Imprese e mercato

Assobiotec: priorità a trasferimento tecnologico ed investimenti agevolati

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Necessità di misure stabili, incentivi per attrarre investimenti su startup e Pmi nazionali, nascita di fondi per lo sviluppo del settore biotech, nuove risorse e progetti per il trasferimento tecnologico. Di questo e di molto altro si è parlato in occasione del quarto appuntamento del progetto "Biotech, il futuro migliore - Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l'Italia", un percorso in 4 tappe, fra giugno e ottobre, che ha visto Istituzioni, rappresentanti di imprese, enti pubblici e di ricerca e più in generale, gli stakeholder dell'ecosistema biotech nazionale, confrontarsi sul settore e sulle priorità di intervento per permettere non solo lo sviluppo del comparto ma soprattutto una ripartenza, sostenibile, del Paese. Un ampio e articolato progetto, voluto da Assobiotec, (Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica) che troverà una sua finalizzazione in un Manifesto, ma soprattutto in un Documento di posizione con proposte operative per la crescita del settore, lo sviluppo delle imprese e il rilancio del Paese che verrà presentato il prossimo 9 novembre 2020 a Roma.

Il tavolo di lavoro dello scorso 12 ottobre dal titolo "Investire nel futuro" aveva al centro una riflessione sui temi del trasferimento tecnologico e sull'attrazione di capitali. Obiettivo: immaginare valide soluzioni per la crescita di startup e Pmi biotech nazionali che, intanto, hanno reagito con prontezza alla crisi legata alla pandemia. Secon do i dati Mise, Infocamere, sono 44 le nuove startup biotech registrate nel corso dei primi 9 mesi del 2020, di cui 33 dal 10 marzo. Ne hanno parlato, tra gli altri, Pierluigi Paracchi - Founder e Ceo Genenta e membro del Consiglio Direttivo di Assobiotec Federica Draghi – Investment Director di Genextra e membro del Consiglio Direttivo di Assobiotec, Filippo Satolli – Ceo StartupItalia, Federico Testa - Presidente ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, Alessio Beverina - Managing Partner Panakes e Segretario VC Hub Italia, Luca Pagetti - Responsabile Finanziamento crescita delle Startup – Intesa Sanpaolo Innovation Center Spa.

"Per la prima volta – afferma Pierluigi Paracchi, Founder e Ceo Genenta e membro del Consiglio Direttivo di Assobiotec - dopo anni in cui abbiamo lavorato come Assobiotec per far comprendere l'importanza del trasferimento tecnologico e del sostegno alle startup e pmi biotech nazionali, arriva il segnale che attendevamo: 650 milioni di euro se si sommano i fondi di CDP Venture Capital e quelli di Fondazione Enea Tech. Ora, per sentirne l'impatto, è cruciale avere tempi certi e compatti. Un conto, infatti, è scaricare a terra 650 milioni in un anno, un altro è dividerli in 5. L'elemento chiave è dirigere e concertare queste risorse su eccellenze per farne campioni nazionali dell'innovazione, che assumono personale, generano valore e lanciano un settore creando un circolo virtuoso che poi si autoalimenta".

"L'ecosistema delle startup è un sistema estremamente fertile, basti pensare che sono oltre 800 le startup innovative nate dall'inizio 2020 - racconta Filippo Satolli, Ceo StartupItalia - nel primo semestre sono stati registrati oltre 260 milioni di finanziamento, con 6 exit importanti. Tuttavia, per fare in modo che le startup facciano quel salto in più e che le grandi aziende riescano a concepire la cultura delle startup e dell'open innovation è importante fare attività di education. Una grande azienda deve vedere nella piccola e media impresa un grande stimolo per essere innovativa e sempre più competitiva in termini di ricerca e sviluppo. Le grandi aziende possono giocare un ruolo importante nell'innovazione; per farlo devono parlare all'ecosistema coinvolgendo più attori possibili: startup, corporate, pubblica amministrazione, istituzioni, opinione pubblica e attività con altre big company".

"La nostra neo nata Fondazione Enea Tech – aggiunge Federico Testa, presidente Enea - nasce con l'idea di essere a disposizione dove realmente serve, in una logica di servizio. Il nostro obiettivo, da portare avanti in collaborazione e attraverso un dialogo aperto con tutti gli attori coinvolti, è quello di mettere a sistema competenze scientifiche e tecniche per ottimizzare l'attuale modello di trasferimento tecnologico che ha visto in passato il moltiplicarsi di Uffici di TT all'interno delle università italiane, anche dove non c'era massa critica, senza alcun coordinamento e capacità di dialogo. È un sistema che va reso più efficiente per permettere alle buone idee di raggiungere rapidamente il mercato senza perdere di vista il fattore tempo, certamente cruciale soprattutto in questo ambito".

Passando poi al tema dell'attrazione degli investimenti e degli incentivi alla crescita:
"L'80% delle industrie biotecnologiche in Italia sono di piccole e micro dimensioni. Nonostante gli investimenti di VC siano aumentati, si tratta di fondi che riescono a sostenere una startup biotech solo nelle prime fasi. Oggi chi lancia una startup biotech arriva fino a un certo punto e poi è costretto a cercarsi fondi all'estero: si crea una filiale negli Stati Uniti, prova a quotarsi al Nasdaq o cerca un'acquisizione da parte di uno strategico, solitamente estero - dichiara Federica Draghi, Investment Director di Genextra e membro del Consiglio direttivo di Assobiotec -. Gli investimenti in startup innovative in Italia hanno un taglio medio di 6 milioni di euro, quando in Europa i tagli medi sono di 20 milioni di euro: queste cifre non consentono alle startup italiane di crescere passando a fasi avanzate di ricerca e sviluppo. Anche le biotech europee arrancano di fronte a quelle statunitensi che ricevono 5 volte i finanziamenti privati di una biotech europea. Bisogna quindi alimentare un ecosistema che offra alla startup che ha voglia di crescere un ventaglio di fonti a cui attingere per trovare le risorse necessarie ad arrivare fino alla commercializzazione del prodotto, senza dover uscire dai confini italiani. Servono prima di tutto fondi di VC di dimensioni più grandi, accompagnati poi da un mercato pubblico con l'appetito giusto e da una maggiore presenza sul territorio di operatori strategici interessati a formare partnership o acquisizioni".

"VC HUB - afferma dal canto suo Alessio Beverina, Managing Partner di Panakes e Segretario di VC HUB Italia - ha lanciato un tavolo di lavoro tra i suoi soci nel Life Sciences, al fine di realizzare proposte al legislatore basate su dati e punti di vista degli investitori e startup. Tra le diverse proposte, creare un credito di imposta in ricerca per le startup e Pmi innovative, con caratteristiche particolari che saranno indicate successivamente. Così, anche le startup italiane nelle Life Science possono puntare a diventare realtà di successo e competere a livello internazionale" .


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