In parlamento

Renzi: «Maggioranza schiacciante». Ma per l’opposizione il Governo è minoranza nel Paese

Matteo Renzi sottolinea la maggioranza schiacciante con la quale la Camera ha votato a favore delle riforme costituzionali. Mentre l’opposizione replica: «Questo Governo è minoranza nel Paese». Occhi puntati, dunque, sul referendum autunnale. Nei commenti si profilano già gli schieramenti tra favorevoli o contrari

Boschi: soddisfatta ma mancano ancora due passaggi
A favore hanno votato Pd, Ap-Ncd, Scelta Civica, Ala, Democrazia solidale-Centro democratico, e Psi. Voto contrario da M5s, Sinistra italiana-Sel, Lega nord, Forza Italia, Fdi-An, Alternativa libera-Possibile, Conservatori e riformisti. Cauto il primo commento a caldo della ministra alla Riforme Maria Elena Boschi, che l'asciando l'Aula di Montecitorio dopo il voto si è detta «soddisfatta» del risultato, ma ha ricordato che «mancano ancora due passaggi e ora ci prepariamo al Senato».

Il premier esulta su Facebook: «Per l’Italia niente è impossibile»
Molto meno prudente il commento del premier, che esulta con un post sul suo profilo Facebook in cui sottolinea la «maggioranza schiacciante» registrata a Montecitorio «in attesa di conoscere il voto dei cittadini in autunno». Per Renzi «stiamo dimostrando che per l'Italia niente è impossibile. Con fiducia e coraggio, #avantitutta». Due anni fa, prosegue il ragionamento del premier «nessuno scommetteva un centesimo sul fatto che questo Parlamento facesse le riforme. E invece è tornata la politica, è tornata l'Italia».

Alfano interviene via Twitter
«Approvata la Riforma Costituzionale, per un'Italia più semplice e competitiva. Dopo anni di attese e di parole arrivano i fatti. Un bel giorno». Lo scrive su Twitter il ministro dell'Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano.

Area popolare sosterrà il referendum
Sostegno «convinto» alla riforma dall’alleato di governo, Area Popolare, che però non dimentica la partita aperta sul fronte delle unioni civili e chiede al governo di non rinunciare a tenere unita la coalizione che ha funzionato finora «Il Pd pensa di continuare a cambiare il paese con chi oggi vota la riforma o con chi lo accusa di aver provocato un'emergenza democratica - ha chiesto in Aula Maurizio Lupi -? Noi di Ap, coerentemente con la responsabilità che ci siamo assunti voteremo sì alla riforma costituzionale e ci impegneremo per il referendum confermativo ma non rinunceremo alla nostra identità».

Lo schieramento dei contrari
Lo schieramento dei contrari alla riforma vede in prima fila il Movimento 5 Stelle, che in Aula ha annunciato di non voler aderire formalmente al comitato per il No «perché vogliamo sia una battaglia trasversale e non di parte», ma promuoverà comunque le ragionid i chi si oppone al Ddl Boschi. «Raccoglieremo le firme alla Camera e al Senato per il referendum e faremo di tutto - banchetti in piazza, eventi - per affossare questa riforma costituzionale e Renzi che l'ha promossa», ha garantito Danilo Toninelli. Contraria al ddl anche Sinistra Italiana, che arriva a parlare di «tenuta democratica del Paese a rischio». Per il capogruppo Arturo Scotto la riforma «introduce surrettiziamente il presidenzialismo di fatto, creando squilibrio fra i poteri» e rafforza troppo il premier e l'Esecutivo a scapito del Parlamento.

Il no del centrodestra
Dal centrodestra il no al ddl arriva sia da Fratelli d'Italia che da Forza Italia. «Con il combinato disposto di riforme costituzionali e legge elettorale» il governo fa sì che «con il solo voto di un terzo degli elettori si governi il paese e si eleggano gli organismi di garanzia», per di più il ddl nasce grazie alla sola maggioranza, e questo è il «metodo peggiore di riscrivere la Carta costituzionale», ha spiegato in dichiarazione di voto l'azzurra Mariastella Gelmini, confermando il voto contrario dei berlusconiani. «La Lega Nord ad ottobre farà di tutto per fare in modo che una Costituzione di questo tipo non sia quella sulla quale si svilupperà la nostra comunità». Anche la Lega voterà contro. Per il deputato del Carroccio Cristian Invernizzi il prossimo referendum confermativo «è l'unica nota positiva di questo percorso, che mancano solo dieci mesi alla parola fine». Ha riassunto Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia: «Una estrema minoranza nel Paese ha approvato la riforma costituzionale in uno dei tanti passaggi. Dico una estrema minoranza perché Renzi e compagni più o meno acquisiti ha poco più del 30-32-35% del consenso degli italiani, il resto, 65-70%, è contro la legge elettorale e contro la riforma costituzionale. Un grande no al referenndum manderà a casa questo Governo».

Il Comitato per il no: raggiunta quota 126 per chiedere referendum
La riforma, contro la quale il comitato promotore del No la referendum ha annunciato questo pomeriggio il raggiungimento della quota di 126 deputati prevista per richiedere il referendum confermativo, modifica e completa quella del Titolo V del marzo 2001. Al Comitato aderiscono tutti i parlamentari di Sinistra italiana-Sel e i civatiani di “Possibile”, mentre il M5s ha annunciato il suo “appoggio esterno”.
«Ci stiamo preparando alla battaglia referendaria - ha affermato Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto-Sel, a margine della riunione - nella quale tutti i parlamentari e tutti gli esponenti di Sel e di Sinistra Italiana saranno impegnati al massimo, ma deve essere chiaro che si tratta di un referendum sulla riforma della Costituzione italiana e non di un plebiscito sulla persona di Matteo Renzi come vorrebbe renderlo il presidente del Consiglio».


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