In parlamento

Le catene al collo delle farmacie. Ecco il testo al Senato

di Rosanna Magnano

La fascia C resta un’esclusiva delle farmacie e si aprono le porte del settore al grande capitale. Un via libera senza grandi sorprese quello dato dalla Camera il 7 ottobre scorso al Ddl Concorrenza. Il provvedimento passa ora al Senato, con le incognite legate al diverso peso numerico della maggioranza. Da oggi è disponibile sul sito del Parlamento l’Atto del Senato 2085 con il testo aggiornato.

Le speranze di parafarmacie e Gdo di accedere alla fetta di mercato dei farmaci di fascia C (che vale circa 3 mld) si sono bloccate davanti a un muro compatto: l’aula di Montecitorio ha infatti respinto l’emendamento di Sel all’articolo 32 che ne avrebbe permesso la vendita anche nelle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione.

L’unica modifica all’articolo 32 (misure per incrementare la concorrenza nella distribuzione farmaceutica) accolta rispetto al testo pervenuto dopo l’esame in sede referente delle Commissioni riunite Finanze e Attività produttive è l’emendamento presentato a prima firma Federico Gelli, responsabile nazionale Sanità del Pd, che, nei comuni sotto i 6.600 abitanti in cui risultino farmacie soprannumerarie, ne consente il trasferimento - fatta salva la procedura del concorso straordinario - sulla base di una graduatoria regionale per titoli stilata anche sulla base dell’ordine cronologico delle richieste di trasferimento presentate.

L’articolo 32 consente l’ingresso di società di capitale nella titolarità dell’esercizio della farmacia privata e rimuove il limite delle 4 licenze, attualmente previsto, in capo a una identica società. Finora la titolarità delle farmacie poteva appartenere a singoli farmacisti iscritti all’albo, società di persone, società cooperative a responsabilità limitata tra farmacisti.

Una svolta sostenuta dall’Antitrust, che nelle sue indicazioni sottolinea come tale misura potrebbe garantire adeguate economie di scala e la nascita di nuovi modelli di business (AS 1137). Le grandi catene, ricorda il Garante, sono da tempo presenti in altri Paesi Ue, dove si sono verificate riduzioni di costi della distribuizione a beneficio dei cittadini. Ma non solo. Secondo l’Authority l’impatto positivo si verificherà anche sulla spesa farmaceutica a carico del Ssn, grazie a una possibile riduzione degli elevati margini di intermediazione e a una maggiore efficienza della distribuzione nel medio periodo.

In merito all’approvazione del Ddl da parte della Camera, il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella dichiara: «Per la prima volta, da nove anni a questa parte, il Parlamento approva una legge che fissa nuove regole in diversi campi. Su numerose materie, sono state recepite le segnalazioni inviate annualmente dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Su altre, resta ancora molto lavoro da fare sul terreno delle liberalizzazioni. Mi auguro che nel secondo passaggio parlamentare, al Senato, il testo definitivo possa tener conto delle esigenze e delle aspettative dei consumatori in modo ancora più completo ed efficace».

Non è chiaro se il commento sia riferito anche al mondo del farmaco, ma in ogni caso l’ingresso delle grandi catene rappresenta potenzialmente una vera e propria rivoluzione del settore, tra l’altro ancora poco analizzata (forse rimossa) da Federfarma, almeno nei documenti ufficiali, e che potrebbe avere possibili conseguenze sulla unitarietà della rappresentanza sindacale.

Per Bruxelles, come è noto, il provvedimento resta ancora al di sotto delle aspettative di un’effettiva liberalizzazione della concorrenza nel settore sanitario. Nel mirino Ue: il regime delle quote, le strozzature sulla diffusione dei generici e la mancata apertura sulla fascia C.


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