Imprese e mercato

Farmaceutica 2015. Volano produzione ed export. Ecco il pre-consuntivo di Farmindustria. Scaccabarozzi: «Se avessimo una nuova governance…»

di Roberto Turno

Vola la produzione industriale a quota 30,1 mld con un lusinghiero +5% in soli dodici mesi. Sale ancora più in alto l'export che con 22 mld fa segnare +4%. L'occupazione sale dell'1%. Ha continuato a macinare nuovi primati la farmaceutica made in Italy in un 2015 che la vede seconda in Europa dopo la Germania per produzione, al top per crescita e valore medio dell'export, seconda per quota di imprese innovative, sempre più avanti per domande di brevetto presentate in Italia, aumento degli studi clinici in Italia ormai al 18% di tutti quelli che si svolgono nella Ue.
È un pre-consuntivo 2015 che conferma e forse addirittura quasi supera anche le più ottimistiche previsioni quello che le imprese farmaceutiche operanti in Italia mettono in archivio. A ulteriore conferma di un settore anti-ciclico che è riuscito dal 2008 ad attraversare la crisi con un rafforzamento complessivo. Non senza scossoni, tra modi di produrre rivoluzionati, matrimoni e merger tra big, importanti ricerca che vien fatta in modo del tutto nuovo, così come la commercializzazione, caccia a farmaci innovativi sempre più costosi, sostenibilità in bilico dei sistemi sanitari nazionali classici.
«I dati dimostrano che le promesse di crescita fatte dalle imprese tre anni fa sono diventate realtà, grazie anche alle istituzioni che hanno garantito stabilità normativa», afferma il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. Risultati, aggiunge, «apprezzati dalle voci economiche più importanti del nostro Paese. E segnali di forte vitalità vengono anche dalla ricerca. Con una nuova governance che favorisca innovazione e investimenti saremo in grado di diventare il primo Paese produttore in ambito Ue e l'hub della ricerca europea».

Tutti gli ultimi rapporti istituzionali, del resto, hanno in questi ultimi mesi confermato il trend positivo della farmaceutica. Che l'Istat ha promosso al primo posto per competitività a grande distanza dalla media del manifatturiero nel suo complesso, prima secondo l'Ice per la crescita delle quote di export, prima secondo il rapporto di Confindustria per la crescita della produttività. Mentre Bankitalia a gennaio ha segnalato il settore pharma in Italia come l'unico ad aver aumentato la capacità produttiva, con un valore di specializzazione recentemente promosso a San Francisco.
Giudizi che adesso trovano piena conferma nei dati di pre-consuntivo 2015 appena elaborati da Farmindustria. I segnali che arrivano dalla crescita della produzione, del resto, sono eloquenti: quel 5% in più nel 2015, corrisponde in realtà ad un aumento del 10% nel 2010-2015, quando l'industria manifatturiera ha invece perso il 7%, la meccanica è rimasta flat e i mezzi di trasporto hanno segnato +4% .Tutto questo col volano straordinario e in progressiva espansione dell'export - secondo in Europa - che con 22 mld rappresenta ormai il 73% del valore della produzione. Un export che nel 1995 valeva 3 mld circa, 7,5 mld nel 2000, 17,5 mld nel 2010. Un'asticella che sale di continuo e che vede primeggiare il distretto di Latina con 5,3 mld, quello di Frosinone con 3,3 mld, poi la provincia di Milano con 2,8 mld e la provincia di Ascoli Piceno con 2,1 mld. Il 60% in quattro sole province.


© RIPRODUZIONE RISERVATA