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Liste d'attesa post Covid nel privato, Anisap scrive a Governo e Regioni: «Code fino a 180 giorni, rivedere i budget e contratti»

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24 Esclusivo per Sanità24

«La Federazione che riunisce e tutela le strutture sanitarie private, accreditate con il Ssn e contrattualizzate da tutte le Regioni, continua, con preoccupazione, a notare il marginale coinvolgimento delle strutture stesse nel sistema assistenziale. Eppure, le nostre strutture stanno subendo un notevolissimo incremento della domanda, dovuto alla minore erogazione di prestazioni dalle strutture pubbliche a causa degli effetti della pandemia, incremento che sta portando a un allungamento progressivo delle liste d'attesa e ad una crescita delle prestazioni in regime privatistico». Così il presidente di FederAnisap (Federazione nazionale delle Associazioni regionali o interregionali delle Istituzioni sanitarie ambulatoriali private e accreditate con il Ssn, oltre 1.000 iscritti con circa 1.500 strutture sanitarie ambulatoriali private e/o accreditate) Mauro Potestio in una lettera al Governo, alle istituzioni sanitarie e ai parlamentari. «Di fatto – si legge nella lettera - al momento il sistema risulta bloccato. In tal senso, non possiamo esimerci dal segnalare un aggravio della situazione, cagionato dal ritardo, in quasi tutte le Regioni, della precisa definizione dei budget che verranno riconosciuti alle strutture per il 2021, e inoltre dall’incertezza sulle modalità di remunerazione delle prestazioni collegate al Covid (tamponi, vaccini o prestazioni per i postumi della malattia), non avendo contezza circa la loro inclusione o meno nei tetti di spesa riconosciuti alle strutture. Tale incertezza sta portando tutte le strutture, che in seguito all'incremento della domanda avevano erogato un numero maggiore di prestazioni, a ridurre cautelativamente la programmazione prestazionale per gli ultimi mesi dell'anno, circostanza che condurrà inevitabilmente ad un aumento ulteriore dei tempi di attesa».
La criticità – si dice nel documento - emerge ancor più grave per tantissimi laboratori che avevano operato fino a oggi con il libero accesso alle prestazioni senza prenotazione, ma che nell’incertezza sul raggiungimento del limite del budget potrebbero essere costretti, in assenza di chiarezza, a passare all'accesso alle prestazioni su prenotazione, con conseguente inevitabile contingentamento, oppure a interrompere, prima della fine del corrente anno, l'erogazione delle prestazioni a carico del Ssn. Appare intuitiva la ricaduta direttamente sui pazienti, che potrebbero avere disagi sia nella fruizione delle prestazioni (i malati oncologici, ad esempio, ove il budget si sia esaurito per carenza di finanziamento, potrebbero dover a pagare di tasca propria l’esame che gli consente di accedere alle cure) sia nella libertà di scelta (sempre in assenza di budget, i pazienti dovrebbero necessariamente rivolgersi alle strutture pubbliche, inserendosi nelle sempre più lunghe liste d’attesa).
Questo esempio vale anche e soprattutto per le prestazioni diagnostiche, quali le Tac, le Risonanze magnetiche, le Ecografie, nonché per le attività riabilitative che hanno subito per effetto Covid richieste assistenziali anche superiori al 50% rispetto all’epoca precedente alla pandemia.
Potestio sottolinea che «le strutture FederAnisap sono perfettamente in grado di aumentare il volume prestazionale in carico al Ssn, circostanza che diminuirebbe il ricorso alle prestazioni completamente private. Questo per mantenere i principi che hanno sempre ispirato le strutture accreditate a sentirsi come una componente integrata e fondamentale del Ssn stesso, soprattutto in questo periodo di grave crisi del Servizio sanitario, già afflitto da provvedimenti antecedenti quali il blocco degli organici nel pubblico e la riduzione dei finanziamenti e drammaticamente aggravata dalla pandemia Covid. Appare evidente che l’esclusione, persistente, delle strutture accreditate, che pur effettuando milioni di prestazioni non riescono a soddisfare completamente la domanda prestazionale per le motivazioni sin qui elencate, non consente al cittadino di avere quel “sollievo” assistenziale proclamato a gran voce dal Governo e purtroppo mai attuato nel nostro settore per i vincoli, come citato nelle premesse, esistenti nei rapporti attuali».
La problematica esposta si riflette sulle liste d’attesa, in quanto «i già citati vincoli contrattuali costringono, alla data della presente nota, a prenotazioni che oscillano tra 120 e 180 giorni. Tutto ciò a causa dei contratti economici vincolanti che non consentono alle strutture una elasticità per venire incontro alle esigenze della cittadinanza. Alla luce di tutte le considerazioni svolte, si ritiene indispensabile invocare un intervento urgente del Governo, che possa consentire in questi ultimi mesi del 2021 e nei primi mesi del 2022 di riportare la situazione alla normalità, cioè ad un corretto equilibrio fra domanda ed offerta di prestazioni.
«Dal canto nostro – conclude FederAnisap - assicuriamo ancora una volta tutta la massima disponibilità a raggiungere questo obiettivo, sollevando ancora una volta una profonda perplessità sul motivo per il quale questa nostra completa disponibilità non venga presa in considerazione, specialmente in questo grave e delicato momento del Paese, proprio e soprattutto in ambito sanitario».


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