Imprese e mercato

Gsk, nessun brevetto nei Paesi più poveri

Nei Paesi meno sviluppati e in quelli a basso reddito Gsk non depositerà i brevetti per i propri farmaci, dando fiducia alle aziende di generici che cercano di produrre e fornire versioni generiche dei farmaci. Nei Paesi a medio reddito, invece, Gsk registrerà i brevetti ma punterà a concordare licenze per consentire la fornitura di versioni generiche dei propri farmaci per dieci anni con piccole royalty sulle vendite. Sono queste le misure annunciate dal Ceo di Gsk, sir Andrew Witty, in occasione del meeting dell’High Level Panel on access to medicines dell’Onu, con l’obiettivo di aumentare la disponibilità di farmaci innovativi di Gsk a un maggior numero di persone che vivono nei Paesi più poveri del mondo.

«Gsk - ha ricordato Witty - è fortemente impegnata nel migliorare l’assistenza sanitaria sviluppando nuovi farmaci innovativi ed ampliando l’accesso a questi in tutto il mondo. Negli ultimi cinque anni l’azienda ha fatto importanti passi avanti in diverse aree, inclusi prezzi differenziati, supporto alla costruzione di infrastrutture sanitarie, condivisione dei dati e partnerships innovative. Riteniamo che la flessibilità nel campo della proprietà intellettuale possa aiutare a fronteggiare le pressanti sfide sanitarie nei Paesi in via di sviluppo».

Da quando è stato realizzato nel 2010, il Medicines Patent Pool (Mpp) è riuscito a accelerare l’accesso ai farmaci per Hiv, tubercolosi ed epatite C nei Paesi a basso e medio reddito attraverso accordi di licenze volontarie. Allargando questo approccio all'oncologia si renderebbero disponibili versioni generiche delle terapie Gsk di futura generazione nell'ambito dell’immuno-oncologia e dell’epigenetica, attualmente in fase di sviluppo clinico.

Nei Paesi ad alto e medio reddito e nell’area del G20 Gsk continuerà nella protezione totale dei brevetti. «La protezione della proprietà intellettuale rappresenta una parte fondamentale dell’innovazione in sanità - spiega Witty - e offre i necessari incentivi per l’investimento nella ricerca di nuovi trattamenti che possano aiutare le persone in tutto il mondo. In se stessa, la proprietà intellettuale non è una barriera per l’accesso ai farmaci. Tuttavia, riconosciamo che la sfida sanitaria globale ci richiede di essere flessibili nel nostro approccio e di dare risposte a differenti bisogni, in particolare tenendo conto che l'impatto delle malattie si sposta da quelle infettive a quelle non trasmissibili. Continuiamo a ricercare modi attraverso cui Gsk può contribuire maggiormente per aumentare l’accesso ai farmaci.
L’esperienza fatta con il Medicines Patent Pool per Tivicay – il nostro nuovo farmaco contro l’Hiv nonché uno dei nostri prodotti di maggior successo commerciale – ci rende fiduciosi del fatto che aumentare l'accesso, incentivare l'innovazione in modo appropriato e ottenere successo commerciale non sono in antitesi ma possono andare di pari passo».


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