Imprese e mercato

R&S Mediobanca: Humanitas leader italiano in performance economiche

da Radiocor Plus

Il gruppo Humanitas guida la classifica, elaborata da R&S-Mediobanca (sul quinquennio 2010-2014), sulle performance economiche dei maggiori gruppi della sanità italiana. L’Humanitas mostra utili cumulati, tra il 2010 e il 2014, per circa 150 milioni di euro (e dividendi distribuiti per 53,6 milioni), con i più elevati Roe e Roi dell'esercizio 2014, pari rispettivamente al 19,8% e al 28,4%. Ciò mentre il gruppo San Donato, che fa capo alla holding Papiniano della famiglia Rotelli, ha consuntivato nel quinquennio risultati netti cumulati (prima della quota di terzi) per circa 28 milioni, nonostante la perdita di 53 milioni realizzata nel 2012 in concomitanza con l’acquisizione del San Raffaele, a fronte di un Roe 2014 del 13,7%. La redditività degli altri gruppi esaminati è invece sensibilmente inferiore, con Roe che nel 2014 oscillano dall'1,6% di Gruppo Villa Maria (Gvm) al 7,7% dello Ieo. Sul fronte dei ricavi, nel 2014 guida il gruppo San Donato con 1,387 miliardi (e 9.823 dipendenti), seguito da Humanitas con 548 milioni (2.811 dipendenti) e Gruppo Villa Maria con 462 milioni (2.554 dipendenti). Al quarto posto Kos, che vanta un fatturato di 462 milioni.
Riguardo alla struttura finanziaria, le posizioni più solide - secondo R&S Mediobanca - sono senza dubbio quelle dei gruppi Humanitas e Ieo: i debiti finanziari sono pressoché assenti, pari ad appena l’8,4% del patrimonio netto tangibile per il primo e all’11,2% per il secondo. In entrambi i casi le disponibilità liquide superano ampiamente i debiti finanziari e il rapporto tra Mol ed oneri finanziari segna multipli di 252 e 39 volte rispettivamente. La posizione più critica a fine 2014 è invece quella del gruppo Servisan, con debiti finanziari pari a 3,7 volte i mezzi propri ed a ben 5,3 volte il patrimonio netto tangibile; il rapporto Mol/oneri finanziari è solo di 2,7. Negli ultimi mesi del 2015 il Policlinico di Monza (la principale controllata) ha ceduto a terzi le proprietà immobiliari con un’operazione del controvalore di circa 180 milioni di euro. In posizione intermedia si collocano i gruppi San Donato (Papiniano) e Gvm, il primo con un indebitamento finanziario in calo rispetto ai mezzi propri (nel 2014 il rapporto con il patrimonio netto tangibile è di 2,2, contro 3,4 dell’anno precedente) e disponibilità liquide in aumento ad oltre 200 milioni, dopo che la situazione finanziaria si era fortemente deteriorata con l’acquisizione dell'Ospedale San Raffaele nel 2012.

Il commento di Aiop
Per Gabriele Pelissero, presidente Associazione italiana ospedalità privata (Aiop)
«nel Servizio sanitario nazionale convivono ospedali a gestione pubblica in deficit cronico e ospedali a gestione privata in buona salute, con tariffe uguali e anzi spesso penalizzanti per il privato. In una fase di risorse limitate, dove si rischia di aumentare le liste d'attesa e di ridurre le prestazioni per i cittadini, il modo in cui si gestiscono le strutture sanitarie diventa una questione centrale per il Paese».
«Bene ha fatto il Governo - aggiunge Pelissero - a imporre con l’ultima legge finanziaria alle Regioni di rendere pubblici i dati di bilancio degli ospedali che gestiscono direttamente con i Direttori Generali nominati dai Presidenti delle Regioni, e a predisporre i piani industriali di rientro del deficit cronico. Aiop ha calcolato risparmi possibili fra i 4 e gli 8 miliardi, danaro indispensabile per aumentare le prestazioni sanitarie ai cittadini e avviare il rinnovamento tecnologico della nostra rete ospedaliera. Ma ci vuole più coraggio. Negli ospedali in deficit che non vengono risanati nei tre anni previsti dal piano industriale la politica deve fare un passo indietro e affidare la gestione a operatori indipendenti, che apportino capacità manageriale e capitali senza continuare ad aumentare le tasse ai cittadini, a ridurre le prestazioni e a generare liste d’attesa».


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