In parlamento

Ddl Lorenzin, via libera dalla Igiene e Sanità del Senato

di Ro. M.

Una riforma complessiva di Ordini e professioni sanitarie, con un focus su deontologia e trasparenza; l’istituzione delle nuove professioni di Osteopata e chiropratico; il passaggio a professioni sanitarie di biologi e psicologi; l'istituzione dell'albo dei fisici nell'ordine dei chimici e il passaggio di queste quattro professioni sotto la vigilanza del Ministero della Salute. Ma anche un approccio più attento alla medicina di genere nelle sperimentazioni cliniche e semplificazioni. Controllo del dolore nel parto da inserire a pieno titolo nei Lea. E un nuovo percorso professionalizzante all’interno del Ssn per i medici specializzandi, da definire con un accordo Stato-Regioni. Sono queste le principali novità del disegno di legge «Norme varie in materia sanitaria», approvato dalla Commissione igiene e sanità del Senato. Un Ddl d'iniziativa governativa presentato dalla ministra Lorenzin unificando nel testo approvato parte larga di analoghi provvedimenti presentati da quasi tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione. Lo annuncia una nota del ministero: «Ora il testo approvato va all'esame dell'Aula del Senato dove sarà calendarizzato al più presto», assicura la Salute.

«Si tratta di misure attese da tempo dai cittadini - dichiara la ministra della salute Beatrice Lorenzin - e da tutti gli operatori del mondo sanitario. Per questo sono particolarmente felice dell'approvazione, dopo un lungo iter che ha garantito il necessario dibattito parlamentare e gli approfondimenti, presso la 12 ° Commissione Senato - del disegno di legge che porta il mio nome. Ringrazio tutti i componenti della Commissione Igiene e Sanità del Senato per il lavoro svolto e in particolare la presidente De Biasi, che ha svolto il ruolo di relatore del ddl; e auspico che il provvedimento possa essere esaminato ed approvato, in tempi brevi, dall'Aula».

Tra i principali contenuti del disegno di legge: razionalizzare e semplificare le procedure amministrative in tema di sperimentazione dei medicinali ad uso umano; prevedere che, in occasione dell'aggiornamento del DpcmLea (ormai giunto alla conclusione del proprio iter), siano inserite le procedure di controllo del dolore nella fase travaglio-parto, ricorrendo, previo consenso informato e fatta salva la libertà di scelta delle partorienti, alle tecniche di anestesia locoregionale; riordinare il complesso settore degli Ordini delle professioni sanitarie, con specifico riferimento all'ordinamento delle professioni di biologo e di psicologo; inasprire le sanzioni penali per chi compie reati ai danni delle persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture socio sanitarie residenziali o semi- residenziali; prevedere specifiche disposizioni in materia di formazione medica specialistica, puntando anche a nuove modalità, da definire con Accordo Stato-Regioni, volte ad inserire i medici in formazione specialistica all'interno delle aziende del Ssn; prevedere che il conseguimento di più lauree o diplomi dia diritto all'esercizio cumulativo delle corrispondenti professioni o arti sanitarie presso le farmacie, ad eccezione dei professionisti abilitati alla prescrizione dei medicinali (in sintesi non è consentito ai medici l'esercizio della professione di farmacista).

«È un provvedimento atteso da decenni – afferma il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo che sta seguendo per il Governo Renzi l'iter parlamentare del provvedimento - che affronta questioni rilevanti dell'assetto sanitario offrendo risposte puntuali e largamente condivise. Ringrazio la relatrice del provvedimento, la senatrice Emilia De Biasi, presidente della stessa Commissione, per l'ottimo e appassionato lavoro svolto e i senatori della Commissione i quali hanno votato il testo all'unanimità dei presenti».

Cosa cambia per gli ordini e le professioni
Il provvedimento affronta il tema degli ordini e professioni sanitarie, oltre un milione di professionisti, avviando una riforma organica con un intervento diretto di riordino per il riassetto della normativa vigente risalente alla legge istitutiva degli ordini (dlgs 233/46) e rendendo «il sistema più aderente alle attuali esigenze odierne in particolare per quanto attiene all'interesse dei cittadini utenti».

Un «ammodernamento» della disciplina ordinistica delle professioni sanitarie alla luce dell’evoluzione della normativa Ue (direttiva 2005/36/CE, recepita con il dlgs 206/07 e proposte di modifica), che mette in campo un sistema di allerta per comportamenti non coerenti con la deontologia professionale. «Si tratta di professioni che per la loro specificità rispetto ad altri ordinamenti professionali, garantendo un bene/diritto costituzionalmente garantito quale la salute - spiega il ministero - necessitano del mantenimento del ruolo di garanzia della qualità del livello di professionalità».

La proposta di legge non propone l'istituzione di nuovi enti pubblici ma introduce un restyling ad hoc degli ordini: a) adegua la normativa di riferimento agli ordini vigilati dal ministero della Salute in riferimento al loro funzionamento interno; b) muta la denominazione di collegio in ordine per effetto del mutato quadro ordinamentale e formativo.

«Con l'intervento operato -si legge nella nota della Salute - si sostituisce gran parte del predetto decreto legislativo n. 233 del 1946, inoltre, si dispone che tali enti pubblici non economici sono organi sussidiari dello Stato al fine di tutelare gli interessi pubblici connessi all'esercizio professionale, dotati di autonomia patrimoniale, finanziaria, regolamentare e disciplinare, ai quali, tuttavia, non si estendono le norme di contenimento della spesa pubblica e sottoposti alla vigilanza del ministero della Salute. Promuovono e assicurano l'indipendenza, l'autonomia e la responsabilità dell'esercizio professionale, la qualità tecnico-professionale, la valorizzazione della funzione sociale delle professioni, la salvaguardia dei princìpi etici dell'esercizio professionale indicati nei co-dici deontologici al fine di garantire la tutela della salute individuale e collettiva».

Tra i compiti assegnati agli ordini: la tenuta e la pubblicità degli albi delle rispettive professioni e la verifica del possesso dei titoli abilitanti all'esercizio professionale, la valutazione delle attività di formazione continua, il rafforzamento dei codici deontologici, la trasparenza della comunicazione, l'istituzione di specifici organi disciplinari e la definizione di idonee procedure a garanzia dell'autonomia e terzietà del giudizio disciplinare, separando la funzione istruttoria da quella giudicante in particolare attraverso la costituzione di appositi uffici istruttori di albo cui partecipa, oltre agli iscritti a tal scopo sorteggiati, anche un rappresentante estraneo alle professioni medesime, nominato dal Ministro della salute.

Inoltre si trasformano gli attuali collegi delle professioni sanitarie e le rispettive federazioni nazionali in ordini delle medesime professioni e relative federazioni nazionali accorpando in un medesimo ordine, quello dei tecnici sanitari di radiologia medica professioni tra loro omogenee e compatibili, quali le professioni sanitarie tecniche, della prevenzione e della riabilitazione che pur regolamentate non hanno ancora albi professionali.

Infine è prevista l'istituzione delle nuove professioni sanitarie di osteopata e chiropratico. Completa il quadro il passaggio a professioni sanitarie di biologi e psicologi, nonché l'istituzione dell'albo dei fisici nell'ordine dei chimici il passaggio di queste quattro professioni sotto la vigilanza del Ministero della Salute.

Soddisfatta Emilia Grazia De Biasi, presidente della commissione Sanità del Senato. «È terminato, con il voto unanime, l'esame in commissione Sanità del Senato del ddl Lorenzin - sottolinea la senatrice del Pd - che contiene elementi di riforma della sperimentazione clinica, misure sul parto e, in particolare, sul parto indolore, l'inasprimento delle sanzioni contro le violenze in istituti di cura, la riforma degli ordini professionali e il riconoscimento di nuove professioni. Nel manifestare la mia piena soddisfazione, ringrazio tutti coloro che hanno lavorato per il buon esito dei lavori e in particolare il sottosegretario Vito De Filippo per il suo contributo in alcuni momenti decisivo».

De Biasi auspica un’approvazione in tempi brevi: «Ora - aggiunge - ci auguriamo che il ddl approdi in aula in tempi rapidi e spero che con questo provvedimento si ponga fine a polemiche fuori dal tempo e si proceda al riconoscimento di tutte le professioni sanitarie nel rispetto delle regole europee che devono valere per tutti».


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