Imprese e mercato

Borsa, non si arresta il crollo. Milano e Madrid nel mirino. Spread sopra 150

All'indomani di una seduta ad altissima tensione per i mercati finanziari segnata da una fuga dal rischio sui mercati è ancora l'altissima volatilità a condizionare l'andamento dei listini (qui il saldo degli indici ). Lo testimonia ad esempio l'andamento di Piazza Affari partita in rialzo, arrivata a perdere oltre il 2% dopo una prima mezzora di scambi, tornata in positivo e poi nuovamente in rosso (qui il grafico di giornata dell'indice Ftse Mib ). Pesanti anche le altre Borse europee mentre Wall Street apre in calo di meno di un punto percentuale.
Sul mercato dei titoli di Stato la fuga dal rischio spinge al ribasso i tassi dei Bund tedeschi (qui il grafico del decennale tedesco ). È soprattutto il movimento del Bund a spiegare la recente impennata del differenziale di rendimento tra Italia e Germania , che oggi è salito sopra quota 150 (qui il grafico di giornata dello spread Bund-BTp).
I titoli degli istituti di credito (qui il grafico dell'indice Ftse Italia Banche ) soffrono l'incertezza dei mercati con gli investitori che fanno i conti con l'entrata in vigore di una normativa sui salvataggi bancari che espone i titolari di azioni e obbligazioni subordinate a farsi carico di un eventuale salvataggio. Non sono peraltro solo le banche italiane (Banco Popolare e Ubi Banca su tutti) a soffrire in Borsa come dimostra il recente crollo delle tedesche Deutsche Bank e Commerzbank alle prese con gravi problemi di bilancio. Ma anche il comparto auto con il titolo Ferrari che guida i ribassi sul listino Ftse Mib.
Il tallone d'Achille delle banche in Europa è un elemento di incertezza che si va a sommare ai tanti che hanno costellato questo 2016 fin qui da dimenticare per i mercati. Una delle poche certezze su cui gli investitori potevano contare, ossia il processo di normalizzazione della politica monetaria avviato dalla Fed, è stato messo in discussione dalle dichiarazioni rilasciate mercoledì scorso da William Dudley («Le condizioni finanziarie si sono significativamente deteriorate a livello globale»). Parole che gli investitori hanno interpretato come il segnale di una Fed meno propensa a rialzare i tassi. Maggiori dettagli su quello che sarà l'orientamento della Fed arriveranno domani quando Janet Yellen terrà un'attesissima audizione al Senato. Ma che si vada verso una pericolosa e sterile riproposizione della «guerra delle valute» i mercati lo hanno già dato per scontato. E non pare che abbiano digerito la cosa troppo bene.
La svolta della Fed peraltro mette seriamente a rischio l'azione di contrasto alla deflazione che sta mettendo in atto la Bce. L'indice che misura le attese d'inflazione a cinque anni per l'Eurozona, il tasso swap forward, continua a scendere, segnando oggi il minimo di sempre a 1,4740.


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