In parlamento

Affari sociali: «Accordi Aifa-aziende devono essere trasparenti (salvo caso eccezionali)»

da Il Mattinale dell’Ordine dei farmacisti di Roma

Gli accordi frutto delle negoziazioni tra Aifa e aziende farmaceutiche per l'acquisto dei farmaci ad alto costo (come il sofosbuvir per la cura dell'epatite C) devono garantire una maggiore trasparenza. Questo il senso della risoluzione a firma della deputata Pd Anna Miotto , approvata ieri dalla Commissione Affari sociali della Camera, che si è così espressa collegialmente su un tema sollevato con forza dai deputati del Movimento Cinque Stelle, grazie a una risoluzione presentata da Silvia Giordano , già all'inizio di luglio dello scorso anno.

Come si ricorderà, a portare il tema all'attenzione dell'opinione pubblica e sull'agenda dei lavori parlamentari, nei mesi scorsi, fu proprio quell'iniziativa dei parlamentari pentastellati, scaturigine di una nutrita serie di audizioni davanti alla stessa XII Commissione, tra cui quelle del presidente dell'Antitrust Giovanni Pitruzzella e del farmacologo Silvio Garattini , entrambi favorevoli a dissipare le fitte nebbie delle clausole di riservatezza (definite da Garattini “un preoccupante vulnus alla trasparenza”).
Dopo un lavoro durato mesi, la Commissione Affari sociali ha dunque raggiunto una posizione collegiale sull'importante materia, approvando una risoluzione che cerca di contemperare sia le ragioni sostenute dall'Aifa (che rivendica l'utilità della secretazione delle negoziazioni e dei relativi accordi, necessarie per ottenere sconti maggiori e dunque prezzi più vantaggiosi), sia le istanze dell'ampio fronte favorevole, invece, alla massima trasparenza della contrattazione sui prezzi dei farmaci e degli esiti conseguenti, stante il loro grande rilievo anche economico.

La risoluzione, richiamando la direttiva 89/105/CEE riguardante la trasparenza delle misure che regolano la fissazione dei prezzi delle specialità medicinali, impegna il governo “ad adottare iniziative volte a garantire che, nel futuro, non si ricorra ad accordi con clausole di riservatezza per l'acquisto di medicinali, ad eccezione di casi straordinari – sia per la rilevanza terapeutica innovativa che per le dimensioni dell'impatto finanziario – valutando comunque, in tali specifiche circostanze, di conformarsi ai consolidati orientamenti comunitari e, ove esistenti, alle indicazioni fornite dall'Ema, nonché a sottoporre gli accordi con clausole di riservatezza alla vigilanza dell'Autorità nazionale anticorruzione, per quanto di competenza, e, anche in attuazione dell'articolo 162 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (cosiddetto “codice appalti”), al controllo della Corte dei conti.”
Soddisfatta per l'esito del voto Anna Miotto, che però riconosce con onestà intellettuale che anche laddove il Governo accogliesse le indicazioni della risoluzione, la trasparenza degli accordi Aifa-aziende non sarà garantita al 100%. Ma la risoluzione approvata ieri (“grazie anche alla tenacia dei deputati M5S”, riconosce Miotto) rappresenta in ogni caso “un grande passo avanti.”


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