Sentenze

Stamina, Tar Lazio: sospesa la nomina della commissione e il suo parere contrario alla sperimentazione. Il ministero sceglie nuovi esperti

Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto di nomina della Commissione del ministero della Salute che ha bocciato il "metodo Stamina". Di conseguenza è sospeso anche il parere contrario alla sperimentazione. Accolto dunque il ricorso del presidente di Stamina, Davide Vannoni.

Nella loro ordinanza, i giudici amministrativi (che hanno fissato l'11 giugno l'udienza di merito) hanno anche fatto una sorta di invito al ministero della Salute a effettuare un'istruttoria approfondita sul tema del "metodo Stamina". Stamina Foundation contestava davanti al Tar la composizione della Commissione scientifica del ministero dche ha bocciato la sperimentazione, sostenendo, che gli esperti non fossero stati imparziali, e alcuni membri si erano espressi contro il metodo prima ancora di essere nominati.

I giudici ricordano che i componenti del Comitato - Luca Pani, Alessandro Nanni Costa, Maria Grazia Roncarolo, Bruno Dallapiccola, Generoso Andria, Amedeo Santossuo e Patrizia Popoli - sono professionisti «che in passato, prima dell'inizio dei lavori, avevano espresso forti perplessità, o addirittura accese critiche, sull'efficacia scientifica del metodo Stamina». Per questo «tale motivo, oltre che ammissibile è anche provvisto di sufficiente fumus, non essendo stata garantita l'obiettività e l'imparzialità del giudizio, con grave nocumento per il lavoro dell'intero organo collegiale», sottolinea il Tar del Lazio, considerato che «il requisito dell'indipendenza dei componenti il Comitato scientifico è stato ritenuto essenziale anche dal ministero della Salute», che «tale indipendenza va intesa primariamente in senso ideologico (e dunque non necessariamente economico, come sembra affermare il ministero nella memoria difensiva), e deve quindi concretizzarsi innanzitutto nel non approcciarsi alla sperimentazione in modo prevenuto, per averla già valutata prima ancora di esaminare la documentazione prodotta dalla Stamina Foundation».

Il Tar considera anche che è «interesse primario dello stesso ministero della Salute pervenire a riscontri obiettivi e, per quanto lo consenta la materia, il più possibile certi in ordine alla possibilità di iniziare la sperimentazione e, se del caso, alla sua efficacia» e che «è pertanto necessario che ai lavori partecipino esperti, eventualmente anche stranieri, che sulla questione non hanno già preso posizione».

«Prima di esprimere il parere negativo all'inizio della sperimentazione - aggiunge ll'ordinanza del Tar Lazio - il Comitato avrebbe dovuto altresì esaminare le cartelle cliniche dei pazienti che erano stati sottoposti alla cura con la Stamina presso l'Ospedale civile di Brescia. Pazienti che, dai certificati medici versati in atti, non risultano aver subito effetti negativi collaterali»

«Considerato infatti che sebbene queste non facciano parte - aggiungono i giudici del Tar - come afferma il ministero nella memoria depositata il 30 novembre 2013, della sperimentazione perché questa non viene fatta sui pazienti, lo studio delle stesse avrebbe potuto essere di ausilio nella determinazione finale da assumere». A maggior ragione considerando che, si sottolinea, «il Comitato scientifico ha ravvisato elementi tali da far ritenere non sicuro il Metodo Stamina per gli effetti collaterali dannosi che lo stesso provocherebbe e ha quindi escluso la possibilità di procedere alla sperimentazione».

Secondo il Tar, la sperimentazione «avrebbe richiesto certamente un maggiore approfondimento, atteso che l'importanza vitale che la stessa assume avrebbe giustificato la chiusura dei lavori in un arco di tempo superiore ai tre mesi impiegati dal Comitato, peraltro - prosegue l'ordinanza - cadenti nel periodo feriale, aprendo un contraddittorio sulle questioni relative alla sicurezza del metodo, uniche questioni che avrebbero potuto evitare che la sperimentazioni fosse avviata».


Immediata la risposta del ministero della Salte che preso atto della sospensiva del Tar del Lazio nella quale viene riportata la «giusta preoccupazione del Ministero della salute e della comunità scientifica - che non siano autorizzate procedure che creino solo illusioni di guarigione o comunque, e quanto meno, di un miglioramento del tipo di vita, e che si dimostrino invece nella pratica inutili o addirittura dannose - può essere, anche nella specie, superata con un'istruttoria a tal punto approfondita in tutti i suoi aspetti da non lasciare più margini di dubbio, anche ai fautori del Metodo in esame, ove il procedimento si concludesse negativamente, che il Metodo stesso non è, o almeno non è per il momento, praticabile», fatte salve le ulteriori valutazione dell'Avvocatura dello Stato anche in ordine all'impugnazione della predetta ordinanza, si attiverà per l'attuazione del provvedimento del Tar e provvederà, già nelle prossime ore, alla nomina dei nuovi componenti del Comitato scientifico, scelti anche tra esperti stranieri. La tempestiva ripresa dei lavori del Comitato scientifico permetterà di compiere gli approfondimenti istruttori indicati dal Tafr.

«Ho voluto attivare immediatamente le procedure per il nuovo Comitato perché ritengo che in questa vicenda non si possano lasciare i malati e le famiglie nel dubbio», ha commentato il ministro Beatrice Lorenzin.