Imprese e mercato

Antibiotico resistenza: il ruolo dei vaccini per prevenire le infezioni

di Rino Rappuoli*

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24 Esclusivo per Sanità24

La resistenza agli antibiotici è oggi una delle minacce più allarmanti per la salute pubblica. Secondo l'ultimo rapporto dell'OECD , 2,4 milioni di persone potrebbero perdere la vita in Europa, Nord America e Australia nel periodo 2015-2050, a causa dell'antimicrobico resistenza (AMR). Secondo le stesse previsioni, Italia, Grecia e Portogallo si collocherebbero ai primi posti tra i Paesi dell'OCSE per i più alti tassi di mortalità da AMR: dei 33.000 decessi che avvengono nei Paesi Ue ogni anno per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici, oltre 10.000 si registrano infatti nel nostro Paese. Uno scenario confermato dai dati del primo rapporto dell'AR-ISS , il sistema di sorveglianza nazionale dell'antibiotico resistenza coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS): In Italia, nel 2018, le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli otto patogeni sotto sorveglianza (Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Enterococcus faecalis, Enterococcus faecium, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter species) si mantengono più alte rispetto alla media europea. Nel 2050 si stima che le morti da AMR saranno più di 10 milioni; un numero di vittime ancora più elevato rispetto a quelle attribuibili al cancro.

Ma come nasce l'antimicrobico resistenza? La possibilità di creare microorganismi resistenti o multi-resistenti risiede nella capacità di un microorganismo di trasferire i meccanismi di resistenza ad altri sotto forma di materiale genetico. Ogni qualvolta un nuovo antibiotico viene introdotto nella pratica comune, innesca un meccanismo di selezione in cui il microorganismo riesce a trovare una modalità di inattivazione dell'antibiotico stesso. La conseguenza di questo processo è la necessità continua di nuovi antibiotici per il trattamento delle infezioni. Sebbene questi farmaci restino un salvavita indiscutibile, non sono numerosi quelli nuovi in sviluppo e ciò rende necessario identificare delle soluzioni alternative per combattere le infezioni presenti e future. È fondamentale quindi considerare il ruolo chiave che i vaccini possono ricoprire in questa battaglia.

Gli antibiotici sono disegnati per curare le infezioni batteriche, i vaccini per prevenirle: mentre l'antibiotico resistenza emerge molto rapidamente, i vaccini riescono a indurre un controllo prolungato dell'infezione. I vaccini, quindi, prevenendo l'infezione e la trasmissione del microorganismo, bloccano la sua potenzialità di acquisire e trasferire l'antibiotico resistenza. Inoltre, mentre gli antibiotici hanno generalmente un solo bersaglio su cui agire, i vaccini sono in grado di indurre un'immunità protettiva capace di agire su vari livelli della patogenesi. È importante comunque sottolineare che entrambi gli approcci, antibiotici e vaccini, sono necessari per fornire una risposta efficace al controllo di infezioni resitenti.

Nelle ultime decadi, le scoperte scientifiche nell'ambito dell'ingegneria genetica, della coniugazione chimica, della genomica, le nuove conoscenze nel campo dell'immunologia e della patogenesi dei microorganismi, la biologia strutturale e i nuovi metodi di analisi dei dati hanno permesso lo sviluppo di tecnologie innovative. Queste sono state alla base del disegno di nuovi vaccini efficaci che continuano ad avere un impatto fondamentale sulla riduzione di molte malattie infettive ed hanno aperto gli orizzonti al disegno di nuovi vaccini.

GSK ha una storia centenaria alle spalle e una profonda competenza nel campo dei vaccini, dove è all'avanguardia nell'innovazione scientifica e tecnologica. Attualmente, stiamo esplorando il potenziale dei vaccini per affrontare la resistenza antimicrobica con candidati in fase di sviluppo contro batteri multiresistenti come Salmonella, Shigella e Tubercolosi. Un candidato vaccino contro l'agente patogeno Clostridium difficile è appena entrato nella nostra pipeline.

Ulteriori investimenti, anche pubblici, saranno necessari per implementare nuove scoperte nel settore dei vaccini in grado di controllare queste infezioni e di offrire una prospettiva di lunga vita. Questi sforzi dovranno però essere accompagnati da una sensibilizazzione dell'opinione pubblica sull'importanza dei vaccini e sull'uso di quelli esistenti, che rappresentano ad oggi, uno dei pochi mezzi a disposizione per rispondere a questa emergenza.

*Chief Scientist GSK Vaccines


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