Imprese e mercato

Farmaci, Novartis investe 40 mln a Torre Annunziata. Scaccabarozzi (Farmindustria): «Campania punta di diamante, può attrarre risorse»

di Red. San.

Il Gruppo Novartis, tra i leader mondiali nei farmaci, con un fatturato globale a quota 49,4 miliardi di dollari e investimenti in ricerca per 8,9 mld ha deciso di puntare sull’Italia investendo 40 milioni di euro tra il 2015 e 2017 nello stabilimento di Torre Annunziata (Napoli). «Un sito altamente tecnologico - spiega una nota di Farmindustria - che produce farmaci destinati al mercato mondiale. E che da poco ha avviato la produzione di un medicinale innovativo per lo scompenso cardiaco che andrà in 110 paesi a beneficio di 25 milioni di pazienti». I dati sono stati presentati oggi nel corso del roadshow di Farmindustria «Innovazione e Produzione di Valore. L'industria del farmaco: un patrimonio che l'Italia non può perdere», presso lo stabilimento di Novartis Farma di Torre Annunziata.

Il roadshow è partito nel 2012 dalla Toscana e ha poi toccato diverse Regioni: Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Puglia, Abruzzo, Marche e di nuovo Toscana. «Anche in Campania, come nelle altre Regioni - spiega Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria – l'industria farmaceutica rappresenta una punta di diamante dell'economia. Qui sono presenti nove aziende altamente tecnologiche, a capitale nazionale ed estero, grandi, medie e Pmi che investono, creano occupazione, fanno R&S. Un valore aggiunto per il territorio e più in generale per l'Italia».

Secondo le principali pubblicazioni economiche la farmaceutica è il primo settore per competitività, crescita della produttività e crescita all'estero. Ma ci sono anche altri segnali positivi che «grazie anche alla stabilità normativa garantita in questi due anni dal Governo - continua Scaccabarozzi - arrivano dall'aumento dell'occupazione, della produzione, dell'export, degli studi clinici e degli investimenti. Oggi siamo pronti ad alzare l'asticella. La nostra industria 4.0 può centrare il “bersaglio”: diventare cioè il primo Paese produttore in ambito Ue e, per la ricerca, l'hub della sperimentazione clinica. Per questo chiediamo che venga adottata in tempi brevi una nuova governance del sistema della salute, che favorisca innovazione e investimenti».

« Napoli e la Campania - conclude il presidente di Farmindustria - hanno le potenzialità per attrarre risorse e contribuire sempre di più allo sviluppo del settore farmaceutico e quindi del Paese».

Melazzini (Aifa): «Sostenere l’innovazione attraverso una forte alleanza tra tutti gli stakeholder»
«Tutti noi, insieme, lavoriamo per tutelare un diritto garantito dalla Costituzione, la Salute. La sfida che oggi stiamo affrontando è costituita dalla necessità di sostenere l'innovazione - ha spiegato il presidente Afa, Mario Melazzini, nel corso dell’evento Farmindustria - che deve passare attraverso una forte alleanza, già esistente, tra tutti gli stakeholder interessati allo sviluppo e alla ricerca dei medicinali e attraverso la ridefinizione della governance farmaceutica con proposte per semplificare i processi decisionali e garantire la sostenibilità della spesa con l'obiettivo prioritario di tutelare i pazienti. Il nostro Paese ha un grande valore in termini di capitale umano e know-how in ambito farmaceutico, ma resta fondamentale sostenere la ricerca e favorirne l'attrattività», ha aggiunto Melazzini.

«Di fronte alle nuove molecole in arrivo sul mercato, l'Agenzia Italiana del Farmaco sta lavorando e lavorerà sempre di più - ha concluso il presidente di Aifa - nella valutazione del rapporto rischio-beneficio dei farmaci nell'ottica di una medicina personalizzata che possa garantire la terapia ottimale e più appropriata per ogni paziente».

Da Torre Annunziata pillole per 115 Paesi: un polo hi tech che attira investimenti
Quello di Torre Annunziata è uno dei maggiori poli industriali Novartis a livello internazionale. Vi si producono farmaci in forma solida (compresse, confetti e granulati) destinati al mercato mondiale. I dipendenti sono 450, con un indotto di oltre 150 persone. Nel 2015, la produzione ha raggiunto 101 milioni di confezioni, destinate a circa 115 paesi. A fine 2015 è iniziata la produzione di un farmaco innovativo per lo scompenso cardiaco; ne saranno prodotti 35 milioni di confezioni entro il 2020, da esportare in 110 paesi, a beneficio di 25 milioni di pazienti. Per il 2015-17 sono previsti investimenti per circa 40 milioni di euro.

«Si tratta del fiore all'occhiello di un territorio - continua Farmindustria - capace di attirare investimenti delle imprese. Napoli infatti rientra nella top ten dei poli hi tech del nostro Paese, secondo il monitor dei distretti finanziari di Intesa SanPaolo. E già ora con 3.300 addetti totali, tra diretti (900) e l'indotto, l'industria farmaceutica rappresenta un valore importante per la Campania. Regione che può contare su un export farmaceutico pari all'8% del totale manifatturiero e al 40% di quello hi tech».

Il made in Italy della Novartis
Oggi il Gruppo è strutturato in tre divisioni: Farmaceutici (farmaci innovativi), Sandoz (farmaci generici) e Alcon (prodotti per la cura dell'occhio). In Italia la sede centrale di Novartis è a Origgio, in provincia di Varese. Due gli stabilimenti industriali: a Rovereto (Trento), Sandoz Industrial Products è impegnata nella produzione di principi attivi per i farmaci generici; a Torre Annunziata (Napoli) si concentra la produzione farmaceutica. La produzione made in Italy è rivolta ai mercati mondiali, per un export di 167,9 milioni di euro nel 2015 (pari a circa il 10% del fatturato).

In tutti i settori di attività del Gruppo, Novartis è leader di mercato. A fine 2015, i dipendenti erano 2.316, dei quali circa 230 impegnati nella R&S e oltre 700 nelle attività produttive. Nel 2015, il fatturato si è attestato a 1.629 milioni di euro (+2.7%, su base comparabile, rispetto all'anno precedente) e gli investimenti in R&S si sono attestati a 66,6 milioni di euro.

I numeri dell’industria farmaceutica in Italia
174 fabbriche sul territorio, 63.500 addetti (90% laureati o diplomati), 6.000 ricercatori, 2,5 miliardi di investimenti (1,3 in R&S e 1,2 in produzione). E ancora, 30 miliardi di euro di produzione, il 73% destinato all'export. Numeri che hanno portato l'Italia al secondo gradino del podio in Europa, dietro la sola Germania, per valore assoluto della produzione e al primo per quella pro capite. Con un export che ha trascinato la produzione, passando in 10 anni dal 33% al 73%, l'Italia farmaceutica è diventata l'«hub d'Europa».

Successi dovuti anche a un'occupazione qualificata (90% laureati o diplomati). Nell'ultimo anno, spiega Farmindustria, «anche grazie al Jobs Act, sono state 6.000 le assunzioni, di cui 2.500 under 30, con un'incidenza sul totale degli addetti del 25% più alta della media manifatturiera».

La produzione è cresciuta del 10% negli ultimi 5 anni e ottimi segnali arrivano anche dagli investimenti in R&S che sono aumentati del 15% in 2 anni, grazie pure all'incremento degli studi clinici. Senza dimenticare che l'Italia può vantare una specializzazione per biotech, vaccini ed emoderivati. Con vere e proprie eccellenze nelle terapie avanzate e nelle malattie rare.

«Il futuro è alle porte - conclude Farmindustria - anzi è già oggi: i 7.000 farmaci in sviluppo nel mondo avranno un ruolo fondamentale nella cura di diverse patologie. L'Italia arriva a questo punto di svolta con tutte le carte in regola per essere protagonista nella competizione globale. E anche nella Ricerca - sempre più biotecnologica, come dimostrano i 303 prodotti biotech in sviluppo - grazie alle sue diffuse eccellenze, competenze e una sinergia sempre maggiore tra imprese, centri di ricerca e università. Con 13,7 miliardi di contributo economico (3,3 miliardi in investimenti, 6 in stipendi e contributi, 4,4 in imposte) a fronte di una spesa pubblica di 12,5 miliardi, l'industria farmaceutica dimostra quindi di essere un patrimonio di innovazione e produzione che l'Italia non può perdere».





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