Imprese e mercato

Hiv nei Pvs tra accesso alle terapie e globalizzazione delle cure

di Massimo Andreoni (presidente Società italiana di malattie infettive e tropicali)

Nei Paesi occidentali in cui viviamo molte delle sfide legate alle difficoltà di controllare l'infezione da Hiv sono state vinte. Tuttavia, mentre in Italia e in Occidente abbiamo raggiunto standard di cura elevati, grazie ai progressi consentiti dalle nuove terapie, nelle aree del mondo più fragili i bambini rimangono una fascia debole. Tre volte deboli: perché sono bambini, perché vivono in aree di estrema povertà e perché ci sono generalmente meno formulazioni di farmaci anti Hiv che possono essere utilizzati per la fascia pediatrica.

Accade quindi che i farmaci che nei nostri sistemi sanitari vengano considerati alternativi e non di primi linea, siano utilizzati come prima opzione nei paesi più svantaggiati, dove non ci sono a disposizione altre alternative di cura.

La possibilità di utilizzare una terapia orale altamente efficace contro l'Hiv in questi paesi, dove il tasso di infezione è particolarmente significativo soprattutto in età pediatrica, rappresenta un grandissimo passo avanti e un grande valore aggiunto per il trattamento di questa malattia. Significa avere la possibilità di allineare i Paesi in via di sviluppo alle linee guida di terapia adottate a livello internazionale.

L'iniziativa di Janssen è un gesto di grande civiltà e lungimiranza, espressione della corretta visione della problematica sanitaria globale, ed è auspicabile che sia da esempio per tutto il settore. Oltre che un gesto di responsabilità, l'accesso alle terapie nei paesi deboli persegue il concetto innovativo di globalizzazione delle cure: perché sia sostenibile, in un mondo globalizzato ci devono essere cure globalizzate.

Un percorso in questa direzione porta con sé anche una riflessione sulla sostenibilità del sistema in cui operano i Governi e le aziende produttrici dei farmaci; si pone sul tavolo la questione della necessità di adottare una visione più ampia e modelli nuovi in cui riconoscere gli ingenti investimenti in innovazione e produzione lì dove la condizione economica lo permette e un accesso facilitato in quelle aree che ne hanno bisogno.


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