Imprese e mercato

8 marzo: le imprese del farmaco a sostegno di natalità, welfare e cure

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Favorire la natalità. Un tema centrale per le imprese del farmaco che concretamente, attraverso welfare e cure, vogliono dire stop al declino demografico per il bene dell’Italia e delle stesse aziende. Perché senza giovani non può esserci innovazione né futuro. Né tantomeno crescita economica.
E sono 4 le parole chiave per uscire da questa emergenza: donne, welfare, ricerca, giovani.
Sono emerse nel corso del convegno di Farmindustria dedicato alle donne, che si è svolto a Roma, dal titolo “Le imprese del farmaco a sostegno della natalità. Welfare e cure”.

“L’industria farmaceutica da anni ha creato modelli di welfare che permettono alle persone che vi lavorano di conciliare vita e lavoro - sottolinea Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria -. Siamo all’avanguardia e abbiamo molte best practice. Un aiuto è stato garantito dalla presenza “rosa” nelle nostre imprese. Che rappresenta una risorsa preziosa. Donne che lavorano, che sono madri, che sono caregiver della famiglia. E che danno un contributo fondamentale alla Ricerca per trovare terapie sempre più efficaci. Un’industria che non potrebbe fare a meno della creatività, della generosità, della forza di volontà, della capacità di raggiungere l’obiettivo. Qualità tutte tipiche delle donne”.

Farmaceutica: un'industria in "rosa"
Le donne sono protagoniste nelle imprese del farmaco. Lo testimoniano i numeri: sono il 43% del totale degli addetti, molto più che negli altri settori (29% in media). Una quota che è identica tra i dirigenti e i quadri.Nella ricerca poi, cuore del settore e “centro della crescita” - come sottolineato dal presidente del Consiglio Mario Draghi - superano il 50%.E sfiorano il 50% tra gli under 35, con punte del 55% tra dirigenti e quadri.

Welfare aziendale
"Le imprese del farmaco - ricorda Farmindustria - sono un modello di welfare aziendale. Con molte misure che favoriscono la conciliazione vita-lavoro, soprattutto delle donne, principali caregiver della famiglia".
Nel 91% delle aziende sono presenti da molto tempo - e ben prima della pandemia - forme di flessibilità oraria e misure quali:
•il part time;
•lo smart working;
•la flessibilità in ingresso e uscita
•i permessi retribuiti aggiuntivi.

E circa nel 60% sono diffusi:
•il sostegno per gli asili nido;
•l’assistenza domestica;
•l’istruzione dei figli.

Con congedi e aspettative per maternità/paternità più estesi rispetto alla legge e al CCNL e con servizi come: lavanderia, take away, calzoleria, mense aziendali, trasporto collettivo. ma anche con un’attenzione elevata alla salute grazie a forme di sanità integrativa, campagne di prevenzione e vaccinazioni, screening periodici e pacchetti check-up."Un’eccellenza - sottolinea Farmindustria - raggiunta attraverso relazioni industriali moderne e innovative".

Dalla ricerca un sostegno alla natalità
E la ricerca offre un importante sostegno alla natalità. Con investimenti crescenti pari a 1.300 miliardi di euro nel mondo tra il 2021 e il 2026 per cure sempre più mirate sulle persone: donne, uomini e bambini.
Secondo Farmindustria, sarà quindi possibile:
•continuare lo sviluppo a livello globale di oltre 600 farmaci contro le patologie pediatriche, a partire da quelli contro i disturbi genetici, le malattie rare e le patologie neonatali;
•incrementare gli studi clinici per la salute della donna, già aumentati del 20% in 10 anni.

Giovani e futuro
L’industria farmaceutica è il primo settore manifatturiero per sostegno alla natalità, con un numero di figli superiore alla media nazionale del 45%.
E non solo. Continua a puntare sui giovani: negli ultimi 5 anni, infatti, l’occupazione degli under 35 è cresciuta del 15%.
"Solo così - sottolinea Farmindustria - si potrà invertire il declino demografico che affligge il nostro Paese. Secondo le stime Istat, infatti, la popolazione residente passerà dai 59,6 milioni di abitanti nel 2020 ai 58 mln nel 2030, ai 54,1 mln nel 2050 e ai 47,6 mln nel 2070.
Il rapporto tra giovani e anziani sarà di 1 a 3 nel 2050 mentre la popolazione in età lavorativa scenderà in 30 anni dal 63,8% al 53,3% del totale".




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