Imprese e mercato

Assobiotec: l’Italia è competitiva, sull’Ema una sconfitta «tecnica»

«Ancor più del miliardo e 700 milioni stimati come indotto del trasferimento di Ema, Milano e l’Italia perdono un’iniezione di cultura, metodo, competenze e professionalità che nell’epoca dell'economia della conoscenza avrebbero avuto un valore inestimabile per l’intero Paese». A pochi giorni di distanza dall’assegnazione ad Amsterdam della sede dell’Authority del farmaco, il presidente di Assobiotec, Riccardo Palmisano, analizza così le cause della sconfitta e le opportunità svanite.

La vicenda, però, secondo Palmisano contiene anche un insegnamento estremamente positivo per l'Italia: «Anche se il sorteggio ci ha sfavoriti (ed è inutile piangere oggi su un meccanismo noto a tutti fin dall'inizio) - sottolinea - tecnicamente siamo arrivati primi, seppur a pari merito, in una serrata competizione tra 24 dei 27 Paesi dell’Unione europea. A nostro avviso questo insegna innanzitutto che il settore delle scienze della vita e della salute in Italia è competitivo: questo gli addetti ai lavori già lo sapevano, ma adesso è noto anche a molti altri decisori del sistema paese».

In secondo luogo, la vera lezione di questa vicenda «è che uniti si vince». «La cosa straordinaria di questo percorso è che a un certo punto l'Italia ha saputo mettere da parte la tradizionale frammentazione, gli interessi di parte, i pregiudizi tra pubblico e privato e tra accademia e impresa - conclude Palmisano - : in questa corsa tutti gli attori, indipendentemente dal colore politico e dal settore di appartenenza, hanno lavorato insieme per un unico obiettivo. Governo, Regione e Comune, università e associazioni di imprese, cluster tecnologici e ministeri, hanno messo in campo competenze ed energie, ognuno nel rispettivo ruolo, per raggiungere un obiettivo comune. E, seppur solo tecnicamente, ce l’hanno fatta».


© RIPRODUZIONE RISERVATA