Imprese e mercato

Coronavirus: il contributo delle aziende ortopediche italiane

di Alessandro Maggi*

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24 Esclusivo per Sanità24

Il Paese sta vivendo un'emergenza sanitaria senza precedenti e le strutture del Servizio sanitario nazionale e regionale stanno profondendo uno sforzo decisivo a tutela della salute dei cittadini.
La gravità della situazione impone la precisa individuazione di servizi da ritenersi prioritari, a discapito di altri che, inevitabilmente, scivolano in secondo piano.
L'assistenza protesica rientra di diritto nei Livelli essenziali di assistenza e, conseguentemente, gli atti professionali, i servizi, le erogazioni delle aziende ortopediche, sono stati da subito individuati tra quelli – appunto – essenziali per la persona. Le aziende che erogano dispositivi medici e svolgono servizi sanitari sono state da subito individuate tra quelle indispensabili alla salute pubblica.

La rete delle ortopedie italiane si è da subito attrezzata per rispondere a questa chiamata, adottando tutte le misure igienico – sanitarie previste dai protocolli, sia a tutela dei propri dipendenti che dell' utenza. In questo momento tecnici ortopedici stanno compiendo atti professionali indispensabili per la restituzione dell'autonomia della persona, stanno facendo prove, rilevando misure, stanno individuando l'ausilio giusto per le esigenze di mobilità dell'assistito. Sono all'ordine del giorno i servizi aggiuntivi che vengono offerti, le donazioni di ausili tecnici per la mobilità personale fatte agli ospedali, l'aiuto offerto nella gestione – anche burocratica – di questa fase di tensione. Le ortopedie e le sanitarie erogano dispositivi medici sotto la direzione di un professionista sanitario abilitato e stanno dimostrando di non essere dei "negozi".

Stiamo vivendo la fase di picco del Coronavirus e, conseguentemente, quella del maggior afflusso di cittadini verso le strutture ospedaliere, che non sono organizzate per numeri di questo tipo. Gli ospedali hanno la necessità di dimettere il maggior numero di persone, alleggerendo certi reparti a favore di altri.
In questo i servizi delle aziende ortopediche italiane possono essere decisivi.
La gestione post – operatoria di una persona necessita di assistenza e dispositivi adeguati. La dimissione di una persona allettata che ragionevolmente può concludere il proprio iter riabilitativo anche presso il domicilio, necessita però di un kit di ausili (letto, materasso antidecubito, cuscino antidecubito e quant'altro). La persona con difficoltà motorie può essere gestita dall'esterno, evitando che si rechi presso il Pronto soccorso già al collasso.
La persona diversamente abile è, in questa fase, doppiamente persona fragile. Ha dei bisogni essenziali che devono avere una risposta rapida, efficiente ed efficace, per consentirle di riappropriarsi il prima possibile di autonomia e indipendenza dalla patologia ma anche dal nucleo famigliare che lo deve assistere.

Tutte queste attività di alleggerimento però (che evitano anche l'aggravarsi di patologie che un domani diventano un costo aggiuntivo per la sanità) richiedono un continuo dialogo con le Aziende sanitarie. L'assenza di visite e prescrizioni da parte del medico competente, di autorizzazioni alla fornitura, la chiusura parziale o totale degli uffici di assistenza protesica, l'adozione di procedure pubbliche che impoveriscono il territorio, creano enormi difficoltà all'utenza ma anche alle aziende fornitrici che, anche volendo, possono fare ben poco.
Lo sforzo ed i rischi sanitari ed imprenditoriali di cui il comparto si sta facendo carico devono trovare un corrispettivo da parte delle Aziende sanitarie, che devono trovare un modo per superare questo stallo e farsi aiutare da chi, oggi più che mia, è partner e non mero fornitore.

Solo insieme ce la possiamo fare.

* Presidente di Assortopedia


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