Imprese e mercato

Concorrenza/ Racca risponde a Gullotta: «Le nostre battaglie e la vera posta in gioco sui farmaci C»

di Annarosa Racca (presidente nazionale di Federfarma)

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24 Esclusivo per Sanità24

Vorrei rispondere all'intervento di Davide Gullotta che si chiede perché Federfarma si opponga strenuamente all'uscita dei farmaci con ricetta dal canale farmacia e non combatta con altrettanta forza contro l'ingresso del capitale nella proprietà della farmacia, previsto dal DDL Concorrenza.
Gullotta, alleato in questa battaglia con le catene della Grande Distribuzione Organizzata, continua nella sua opera di disinformazione.
Non è vero, infatti, che Federfarma non sta facendo nulla. Al contrario, ha ottenuto che nell'iter parlamentare del Ddl fossero inseriti elementi di garanzia e trasparenza a tutela del cittadino, come l'incompatibilità delle società proprietarie di farmacie con l'attività di produzione e di prescrizione di medicinali (incompatibilità che non sono previste per le parafarmacie e la GDO).
Non è vero che il Governo ha disatteso ancora una volta le indicazioni dell'Antitrust: infatti nella segnalazione dell'Autorità del luglio 2014 preliminare al varo del Ddl Concorrenza la proposta di consentire la vendita di farmaci con ricetta fuori farmacia non c'era. C'era, invece, la richiesta di eliminare il limite di 4 farmacie che possono essere possedute da un unico soggetto che è stata ripresa dal Governo e inserita nel Ddl. Ricordo, peraltro, che dal 2005 a oggi abbiamo assistito a ripetuti interventi di deregolamentazione nel settore delle farmacie (prezzi liberi, farmaci senza ricetta fuori farmacia, orari, apertura di 2.500 nuove farmacie).
Non è vero che i farmaci di fascia C con ricetta costituiscono una quota limitata del mercato del farmaco. Come Gullotta ben sa ma non dice, sono di fatto farmaci di fascia C tutti i farmaci con ricetta se acquistati direttamente dal cittadino, senza ricorrere al Ssn. Se fosse accolta la sua proposta, si potrebbero trovare sugli scaffali dei supermercati anche farmaci per patologie importanti, come ormoni, psicofarmaci, antitumorali, ecc.
Quindi, consentire la vendita dei farmaci con obbligo con ricetta fuori dalla farmacia scardinerebbe l'intero sistema di regole che oggi garantisce l'efficienza e la capillarità della rete delle farmacie (pianta organica, accesso per concorso, integrazione con il Ssn), come ribadito anche dalla Corte Costituzionale. In Italia c’è una farmacia anche nel più piccolo paese, anche nelle zone più disagiate. Il vero obiettivo delle parafarmacie e dalla GDO è fare business, scavalcando tutte le regole finalizzate alla tutela della salute pubblica. Non si spiegherebbe altrimenti come una misura che, secondo lo stesso Gullotta, riguarderebbe una quota esigua di fatturato potrebbe consentire, a detta delle parafarmacie e della GDO, l'apertura di 3.500 nuovi punti vendita e la creazione di 8.000 nuovi posti di lavoro.
Sicuramente l'ingresso del capitale avrà un impatto rilevante sull'assetto del servizio farmaceutico e i titolari di farmacia, a differenza di quanto sostiene Gullotta, ne sono pienamente consapevoli. Hanno anche ben chiaro che questa misura comporterà l'ingresso di nuovi operatori che però dovranno agire all'interno del “sistema”. Le farmacie indipendenti potranno organizzarsi e competere, però in un quadro di regole ben precise che salvaguardano in ogni caso l’istituzione Farmacia e quindi il servizio farmaceutico, come avviene in tutta Europa.


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