In parlamento

Infermieri: una «staffetta generazionale» per dare spazio ai giovani. Il Ddl al Senato

di Rosanna Magnano

Contrastare l’invecchiamento della popolazione lavorativa degli infermieri - secondo rilevazioni Ipasvi i professionisti over 61 sono 23.351 su un totale di 412.07 - valorizzando la sostenibilità economica della cosiddetta «staffetta generazionale» fra operatori, senza nuovi oneri per le finanze pubbliche. E’ l’obiettivo del disegno di legge - a firma Silvestro, Dirindin e Bencini - presentato ieri in sede referente alla Commissione Igiene e sanità del Senato.

Il testo, illustrato dalla relatrice Nerina Dirindin (Pd), propone incentivi per favorire l'assunzione, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, di giovani professionisti sanitari nonché il passaggio dal contratto di lavoro a tempo pieno al contratto di lavoro a tempo parziale degli esercenti le professioni sanitarie ai quali manchino non più di trentasei mesi alla maturazione dei requisiti pensionistici.

A ispirare il Ddl alcune forme di sperimentazione in atto o in fase di attuazione in varie regione italiane. Secondo i promotori del provvedimento, i benefici dell’applicazione di un generalizzazione processo del genere sarebbero diversi: contrasto alla disoccupazione; ingresso di forza lavoro, motivata e preparata, a tutto vantaggio degli assistiti e dell'organizzazione sanitaria; percorso di uscita «morbido» dal lavoro da parte di operatori pensionabili, garantendo loro il riconoscimento della pregressa esperienza e la valorizzazione delle competenze maturate anche attraverso lo svolgimento della funzione di mentore.

I contenuti del Ddl
In particolare, il disegno di legge prevede che per gli infermieri e gli esercenti le altre professioni sanitarie ai quali manchino non più di trentasei mesi alla maturazione dei requisiti pensionistici e che si rendano disponibili alla trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale (con una riduzione dell'orario di lavoro pari al 50 per cento delle ore contrattualmente dovute) sia riconosciuta (sino alla maturazione dei requisiti pensionistici) anche la quota ulteriore di contribuzione che deriverebbe da un contratto di lavoro a tempo pieno.

Tale riconoscimento è subordinato alla sottoscrizione di un atto denominato «patto intergenerazionale», firmato dal pensionando, dall'assumibile, dall'azienda o struttura sanitaria (pubblica o privata accreditata), nonché dalle rappresentanze sindacali. Con i risparmi di spesa derivanti dalle riduzioni di orario in oggetto, il medesimo datore di lavoro assume, con contratto a tempo indeterminato, infermieri o esercenti altre professioni sanitarie di età non superiore a 35 anni e disoccupati o inoccupati. Tali nuovi contratti possono essere sia a tempo pieno sia a tempo parziale.

Il disegno di legge prevede anche che le aziende e strutture sanitarie (pubbliche o private accreditate) avviino, in collaborazione con l'Inps, una ricognizione relativa alla consistenza numerica degli infermieri e degli esercenti le altre professioni sanitarie ai quali manchino non più di trentasei mesi alla maturazione dei requisiti pensionistici e adottino, di concerto con le rappresentanze sindacali, piani di informazione volti a diffondere tra i potenziali destinatari la conoscenza degli incentivi in questione.


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