Imprese e mercato

Federfarma risponde a Farmacieunite. Racca: «A Muschietti ricordo che…»

di Annarosa Racca (presidente Federfarma)

Mi dispiace rubare spazio ai lettori di Sanità24, abituati ad affrontare temi assai più interessanti rispetto al dibattito sulla vita interna e sulle scelte politiche di una Federazione di categoria, ma, visto l'andamento che sta assumendo questo dibattito, soprattutto alla luce dell'intervento di Farmacieunite, pubblicato il 16 novembre , mi vedo costretta a una replica per fare chiarezza.
Innanzitutto, voglio precisare che quella che Muschietti - ma anche Carlino Marrone, conoscitore del mondo delle farmacie e del Sindacato che una volta l'anno interviene nel dibattito mantenendo coraggiosamente l'anonimato - chiama guerra intestina per il potere non è nient'altro che il normale processo democratico interno alla Federazione delle farmacie. Si avvicinano le elezioni per il rinnovo dei vertici di Federfarma ed è del tutto normale che ci si confronti nelle Assemblee, in modo più o meno aspro, sull'assetto del Sindacato e sulle sue scelte, per ottenerne la guida. È la democrazia, bellezza! Capisco che possa essere considerata un'opzione troppo complessa e addirittura inutile per chi, non essendo riuscito a mantenere un ruolo al vertice di Federfarma, ha deciso di andarsene e trasformare la Federfarma della propria provincia in un altro sindacato, costringendo chi non era d'accordo, a rimettere in piedi una nuova struttura.
Non c'è da stupirsi, quindi, se chi si sente superiore al confronto democratico, dimentichi il proprio passato e si scagli contro l'attuale situazione delle farmacie, condizionata in gran parte da norme, quali ad esempio la legge n. 405/2001, grazie alla quale si è sviluppata la distribuzione diretta, e la lenzuolata di Bersani del 2006, che ha consentito la vendita di medicinali senza ricetta al di fuori delle farmacie, varate negli anni in cui Muschietti, e non io, aveva una posizione apicale in Federfarma.
Da allora la farmacia – dopo aver affrontato la crisi economica, aggravata dai tagli alla spesa farmaceutica e dai pesanti provvedimenti del Governo Monti - sta lentamente riprendendosi, anche grazie alle iniziative promosse da Federfarma per agevolare il lavoro delle farmacie e consolidarne il ruolo all'interno del SSN, della filiera del farmaco e nel rapporto con i cittadini (su quest'ultimo fronte: consegna a domicilio dei farmaci su tutto il territorio nazionale, Carta della qualità; dal punto di vista del supporto alle farmacie: piattaforme informatiche per l'erogazione di servizi, ad esempio telemedicina, fatturazione elettronica, invio dati per la realizzazione del 730 pre-compilato, supporto attivazione ricetta elettronica, ecc.).
Se alcune farmacie messe a concorso non vengono accettate dai vincitori non è perché la farmacia non è più economicamente vitale, come sostiene Muschietti, ma perché si tratta di sedi con pochissimi abitanti non in grado di garantire la sopravvivenza stessa della farmacia Questo piuttosto dimostra l'illogicità delle politiche di deregolamentazione che puntano a scardinare progressivamente il sistema di regole che tuttora garantiscono il buon funzionamento del servizio farmaceutico.
Il ruolo e le potenzialità della farmacie all'interno del sistema sanitario sono stati riconosciuti in questi anni da tutti i documenti di programmazione varati dal Governo (DEF, Patto per la salute, Piano nazionale per la cronicità). Il rapporto con le altre componenti della filiera e del settore (industrie, grossisti, medici) non è mai stato così stretto. E questo proprio grazie all'attività di Federfarma a livello nazionale (vedi le numerose iniziative promosse in collaborazione con imprese del settore, il protocollo siglato dalla filiera con AIFA sulle carenze, il protocollo siglato da Federfarma con la FIMMG).
Esistono – è vero - alcune criticità nel rapporto con le Regioni, che si traducono nella difficoltà a dare concreta attuazione ai principi delineati a livello nazionale, ma anche su questo fronte stiamo lavorando molto, in sinergia con le nostre articolazioni territoriali. E pure qui Muschietti sbaglia: alle Regioni la vecchia convenzione non va bene così com'è, le Regioni vorrebbero molto di più dalla farmacia, più distribuzione per conto, più servizi, più risparmi. Il confronto, già in atto da tempo, verte su questi temi ed è qui che si gioca il futuro della farmacia.
Detto questo, non posso che registrare con piacere come le iniziative di carattere generale, proposte oggi da Muschietti per rilanciare il ruolo delle farmacie, coincidano con quelle a cui Federfarma sta lavorando da tempo: pharmaceutical care, aderenza alle terapie, presa in carico dei pazienti cronici, sviluppo dell'informatizzazione, creazione di una rete integrata con i medici, per salvaguardare la centralità del paziente e valorizzare il ruolo sociale e sanitario della farmacia.
Può darsi che Muschietti, anche in questo caso, non se ne sia accorto, preso com'è a guardare lontano… dalla realtà.


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