Imprese e mercato

Accorpamenti strada irreversibile ma priorità ai bisogni del paziente

di Tribunale per i diritti del malto-Tdm

Il tema di oggi non è più quello di dire sì o no alle centralizzazioni, in questo senso infatti la strada è stata già abbondantemente tracciata dalla spending review e da successivi provvedimenti, quanto piuttosto quale sia la modalità migliore per realizzarle, salvaguardando realmente i diritti dei malati e non soltanto le casse dello Stato.

In altre parole si tratta di guidare i processi di centralizzazione orientandoli molto di più verso i bisogni dei cittadini e della qualità dell’assistenza.

Questa operazione è possibile solo se cittadini/pazienti, professionisti sanitari e tutti gli altri stakeholder del Ssn, comprese le aziende, saranno attori in questa sfida, con un ruolo da protagonisti, mettendo sul piatto le competenze e le evidenze di ciascuno e proponendo alle Istituzioni una piattaforma comune di idee e proposte.

In caso contrario ci troveremo a subire le distorsioni di un processo, quello delle centralizzazioni, ormai già avviato. Nelle procedure centralizzate di acquisto si dovrebbe almeno:

svolgere una mappatura puntuale dei bisogni, cogliendo tutte le esigenze delle comunità locali interessate e delle strutture che erogano loro servizi, al fine di descrivere bene ciò che lì serve e, di conseguenza, acquistarlo;

coinvolgere nella messa a punto della gara tutte le competenze necessarie a partire da quelle dei cittadini/pazienti e dei professionisti;

selezionare le tecnologie da acquistare attraverso una rigorosa procedura di Health technology assessment, dove siano coinvolte anche le associazioni di cittadini e pazienti e le loro evidenze, capace di riconoscere le vere innovazioni;

non guardare al solo prezzo del dispositivo ma anche e soprattutto alla sua qualità, sicurezza e innovazione;

salvaguardare la personalizzazione delle cure;

correggere gli attuali sistemi di valutazione delle centralizzazioni volti a quantificare il solo risultato economico e non anche l’impatto sulla qualità dell’assistenza erogata e sugli esiti di salute prodotti. È necessario produrre evidenze sull’impatto globale delle centralizzazioni e su questa partita professionisti e cittadini/pazienti possono e devono avere un ruolo da protagonisti;

formalizzare un quadro di regole chiare (ad esempio linee guida...) sulle modalità di coinvolgimento di tutti gli stakeholder nelle procedure di gara (fasi di messa a punto e di valutazione della gara), al fine di aumentare il livello di qualità e di trasparenza.

Infine, di fronte a una molteplicità di centrali di acquisto che mettono in campo approcci e politiche diversi tra loro, e che dall’esperienza che abbiamo influiscono sull’esigibilità, qualità, sicurezza e innovazione delle prestazioni previste nei Lea, come riusciamo a garantire equità di accesso ai cittadini su tutto il Paese e quindi pari opportunità di cura? Come facciamo a ridurre le tante differenze che oggi regnano tra le Regioni?

È evidente che la governance delle centrali di acquisto è un nodo nevralgico che va affrontato subito, chiarendo chi fa che cosa, in che modo, chi vigila non solo sul rispetto delle procedure formali, ma anche su eventuali duplicazioni di procedure di acquisto, chi verifica e interviene per garantire che il livello di qualità, sicurezza, innovazione e personalizzazione garantito dalle centralizzazioni sia il migliore e il medesimo su tutto il territorio nazionale.


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