Imprese e mercato

Cimbri (Unipol): la spesa welfare sale a 632 miliardi, più impresa e posti di lavoro per sostenere previdenza e sanità

di Ernesto Diffidenti

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24 Esclusivo per Sanità24

"La crisi Covid-19 ha indotto un incremento generalizzato di tutta la spesa welfare, includendo i 3 pilastri tradizionali (sanità, politiche sociali, previdenza) e l’istruzione: nel 2021 raggiungerà un totale stimato in circa 632 miliardi, con una crescita di circa 6 miliardi rispetto al 2020, anno in cui l’incremento era stato pari a 50 miliardi rispetto al 2019". Lo rileva il rapporto del think tank 'Welfare, Italia', realizzato da Unipol gruppo con la collaborazione di The European House-Ambrosetti, presentato oggi a Roma.

"La crisi non ha alterato significativamente la suddivisione della spesa - sottolinea il report - confermando lo sbilanciamento della componente previdenziale (49%) che tuttavia evidenzia una diminuzione di 2,3 punti percentuali rispetto ai valori del 2019 attestandosi su valori più bassi anche del 2009 (49,7%) mentre la spesa per le politiche sociali ha superato per la prima volta quota 100 miliardi (+36%)". La spesa sanitaria, dal canto suo, "riporta un aumento del 6,6% con una spesa totale che supera i 120 miliardi".

"Occorre rimettere al centro del sentire comune l’importanza del lavoro - ha commentato Carlo Cimbri, Ceo del gruppo Unipol -. E’ solo attraverso la creazione di posti di lavoro che potremo permetterci di sostenere il nostro sistema previdenziale, il nostro sistema sanitario e avere le risorse anche per l'assistenza alle persone fragili e della terza età". Secondo Cimbri occorre un mercato più flessibile che, insieme agli investimenti del Pnrr, possa favorire la creazione e la crescita delle imprese. "Questo percorso - ha aggiunto - si traduce in lavoro e reddito per le persone aumentando i consumi e le risorse da destinare a un welfare di precisione che possa essere per i nostri figli ancora più forte di quanto non lo sia stato per la nostra generazione".

Sono digitalizzazione, politiche attive per l'evoluzione demografica e per il lavoro, riforma degli ammortizzatori sociali e promozione dell'occupazione femminile le 5 priorità d’azione individuate dal report Unipol-Ambrosetti . "La proposta - spiega il rapporto - è di creare un punto di accesso unico digitale per i servizi di welfare che consenta ai cittadini di consultare attivamente tutte le proprie opzioni, in ambito sanitario, previdenziale, formativo e di politiche sociali".

Sul fronte demografico occorre gestire "l’incidenza della spesa pensionistica sul Pil che raggiungerà il 17,3% nel 2040 (+1% rispetto al 16,3% del 2018) un’adeguata assistenza agli anziani e in particolare alla popolazione non autosufficiente (che potrà essere pari a 6,3 milioni di individui tra soli 10 anni, più del doppio rispetto ad oggi)". In questa prospettiva, l’indirizzo del Think Tank “Welfare, Italia” individua come priorità "l’introduzione di forme di risparmio previdenziale integrativo fin dai primi anni di vita, sul modello dei Children’s Saving Accounts, campagne di sensibilizzazione sul welfare e valorizzazione della telemedicina, della teleassistenza e delle best practice del privato, con l’attivazione di tavoli di confronto territoriali misti pubblico/privato".

"Siamo in presenza di un momento straordinario - ha concluso Cimbri - . Come ha detto il premier Draghi è una occasione irripetibile. Dopo anni di depressione, dobbiamo tornare a investire cancellando i messaggi, a mio dire devastanti, dell’uno vale uno o che studiare non conta o che bisogna eliminare la cultura precedente. Si sta riprendendo a sognare e se riusciamo a fare impresa abbiamo le risorse per trasformare i sogni in realtà".

Ai lavori del forum Unipo-Ambrosetti sono intervenuti, tra gli altri, anche i ministri per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, e delle Pari Opportunità, Elena Bonetti secondo cui "l'involuzione della situazione demografica dell'Italia va riconosciuta come una delle fragilità sistemiche che dobbiamo risolvere per non rendere il declino irreversibile". Con il Family Act, ha ricordato Bonetti "abbiamo cambiato la prospettiva del welfare e dell'approccio al tema demografico, innanzitutto trattandolo come un investimento".

Per Gelmini sul welfare l'Europa ci ha dato "un'indicazione importante che è quella di un utilizzo accorto delle risorse del Pnrr. L'Europa non ha mostrato il volto del rigore e della tenuta dei conti del Patto di stabilità ma ha dato uno slancio solidale di fronte alla pandemia". Ora, dunque, occorrerà investire le risorse anche tenendo presente "che il tema demografico mette a repentaglio questo sistema di welfare che ha amplissimi margini per essere migliorato, per diventare più equo e più sostenibile". "Spendiamo molto di più in pensioni e sussidi - ha sottolineato Gelmini - piuttosto che in istruzione" (lo ha ricordato anche nel suo intervento l'ex presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti). Bisogna, quindi, invertire la rotta in questo campo e nell'occupazione dove "chi percepisce sussidi deve partecipare a politiche attive del lavoro".

Il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, infine, ha lanciato un appello per l'alfabetizzazione sulla salute: "L’investimento sull'informazione scientifica - ha detto - è un percorso che dobbiamo perseguire".


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