Imprese e mercato

Omeoimprese: «Il Comitato di bioetica fa disinformazione. I nostri sono farmaci, lo dice l’Europa»

di Omeoimprese

«Lo screditamento che in Italia sta vivendo l'omeopatia non ha precedenti in nessun Paese d'Europa. Alla vigilia della consegna dei dossier per il rinnovo dell'autorizzazione all'immissione in commercio (Aic) da parte delle aziende che in Italia producono farmaci omeopatici, ecco l'ennesima polemica contro il settore, questa volta da parte del Comitato di Bioetica che va ad alimentare la grande disinformazione che investe il comparto». Sono le parole di Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, l'associazione che rappresenta i produttori e distributori italiani, che prende posizione in merito alle recenti esternazioni del CdB, che sollecita un cambio di denominazione dei prodotti omeopatici declassandoli da “medicinali” a “preparati di efficacia non convalidata scientificamente”.
«Le nostre imprese - prosegue Gorga - sono case farmaceutiche a tutti gli effetti, i prodotti sono classificati “medicinali” da una direttiva europea che risale al 2001 e recepita dall'Italia nel 2006. È giunto il momento di fare chiarezza e abbattere le barriere di pregiudizio che penalizzano un settore che offre un sostegno valido alla salute di 8 milioni di italiani che si rivolgono all'omeopatia su consiglio di 20.000 medici e che dà lavoro a 4.000 addetti nel nostro Paese. Tutto questo, mi preme far notare, accade solo in Italia, penalizzando un settore dell'economia che, con i suoi 300milioni di euro, contribuisce nel suo piccolo al Pil nazionale».

Chi siamo. Omeoimprese è l'associazione delle aziende produttrici di medicinali omeopatici. Nata nel gennaio 2008 dalla fusione di Anipro e Omeoindustria per tutelare gli interessi nella diffusione dei medicinali omeopatici e antroposofici, oggi rappresenta le aziende che operano in Italia e si pone come punto di riferimento nell'ambito dei prodotti omeopatici.
L'omeopatia in numeri. Sono 8 milioni gli italiani che usano l'omeopatia almeno una volta all'anno (dato EMG Acqua/Omeoimprese, aprile 2016). Il 4,5% della popolazione si affida alle cure complementari con una frequenza quotidiana/settimanale e il 60,4 per cento degli users di medicinali omeopatici sono donne per lo più di un'età compresa tra i 35 e i 54 anni. Oltre la metà degli utilizzatori (53,7 per cento) ha un'istruzione superiore. Chi ricorre all'omeopatia lo fa mediamente da 6,5 anni ed ha iniziato su consiglio del farmacista (22,6%), di parenti e amici (21,7%), del medico generico (15,3%), dello specialista (14,1%). Si curano soprattutto riniti, raffreddori, influenze (63,6%), dolori articolari o muscolari (30,4%), allergie e problemi all'apparato respiratorio (21,8%).
Un altro dato rilevante è l'utilizzo degli omeopatici in pediatria: 1 medico su 3 li prescrive ai bimbi. La ricerca è stata condotta nel giugno 2016 fra i pediatri della Fimp (specialisti del SSN).


© RIPRODUZIONE RISERVATA