente Omicron, secondo Briand bisogna «raccogliere maggiori informazioni e intraprendere misure proporzionate al rischio, senza reagire esageratamente in questa fase e assumere decisioni basate sulla scienza. Queste sono state da subito le nostre raccomandazioni ma ogni Paese ha preso le decisioni che voleva. Ciò che serve è capire bene cosa è questa variante, è importante raccogliere i dati e condividerli, la chiusura delle frontiere non l'abbiamo raccomandata». Infine, sulla vaccinazione nella fascia 5-11 anni, «guardiamo ancora una volta alla scienza - ha detto Briand -: abbiamo molti dati sui vaccini per i bambini, proteggono contro la malattia grave e dobbiamo usarli di sicuro per i bambini a rischio. Poi sta a ogni Paese analizzare i benefici e i rischi del vaccino e fornirli a chi ne ha bisogno».
La scena al momento è tutta per la variante Omicron ed è da qui che parte anche un forte monito a supportare adeguatamente, con forniture di vaccini programmate ma anche con il supporto necessario alla logistica, i Paesi africani. «Basandosi sulle lezioni apprese dalla nostra esperienza collettiva con le donazioni di dosi negli ultimi mesi», l'African Vaccine Acquisition Trust (Avat), i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa Cdc) e Covax in un comunicato congiunto « desiderano attirare l'attenzione della comunità internazionale sulla situazione delle donazioni di vaccini Covid-19 all'Africa e ad altre economie partecipanti a Covax, in particolare quelle supportate dal Gavi Covax Advance Market Commitment (Amc). Avat e Covax - si legge nel comunicato - sono sinergici nell'aiutare i paesi africani a raggiungere i loro obiettivi di immunizzazione, riconoscendo l'obiettivo globale di immunizzare il 70% della popolazione africana. Le donazioni di dosi sono state un'importante fonte di approvvigionamento mentre altre fonti si stanno intensificando, ma la qualità delle donazioni deve migliorare».
Secondo gli organismi di supporto alla consegna dei vaccini nei Paesi più poveri, la maggior parte delle donazioni fino ad oggi sono state ad hoc, fornite con poco preavviso e brevi periodi di conservazione. Ciò «ha reso estremamente difficile per i paesi pianificare campagne di vaccinazione e aumentare la capacità di assorbimento. Per ottenere tassi di copertura più elevati in tutto il continente e affinché le donazioni siano una fonte di approvvigionamento sostenibile che possa integrare l'offerta dagli accordi di acquisto Avat e Covax, questa tendenza deve cambiare. I paesi hanno bisogno di forniture prevedibili e affidabili».
Dover pianificare con breve preavviso e garantire l'assunzione di dosi con tempi di conservazione brevi aumenta in modo esponenziale il carico logistico sui sistemi sanitari che sono già sotto pressione. Inoltre, spiegano nel Joint statement le organizzazioni, un'offerta ad hoc di questo tipo utilizza capacità – risorse umane, infrastrutture, catena del freddo – che potrebbero essere indirizzate verso un'implementazione di successo e sostenibile a lungo termine. E aumenta drasticamente i rischi di scadenza una volta che le dosi con una durata di conservazione già breve arrivano nel paese, il che potrebbe avere ripercussioni a lungo termine sulla fiducia del vaccino. Le donazioni a Covax, Avat e ai paesi africani devono essere effettuate in modo tale da consentire agli Stati di mobilitare efficacemente le risorse nazionali a sostegno dell'implementazione e consentire una pianificazione a lungo termine per aumentare i tassi di copertura.
Da queste premesse, la richiesta alla comunità internazionale, in particolare ai donatori e ai produttori, di impegnarsi in questo sforzo aderendo a una serie di seguenti standard, a partire dal 1° gennaio 2022:
- Quantità e prevedibilità: i paesi donatori dovrebbero sforzarsi di rilasciare le dosi donate in grandi volumi e in modo prevedibile, per ridurre i costi di transazione. Riconosciamo e accogliamo con favore i progressi compiuti in questo settore, ma notiamo che la frequenza delle eccezioni a questo approccio comporta un onere maggiore per i paesi, Avat e Covax.
- Destinazione: queste dosi dovrebbero essere stanziate per la massima efficacia e per supportare la pianificazione a lungo termine. L'earmarking rende molto più difficile allocare l'offerta in base all'equità e tenere conto della capacità di assorbimento di specifici paesi. Inoltre, aumenta il rischio che le donazioni a breve scadenza utilizzino la capacità della catena del freddo dei paesi, una capacità che non è quindi disponibile quando Avat o Covax stanno allocando dosi con una durata di conservazione più lunga in base ai propri accordi di acquisto.
- Periodo di validità: per impostazione predefinita, le dosi donate dovrebbero avere un minimo di 10 settimane di validità quando arrivano nel paese, con eccezioni limitate solo quando i paesi destinatari indicano la volontà e la capacità di assorbire dosi con una durata di conservazione più breve.
- Avviso tempestivo: i paesi destinatari devono essere informati della disponibilità delle dosi donate non meno di 4 settimane prima del loro arrivo provvisorio nel paese.
- Tempi di risposta: tutte le parti interessate dovrebbero cercare di fornire una risposta rapida sulle informazioni essenziali. Ciò include informazioni essenziali sulla fornitura da parte dei produttori (volumi totali disponibili per la donazione, durata di conservazione, sito di produzione), conferma dell'offerta di donazione da parte dei donatori e accettazione/rifiuto delle assegnazioni da parte dei paesi. Le informazioni dell'ultimo minuto possono complicare ulteriormente i processi, aumentare i costi di transazione, ridurre la durata di conservazione disponibile e aumentare il rischio di scadenza.
- Accessori: la maggior parte delle donazioni fino a oggi non include le necessarie forniture per la vaccinazione come siringhe e diluente, né copre i costi di trasporto - il che significa che devono essere acquistati separatamente - portando a costi aggiuntivi, complessità e ritardi. Le dosi donate devono essere accompagnate da tutti gli accessori essenziali per garantire una rapida allocazione e assorbimento.


© RIPRODUZIONE RISERVATA