Imprese e mercato

Concorrenza, Gullotta (parafarmacie): «L’ingresso del grande capitale che nessuno vede»

di Davide Gullotta (presidente Federazione nazionale parafarmacie italiane)

Con la legge sulla concorrenza che si avvia a concludere il suo intero percorso, il Governo Renzi sta per modificare il settore Sanità' in modo, a mio avviso, non favorevole ai farmacisti.

Mi chiedo: i miei colleghi titolari di farmacia hanno capito cosa sta per accadere?

I fatti ci dicono, incontrovertibilmente, tre cose:

1) Il disegno di legge darà il via libera all'ingresso del capitale nella proprietà delle farmacie;

2) le grosse multinazionali del settore entreranno con investimenti cospicui ( si parla di 2000 farmacie);

3) Ancora una volta le indicazioni dell'Antitrust, a cui il governo dovrebbe ispirarsi e questo DDL conformarsi, per quel che riguarda i farmaci sono totalmente ignorate.

In uno scenario siffatto, la posizione ufficiale del sindacato dei titolari di Farmacia e dunque la sua unica preoccupazione evidente, resta la impedire al farmacista in parafarmacia di dispensare la fascia C contro il quale la più potente lobby esistente ha dichiarato - a tutt'oggi- una guerra spietata.

È come se un familiare oltremodo ricco litigasse con quello meno facoltoso per la spartizione di una pertinenza minuscola e nel frattempo arrivasse qualcuno da fuori che decide di comprare l'intera abitazione.

I numeri infatti parlano chiaro.

Vi è stato grande fermento tra i titolari di Farmacia per la campagna di raccolta firma lanciata da Conad e Fnpi.

Tuttavia i numeri dicono che:

Le 101 Parafarmacie Conad tutte insieme realizzano un fatturato pari a quello delle 10 più grosse farmacie Italiane. E ancora: delle circa 5mila parafarmacie italiane poco meno della metà sono di proprietà di farmacisti titolari di farmacia mentre la percentuale dei farmaci Sop/Otc (da banco, quelli che possono vendere anche le parafarmacie) per il 93% è dispensata ad oggi ancora dalle farmacie.

Mentre la cosa veremente strana è che: prima le dichiarazioni dell'Ad di una nota multinazionale che intende investire pesantemente in italia(si parla di 2000 farmacie) e poi il plauso della stessa multinazionale alla mancata liberalizzazione della fascia C non destino nessun sospetto e non facciano riflettere, su quello che sembra un sodalizio tra il sindacato dei titolari di farmacia e i capitali che entreranno in Italia.

Di fronte a tali numeri il sindacato che rappresenta le 17 mila farmacie Italiane continua a preoccuparsi solo di impedire ai farmacisti delle parafarmacie di dispensare il farmaci di Fascia C, che poi rappresenta solo il 16% del mercato del farmaco.

Tutti gli studi economici realizzati sinora dimostrano infatti che la liberalizzazione della Fascia C determinerebbe un minimo, per non dire ininfluente, diminuzione di fatturato per le farmacie.

Lo scenario che si aprirebbe con l'ingresso del capitale non lascia spazio a dubbi: le grandi multinazionali quando avranno la possibilità di diventare proprietari delle farmacie ne determineranno il mercato, dunque il prezzo, soprattutto in quei casi (numerosi) in cui le Farmacie da acquisire saranno i loro diretti clienti indebitati.

Questo anche perchè molte di queste multinazionali già sono presenti in Italia, come distributori intermedi e spesso detengono il debito di molte farmacie in crisi. Ergo saranno queste le prime ad essere fagocitare e al prezzo deciso dalla multinazionale e non dal farmacista titolare indebitato.

Il risultato? Che le farmacie non acquisite dalle multinazionali si troveranno a dover competere non più con il collega farmacista della parafarmacia vicina (che oggi dispensa solo il 12% dei farmaci e con l'eventuale Fascia C il 28%), ma con la farmacia della multinazionale di turno che ha dietro capitali, una logistica consolidata, l'intera gamma dei farmaci e tutti i servizi di una farmacia. Vale a dire, dulcis in fundo, che il prezzo di acquisto di una farmacia con l'ingresso dei capitali non aumenterà, anzi scenderà bruscamente.
Ovviamente ai posteri l'ardua sentenza.


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