Imprese e mercato

Governance farmaceutica, Federfarma boccia l’ipotesi delle Regioni sui «tetti gemelli»

Federfarma boccia le proposte delle Regioni sulla nuova governance del farmaco, anticipate il 13 aprile scorso da Sanità24 . «Se questa fosse effettivamente la proposta delle Regioni - dichiara la presidente nazionale di Federfarma, Annarosa Racca in un articolo dell’houseorgan Filodiretto - si può solo sperare che il Governo dica no. Se passasse, i farmaci di nuova generazione rimarrebbero confinati nella distribuzione ospedaliera. Quando invece, in tutti gli altri Paesi, la parola d'ordine con cui si riorganizza è deospedalizzare».

L'idea portante della governance farmaceutica in salsa regionale è quella di preservare i due tetti di spesa oggi esistenti, ma rivederne composizione e soprattutto finanziamento; la territoriale, che oggi vale l'11,35% della spesa Ssn, verrebbe ridotta alla sola convenzionata (quindi senza diretta/dpc) con tetto al 7,5%; l'ospedaliera invece, che oggi pesa il 3,5%, ingloberebbe la spesa per diretta e dpc e vedrebbe salire il tetto al 7,35%. La proposta elenca alcune misure dirette principalmente a contenere la spesa ospedaliera in vista dell’ingresso immminente di una nuova generazione di farmaci innovativi e costosi: prezzi commisurati ai volumi in rapporto inversamente proporzionale (più crescono nel tempo i consumi, minore si fa il prezzo di cessione al Ssn); forte impulso al “payment by results” (ti pago il farmaco solo se il paziente trae benefici dalla cura); nuovi modelli per identificare la vera innovazione; riduzione automatica del prezzo alla scadenza brevettuale non solo per i generici, ma anche per gli originator.

Per Federfarma la proposta è «in-trattabile». Anche perché comprometterebbe i tentativi del sindacato di riportare in farmacia i medicinali di generazione più recente (vedi articolo sulle proposte di Federfarma sulla nuova Convenzione farmaceutica ). «A una prima analisi, però, è molto probabile - si legge sul notiziario dei farmacisti - che anche a Farmindustria piacerà poco il piano delle Regioni: l'obiettivo di ogni riforma della governance farmaceutica, hanno sempre detto i produttori, dev'essere quello di eliminare l'odiato e cervellotico sistema del payback. Invece, i governatori non ci vogliono rinunciare, tanto che nella bozza di proposta il sistema del ripiano rimane anche se con qualche ritocco (nella convenzionata la filiera coprirebbe solo il 50% dell'eventuale sfondamento, non il 100% come avviene oggi)».

E Federfarma conta anche sull’alleanza dell’Esecutivo Renzi: «Difficile anche che il piano delle Regioni piaccia al Governo - continua l’articolo di Filodiretto - che punta sull'industria farmaceutica per il ruolo trainante del comparto in crescita e produzione. Non a caso, un mese fa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio Devincenti, era uscito con una proposta che mirava a estendere al farmaco il sistema di pagamento per drg, praticato nel livello ospedaliero. E per finire, probabile che dicano no alle Regioni pure i medici di famiglia della Fimmg : in una nota risalente soltanto all'altro ieri, il sindacato aveva osservato con disappunto che sono ormai centinaia i farmaci per le patologie croniche più gravi la cui prescrizione è riservata allo specialista mediante Piano terapeutico». Un sistema che per la Fimmg «taglia fuori i medici di famiglia». Un’esclusione - sottolinea Federfarma - che coinvolge anche le farmacie.


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