Imprese e mercato

Takeda investe 16 milioni per rinnovare la linea produttiva di Pisa

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Takeda ha annunciato di voler investire nello stabilimento di Pisa circa 16 milioni di euro nei prossimi anni, per aggiornare la linea di produzione dell'albumina con una nuova tecnologia innovativa detta Isolator Technology. "L'obiettivo è ambizioso: raddoppiare la capacità produttiva nei prossimi anni - dichiara Massimiliano Barberis, direttore degli stabilimenti produttivi Takeda in Italia - e aggiornare la linea di produzione dell'albumina con una tecnologia d'avanguardia che sostituirà gradualmente a partire dal 2024 l'attuale tecnologia". L'investimento di Takeda "riconosce il valore della manifattura in Italia e garantisce un futuro per lo stabilimento almeno per i prossimi 20 anni". "L'impianto, oltre ad includere svariati miglioramenti tecnologici - aggiunge Barberis -, sarà anche grado di raccogliere e gestire flussi dati di processo, in linea con le recenti innovazioni del campo della digitalizzazione (Industria 4.0). Tutto questo significa riuscire a garantire una migliore fornitura di farmaci salva vita per i nostri pazienti di tutto il mondo".

L'aumento di capacità produttiva avrà risvolti anche dal punto di vista occupazionale con un incremento che si stima in decine di nuovi ingressi e riguarderà sia personale specializzato che personale operativo.

Con oltre 30 anni di esperienza, lo stabilimento di Pisa impiega più di 150 persone ed è dedicato esclusivamente al trattamento di albumina umana, a seguito del frazionamento del plasma effettuato nel sito produttivo di Rieti. A Pisa vengono eseguite le fasi di riempimento asettico e ispezione visiva. Grazie al recente aumento dei Paesi raggiunti (completato con la Cina), Pisa è ora il principale fornitore di Albumina per i paesi RoW (Resto del mondo).

Inoltre da settembre 2020 lo stabilimento di Pisa, assieme a quello di Rieti, è fortemente coinvolto nel trasformare in farmaci salvavita tutto il plasma donato nelle strutture trasfusionali delle Regioni Toscana, Marche, Lazio, Campania, Molise e Ispettorato Generale della Sanità Militare, con l'ambizioso obiettivo di rendere l'Italia autosufficiente nella disponibilità di farmaci emoderivati.


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