Imprese e Mercato

Decretone: sui farmaci no di Farmindustria

Il Comitato di Presidenza di Farmindustria – composto dal presidente Massimo Scaccabarozzi di Janssen-Cilag, dai vice presidenti Lucia Aleotti di Menarini, Maurizio de Cicco di Roche, Francesco De Santis di Italfarmaco, Daniel Lapeyre di Sanofi ed Emilio Stefanelli dell'Istituto Biochimico Nazionale Savio; e dai dottori Pierluigi Antonelli di MSD Italia, Nicola Braggio di AstraZeneca, Alberto Chiesi di Chiesi Farmaceutici, Luc Eddy Debruyne di GlaxoSmithKline, Andrea Montevecchi di Sigma Tau e Giorgio Rende di ICI Rende – si è riunito oggi in seduta straordinaria a Roma per valutare le ripercussioni sul settore del decreto legge Sanità all'ordine del giorno del prossimo Consiglio dei Ministri.

«Con il decreto legge - si legge nel comunicato di Farmindustria - saremmo comunque al terzo cambio del quadro regolatorio di riferimento delle imprese del farmaco, realizzato con decretazione d'urgenza in soli sei mesi. Con gravi conseguenze sulla possibilità di programmare qualsiasi attività industriale».

«Questo - proseguono gli industriali del farmaco - a nemmeno trenta giorni dall'ultima manovra che ha fatto pesare il 40% della riduzione del Fondo sanitario nazionale proprio sulla farmaceutica. E che ha introdotto nuove norme sulla prescrizione del principio attivo, ancora in fase di interpretazione e applicazione. In particolare, il decreto sembra contenere una misura che prevede la revisione del Prontuario terapeutico, oggi già consentita e disciplinata con attribuzione delle competenze all'Aifa. La normativa vigente in materia, attraverso la procedura di negoziazione, determina sia la classificazione sia il prezzo dei medicinali, garantendo il necessario confronto tra le aziende e l'Amministrazione».

Farmindustria non condivide quindi l'adozione di un'altra norma di carattere economicistico, stabilita con una non necessaria decretazione d'urgenza, «che stravolge la possibilità di fare impresa» e si dichiara disposta a partecipare a un tavolo «per offrire il proprio contributo su tutte le iniziative, anche legislative, relative al settore per verificarne l'impatto sugli investimenti e la produzione farmaceutica in Italia».